(2/12/2019) – Ad Abu Dhabi il campionato F1 2019 è finito come era cominciato a Melbourne: dominio Mercedes. Questa volta con un Hamilton perfetto nella sua feroce determinazione che l’ha portato a strappare anche il giro più veloce dopo la pole numero 88 (84 le vittorie). Bottas, partito ultimo, è arrivato ai piedi del podio, per dire. E la Ferrari ? Beh, anche lei come in Australia: in difficoltà, anche se il terzo posto di Leclerc indora l’amara pillola. Amara perché a Verstappen si è classificato secondo a Yas Marina e terzo in classifica finale, dietro solo le due imprendibili frecce d’argento. Uno smacco per la Ferrari che paga anche così l’incredibile harakiri di Interlagos, oltre il rendimento non certo positivo di quello che era partito – da indicazione d’inizio stagione da parte di Binotto – come pilota leader di Maranello: Sebastian Vettel. Ci sarà tempo per sviscerare a dovere l’andamento del campionato, ma la gara per lunghi tratti soporifera del Golfo Persico ha fornito una rappresentazione plastica – come d’altronde ha riconosciuto Vettel stesso – di quello che il campionato ha offerto da marzo a dicembre. Mercedes di un altro pianeta, Hamilton stellare, Ferrari in affanno, Red Bull-Honda in crescita netta. Alti e bassi un pò per tutti, ma i più delusi sono quelli di Maranello. Ad Abu Dhabi si sono perfino beccati una sanzione da 50mila dollari per difforme comunicazione del quantitativo di benzina imbarcata, un errore che fa il paio con quello “calcolato” del giro di qualifica abortito per Charles Leclerc. Se proprio dobbiamo dirla tutta, anche le strategie non sono parse chiarissime e c’è stato inoltre un ennesimo pit-stop problematico per l’avvitamento di uno pneumatico, inconveniente capitato troppe volte quest’anno, come sempre Vettel ha rimarcato pur non addossando le colpe ai meccanici. Insomma, la SF 90 ha regalato sprazzi di gloria (Monza soprattutto) ma ci si aspettava ben altro dalla Rossa che celebra il 90° della Scuderia dei sogni. Ci si può rinfrancare pensando all’anno di esperienza accumulato da Leclerc che ha fatto vedere grandi cose e che ora deve riproporsi senza gli errori fatti (Baku, Hockenheim) e subiti (Monaco). L’incognita è il neo-papà dell’erede maschio di casa Vettel: Seb ha sbagliato tantissimo (in Canada però la vittoria era sua) e questo non è accettabile. Il 2020 è per lui un anno decisivo: o la va o lui va.
MC LAREN RETURN – Detto dei primi della classe, menzione d’onore va al composto, maturo e concreto Carlos Sainz. Un 2019 da incorniciare per lo spagnolo balzato agli occhi di tutti grazie alla sua costanza e a certi sorpassi da brivido. E’ bello, nel contempo, rivedere molto in alto anche con la rivelazione Norris, la Mc Laren che fa da contraltare, tra i team storici, al declino della Williams. Uno step in più e nel 2020, altri podi dopo quello a posteriori di Interlagos, sono possibili. A proposito di contraltari, in casa Racing Point si vive una situazione imbarazzante: Perez continua a portare punti – veramente eccellente la sua gara a Yas Marina – mentre Stroll naviga costantemente fuori zona che interessa. Cosa farà il papà che ha imbastito tutta l’operazione post-Force India proprio per fornire una monoposto competitiva al giovin figlio? Mah. Un anno d’oro anche per la Toro Rosso , prossima Alpha Centauri: due podi e Kvyat a punti nella gara finale quasi a compensare la prestazione da retrovie dell’atteso Gasly – autore di una toccata evitabile allo start – dopo l’exploit brasiliano. La Renault da top 10 in qualifica è invece progressivamente calata in gara con Ricciardo, però, ancora una volta davanti al compagno Hulkenberg (anche in classifica finale) al passo d’addio dalla scuderia francese e dal Circus. Spiace per Nico ma i risultati contano: tantissime gare e mai sul podio e l’australiano appena arrivato l’ha battuto. Finale di stagione, infine, molto faticoso per Haas e Alfa Romeo, entrambe partite con ben altre ambizioni e chiamate l’anno prossimo al riscatto anche perché sia Gene Haas che la Casa del Biscione, prossima a essere inglobata nel nuovo gruppo PSA-FCA, dovranno valutare bene il prosieguo dell’avventura.