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KING LEWIS IV

(30/10/2017)KING LEWIS HAMILTON: FOURTH TITLE. Complimenti a Lewis Hamilton che, ancora di più, fa storia in Formula 1: il suo quarto titolo mondiale conquistato in Messico – in dieci anni di carriera nella massima formula, debutto: GP Australia 2007 – lo pone allo stesso livello quantitativo di Prost e Vettel  e, a soli 32 anni, gli consente di puntare anche allo score di Fangio (5) e al record detenuto da Schumacher (7). Come in occasione del suo primo sigillo – ricordate la pazza corsa in Brasile nel 2008? – Hamilton ha cominciato a festeggiare mentre il podio era occupato da altri piloti. Alla fine non è stata la corsa che sognava per coronare il suo quarto sogno diventato realtà ma va bene così e nessuno ha niente da recriminare. Il pilota della Mercedes ha meritato il titolo: non si è demoralizzato quando la Ferrari sembrava aver consolidato una certa supremazia ed è stato implacabile quando invece il Cavallino si è azzoppato. Le caratteristiche di un campione. Quest’anno ha ben presto ridotto le forti ambizioni del fresco compagno di squadra Bottas e, alla fine, ha ammaestrato il grande rivale della stagione, Vettel. Che tra i due non corra buon sangue, nonostante le apparenze e i tentativi di farli sembrare amici, è testimoniato dal team-radio di Hamilton dopo le gomitate al via in Messico: “Mi ha colpito deliberatamente?”. Ma ora è tempo di far festa.


LA FAVOLA DI HAMILTON – Dio, famiglia e Team: ecco le forze poco oscure del quadri-campione del mondo che non manca mai di ringraziare (sul retro del casco attualmente c’è l’effigie di Gesù). Una storia fantastica, di crescita continua e di perseveranza, quella di Lewis Carl Hamilton, figlio di Anthony e nipote di nonno Davidson che riporta alle sue origini delle Antille. A Città del Messico c’era anche mamma Carmen Larbaleistier – Lewis aveva due anni quando i genitori divorziarono – mentre sono due le sorellastre Nicole e Samantha e poi c’è Nicolas, figlio della nuova compagna di Linda. Nato a Stevenage, a Nord di Londra, dovette trasferirsi a causa di una antipatica storia: il Preside della John Henry Newman School che Lewis frequentava lo accusò di aver malmenato un allievo insieme ad altri. Falso, ma ormai la sua posizione era insostenibile. L’iscrizione al Cambridge Arts and Sciences College cambiò la sua vita (voleva diventare musicista, ammirava Phil Collins): “Fu lì che capii che volevo farcela”

Il resto è storia: il kart dall’età di 8 anni, la promessa di Ron Dennis, le vittorie in F. Renault UK, F3, GP2, F1 (nel 2008 fu il più giovane campione del mondo a 23 anni e 9 mesi). Le grandi rivalità con Alonso, Rosberg e ora Vettel. Ma, al di là della pista, Hamilton è ormai un grande personaggio, un’icona della F1. La stessa corsa di ieri verso il box tra ali di fans, le ormai consuete scene di gioia al GP di Gran Bretagna quando il suo corpo svolazza nell’aria sostenuto dai tifosi in delirio, i suoi (plurale) look resteranno nella storia al pari del cappellino, occhialoni e inseparabile moglie Helen di Jackye Stewart, dei successi di Lauda col volto segnato dalle ustioni, del carisma anche filosofico del suo idolo Senna. Hamilton, al quale in Canada la famiglia del paulista ha donato una copia del casco, non scherza neanche da questo punto di vista. Ecco, per finire, qualche chicca-pensiero del campionissimo:

“Io voglio sempre riuscire in quello che faccio”.

“Non potrei mai dire che mi ritengo migliore di chiunque altro ma sono un pilota di F1 e credo nelle mie capacità. Per arrivare occorre aver grande fiducia nei propri mezzi”.

“Guardo gli altri e voglio batterli, anche se penso siano i migliori”.

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