(17/7/2017) – E ora a Maranello sale la tensione. Dopo l’esito del Gran Premio d’Inghilterra, con le due Ferrari in grave crisi con gli pneumatici e le Mercedes apparse quasi perfette, la prossima gara in Ungheria assume già la dimensione di un esame, se non finale, di importanza cruciale. Ok, calma: Raikkonen a Silverstone era in prima fila ed è arrivato nonostante tutto terzo ed inoltre si può ricordare che anche il dominatore Hamilton in Austria, appena sette giorni fa, non era riuscito a salire sul podio. Per non dire che l’Hungaroring, per conformazione del circuito e temperature attese, si confà alle caratteristiche della SF70H. E allora? Allora, la Ferrari è una scuderia italiana, latina. E le tensioni, o se volete, le emozioni sono estreme, facili a diventare dirompenti. Avete visto e sentito Vettel? Imbronciato come ai tempi della Red Bull non più imbattibile (e con Ricciardo che gliele suonava). Raikkonen? Beh, Iceman è sempre Iceman: per vederlo sorridere in un week end di gara occorre avere la pazienza di un appassionato di birdwatching. Ma queste sono quisquiglie. La partita vera si gioca sul piano tecnico.
SFIDA TECNICA FERRARI MERCEDES – La Mercedes sembra aver riacquisito una decisiva supremazia in fatto di potenza del motore mentre gli ultimi aggiornamenti introdotti da Binotto & C. non paiono aver assicurato il progresso che si auspicava. Un po’ come gli anni scorsi, in qualifica le frecce d’argento si dimostrano capaci di tirare fuori l‘acuto che serve a partire davanti, il che continua ad essere quasi sempre determinante ai fini dell’economia di gara. Ieri Vettel, partito in seconda fila e pure sopravanzato da Verstappen si è ritrovato invischiato in una dura lotta con l’olandesino – che quando ha dietro una Ferrari trova energie supplementari… – che ha rovinato i piani costringendolo all’undercut. In gara, poi, le Mercedes, con Bottas in forsennata rimonta, hanno potuto sostenere un ritmo assai elevato senza maltrattare più del dovuto gli pneumatici mentre alla Ferrari si è evidentemente dovuto optare per assetti estremi che hanno stressato in particolare lo pneumatico anteriore sinistro fino alle conseguenze che sappiamo. Il fatto è che Vettel ha dilapidato in un gp il vantaggio di 20 punti su Hamilton e la Coppa Costruttori, pretesa dal Presidente Marchionne, sembra saldamente nelle mani dei tedeschi. C’è dunque da correre ai ripari come ha detto Arrivabene: “Da qui bisogna partire e migliorare rapidamente, con umiltà e determinazione”. Detto questo, però, per la situazione non è così nera perché i piloti, nell’arco complessivo del week end inglese, hanno parlato di macchina ok, che ha fornito “ottime sensazioni”. Nello specifico, Raikkonen ha detto: “Però ci mancava velocità rispetto ai nostri avversari. Abbiamo fatto del nostro meglio, ma abbiamo ancora del lavoro da fare per raggiungere le Mercedes in questo tipo di piste. Questo è senza dubbio un circuito che poco si adatta alla nostra vettura. Sono curioso di vedere come andrà la prossima gara, penso che il circuito ungherese si adatti meglio alla nostra macchina”. Dunque, si tende ad imputare le defaillances al tipo di circuito, come conferma anche Vettel: “Non è stato un grande giorno, ma vedremo cosa accadrà in Ungheria, su una pista diversa”. Appunto, vedremo.