(10/5/2018) – Venti anni fa, il 10 maggio 1998, moriva all’età di 65 anni Cesare Perdisa, di Bologna, una carriera breve ma significativa in F1. Nonostante la famiglia – il padre Luigi fondò la fiorente impresa editoriale Calderini Edagricole poi gestita da Cesare – non vedesse di buon occhio il suo impegno nelle corse, il rampante figlio esordì positivamente nel 1954 con una Maserati A6GCS (Imola e Coppa d’Oro di Siracusa), tanto da debuttare in F1 sempre col Tridente, al volante della mitica 250F, a soli 22 anni, già nel 1955 al GP di Monaco conquistando un brillante terzo posto insieme a Behra. I successi non mancarono: fu primo nelle gare internazionali non titolate di Bari e al GP Shell di Imola e si distinse alla 1000 Miglia e in altre corse stradali allora in voga. Partecipò alla tragica 24 Ore di Le Mans. Il livello rimase alto anche nel 1956: terzo in Belgio (volante condiviso con Stirling Moss) e quinto in Francia; solo un incidente in prova in Germania, per evitare un poliziotto entrato in pista, arrestò il suo trend ascendente.
PILOTA DELLA FERRARI – Nel 1957, coronò comunque il sogno di guidare la Ferrari – il Drake apprezzava il suo slancio genuino, Forghieri lo stimava moltissimo – piazzandosi bene in Argentina e rivestendo il ruolo di pilota di riserva del Cavallino alla 1000 Km di Buenos Aires. La tragedia che coinvolse l’amico Castellotti mentre lui era impegnato alla 12 Ore di Sebring colpì profondamente Perdisa e incentivò la spinta della famiglia affinchè il promettente pilota emiliano abbandonasse definitivamente, dopo una gara a Cuba, la sua passione e il rischio per dedicarsi all’impresa editoriale. Riposa presso la tomba di famiglia a Godo, in provincia di Ravenna.