(21/5/2019) – Questa volta Niki Laudanon ce l’ha fatta. Come comunicato dalla famiglia, il campione austriaco è morto nella notte di lunedì, sopraffatto da problemi ai reni per i quali era stato portato in un centro specializzato in dialisi in Svizzera. Ancora una volta la F1, come 25 anni fa per Senna, si ritroverà tutta a Montecarlo per commemorare e omaggiare questo grande pilota al quale il Circus deve moltissimo, quanto l’austriaco ne deve a esso. Tutti avevano sperato che dopo il trapianto di polmone a seguito delle complicanze venute fuori ad agosto scorso, il decorso potesse assicurare un sia pur lento ritorno alla normalità, restituendo Niki a quel paddock rombante del quale è stato protagonista per anni, prima come pilota e poi come manager. Invece, purtroppo, la tempra che gli aveva consentito nel 1976 di sopravvivere allo spaventoso rogo della sua Ferrari al Nurburgring e alla inalazione dei gas velenosi, non ha retto alla nuova batosta. La sua intensa storia, che ha prodotto migliaia di articoli di stampa, documentari, film cinematografici, libri, gadget e quant’altro, è in questo link preparato solo tre mesi fa, il 22 febbraio, in occasione del suo compleanno numero 70.
Oltre al dispiacere umano per la sua scomparsa del grande Niki, quello che vien da pensare è il nuovo deficit di popolarità alla quale la F1 di oggi va incontro. Sì, ci sono i campioni di oggi, da Hamilton a Vettel, a Verstappen e Ricciardo, fino alle ultime giovani speranze, ma, scusate, è ancora poca cosa rispetto ai Lauda, Hunt, Villeneuve, Piquet, Prost, Senna, Schumacher. Non per niente, la F1 non fa a meno della presenza costante di un altro mostro sacro dell’automobilismo al massimo livello come Jacky Stewart, una delle ultime grandi stelle di un passato pioneristico che ai tifosi manca molto.
La Ferrari, alla quale lauda ha legato indissolubilmente, grande parte della sua carriera e della sua celebrità ha commentato così: “Oggi è un giorno triste per la F1. La grande famiglia della Ferrari apprende con profonda tristezza la notizia della morte dell’amico Niki Lauda, tre volte campione del mondo, due con la Scuderia (1975-1977). Resterai per sempre nei cuori nostri e in quelli dei tifosi. #CiaoNiki.
Per finire, ecco il comunicato diramato dalla famiglia col quale si conclude l’esistenza terrena di uno dei più forti piloti della storia dell’automobilismo. “Con profonda tristezza annunciamo che il nostro amato Niki è morto pacificamente con la sua famiglia accanto lunedì. I suoi risultati unici come atleta e imprenditore sono e rimarranno indimenticabili, come il suo instancabile entusiasmo per l’azione, la sua schiettezza e il suo coraggio. Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, era un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà”.