I due piloti, gli ultimi scelti direttamente da Enzo Ferrari, si presentarono quasi in parata sotto la bandiera a scacchi nel tripudio della tifoseria. Una vittoria e una doppietta del tutto insperate perché il campionato era monopolizzato dalle imprendibili Mc Laren-Honda di Senna e Prost in perenne battaglia tra loro e la Ferrari era nel pieno di un “terremoto”. Invece, l’impossibile accadde. Ritirato Prost, Ayrton Senna sembrava indisturbato al comando nonostante il ritmo crescente sostenuto delle due Ferrari che seguivano. A due giri dal termine, l’incredibile. Alla chicane dopo il traguardo, Schlesser – che sostituiva alla Williams Mansell affetto da varicella – arriva lungo a ruota fumante, affronta scoordinato la variante e colpisce Senna che proprio in quel momento effettuava il doppiaggio, rovinandogli la sospensione posteriore destra e spalancando così la porta del trionfo alla Scuderia di Maranello. Un mezzo miracolo e tutti pensarono alla… mano del Drake.
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A MONZA 2018 SENZA MARCHIONNE, COME NEL 1988 DEL DOPO DRAKE
(30/8/2018) – MONZA 2018 WITHOUT MARCHIONNE, LIKE MONZA 1988 WITHOUT ENZO FERRARI. L’attesa per la prestazione della Ferrari al Gran Premio d’Italia di F1 è grande. Non solo perché le Rosse sono reduci dal successo di Spa (e dalla applaudita esibizione alla Darsena di Milano) ma anche perché è la prima volta a Monzasenza il Presidente Marchionne. Lo ha sottolineato nel corso della conferenza stampa di presentazione il Presidente ACI Angelo Sticchi Damiani: “Credo che una vittoria della Rossa a Monza sarebbe il modo migliore di onorare la memoria di Sergio Marchionne, insieme a tutta la scuderia. Ricordarlo non è un atto di dovere, Marchionne è stato un uomo a cui l’Italia deve molto”, ha detto responsabilizzando ulteriormente il Team rosso.
NEL 1988 DOPPIETTA FERRARI A UN MESE DALLA MORTE DEL DRAKE – Una situazione che, in qualche modo, ricorda l’appuntamento sulla pista brianzola dell’11 settembre 1988. La gara si svolse a meno di un mese dalla morte di Enzo Ferrari. Per quanto le condizioni critiche del Drake fossero ormai note, ovviamente la notizia della scomparsa del grande fondatore fu traumatica e potenzialmente destabilizzante. Maranello ne avrebbe risentito negli anni a venire, con lo sbarco dei “torinesi” e il conseguente caos riorganizzativo, ma quella domenica qualcuno, da lassù, amò le Rosse di Berger e Alboreto.