(27/3/2019) – L’attesa news è arrivata. La Corte d’Appello della Federazione Motociclistica Internazionale ha emesso il verdetto: la Ducati non ha barato, l’ormai celebre dispositivo agganciato al forcellone è legale e quindi la vittoria di Andrea Dovizioso in Qatarè confermata. Respinto il ricorso presentato da Aprilia, Honda, Suzuki e KTM, anche se queste Case hanno ancora possibilità entro cinque giorni di fare appello al TAS. Questo è quanto alla vigilia del secondo appuntamento di campionato in Argentina ed è bene da parte di tutti farsene una ragione. Il clima, però, risulta – irrimediabilmente? – deteriorato e questo è un gran peccato. Non si tratta di essere pessimisti ma di considerare seriamente le posizioni espresse ne nei giorni scorsi. Basti pensare solo alle ultime esternazioni del manager KTM Mike Leitner che dava invece per visibile e scontata la irregolarità della soluzione applicata sulle moto di Borgo Panigale e che irrideva Gigi Dall’Igna: “Si crede il più intelligente….”. L’AD Ducati Domenicali, a sua volta, si è tolto i sassolini dalle scarpe: “Nelle ultime settimane molte persone hanno detto che noi stavamo imbrogliando. Ora speriamo rimangano in silenzio e cerchino di batterci in pista”. A questo punto occorrerà adeguarsi e val bene la dichiarazione dell’AD di Aprilia Massimo Rivola: “Suggerisco di fare regolamenti un po’ più chiari: le aree grigie ci saranno sempre ma fissare dei limiti soprattutto in fatto di aerodinamica è quanto mai necessario”. Speriamo si trovi un accordo e torni il sereno. COME PER LA F1 IN MALESIA 1999 – Chi l’avrebbe mai detto che in MotoGp si sarebbe arrivati ad una diatriba uguale a quella che dilaniò la F1 in Malesia nel 1999, ricordate? Il ferrarista Irvine era in piena lotta con Hakkinen per il titolo e a Sepang si avvalse del ritorno in pista di Michael Schumacher definitivamente ripresosi dalle conseguenze del grave incidente di Silverstone dell’11 luglio. Fu apoteosi: il tedesco, scatenato, lasciò la vittoria all’irlandese e la Mc Laren del finlandese venne relegata sull’ultimo gradino del podio. La doccia fredda arrivò nel post-gara: il delegato tecnico FIA Jo Bauer riscontrò l’irregolarità dei deflettori laterali di entrambe le F399 di Maranello. Dieci millimetri di troppo e scattò la squalifica che significava, ad una gara dal termine del campionato, mondiale matematicamente assegnato ad Hakkinen. Apriti cielo: il Presidente Montezemolo gridò come forse mai in vita sua, fu presentato ricorso, gli avvocati Ferrari ebbero un gran da fare e, infine, il Tribunale riconobbe la difformità entro i limiti legali restituendo primo e secondo posto agli alfieri del Cavallino. Tutto fu rinviato al Giappone, ma che acredine, che crisi, che sfiancanti contrapposizioni! Non ripetiamole!
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