(17/8/2020) – E ora? Nemmeno i quasi 50 gradi dell’asfalto di Barcellona hanno frenato la Mercedes che, con tutta evidenza, ha trovato (rapidamente) la soluzione ai problemi di degrado rapido dei suoi pneumatici denotati a Silverstone e all’Hungaroring. A questo punto il secondo posto di Verstappen, dietro l’impeccabile Hamilton a quota 88 vittorie, ma davanti all’altra black arrow di Bottas va considerata come una vera vittoria. Nello stesso tempo, per il finlandese è già chiaro che il tanto strombazzato “piano” per battere il compagno di squadra non c’era e non c’è: pessima partenza, terzo posto, Lewis che se ne va. Questi tre sono gli unici a pieni giri e la cosa deve far riflettere. La Ferrari? I punti, questa volta, li ha portati Vettel – Leclerc ritirato dopo il testa-coda dovuto all’improvviso tilt della SF1000 – ma quanta sofferenza, quante incomprensioni, quanta tensione. Non buono, in vista delle prossime gare.
VERSTAPPEN UNICO PROBLEMA DI HAMILTON– Soltanto la Red Bull di Max Verstappen, ormai, può costituire un ostacolo verso la serena rincorsa di Hamilton al settimo titolo mondiale che gli farà eguagliare il record stellare di Schumacher. Ci si aspettava addirittura di più dall’olandese ma la cautelativa sostituzione del motore con la versione con più chilometri non ha aiutato. Complimenti a lui, comunque, per aver almeno spezzato la serie di doppiette Mercedes e ora c’è grande attesa e curiosità per vedere come potrà comportarsi su piste super veloci come Spa e Monza. Hamilton è stato irreprensibile, concentrato e votato al miglior trattamento degli pneumatici ed è opinione abbastanza comune che l’unificazione delle mappature del motore, imposta dalla FIA già dal GP del Belgio, non sortirà grandi effetti. Come sempre, la Mercedes si dimostra araba fenice: rinasce e ancora più forte, dall’alto di un bagaglio di innovazioni tecniche inesauribile. La Ferrari, al contrario, sprofonda in un abisso dal quale nessuno sembra avere idea di come uscirne. Come sono lontani i giorni della presentazione a Reggio Emilia della SF1000, quando sembrava che a Maranello avessero partorito l’arma segreta per battere la concorrenza. I test collettivi di Barcellona, invece, non avevano mentito: nata male, insensibile ad ogni cura. A questo sproposito tecnico, si è aggiunta l’opinabile decisione di rompere il rapporto con Vettel prima che la stagione avesse inizio. Il risultato lo stiamo vedendo di gara in gara: si vive da separati in casa, il dialogo è difficile. Forse inutile. Sebastian è andato finalmente e bene a punti ma ha dovuto lottare con una Rossa poco incline a scorrere fluida e con il muretto, dal quale reclamava una strategia per il finale di gara. Ora Binotto sembra prossimo ad alzare bandiera bianca, al di là delle frasi di circostanza. Casa Agnelli non ha fatto sconti allo juventino Sarri, pur campione d’Italia, vedremo cosa conta di fare in questo caso. Nico Rosberg dai microfoni di Sky ha ricordato che è libero l’ex ingegnere motorista Mercedes, Cowell. Ma ingegnere motorista è Binotto, al quale il ruolo di Team Principal non ha portato fortuna. Insomma, un bel ginepraio dal quale però occorre uscire, costi quel che costi: la Ferrari, al momento, è al livello dell’Alpha Tauri (sempre con rispetto parlando).
L’EQUIVOCO RACING POINT – La Racing Point si è distinta in Spagna, sia in prova con il rientrante Perez, sia in gara anche con Stroll. E’ una monoposto che dà soddisfazioni, tanto che lo stesso Hulkenberg, catapultato al volante per sostituire il messicano contagiato, non ha faticato per portarla al vertice. Resta la questione plagio: la FIA si è espressa e l’ha punita, ma allora può continuare a correre con l’attuale configurazione delle prese d’aria dei freni? E se, come dice Binotto, si è copiato fin nei minimi dettagli, chi ha passato il compito? A chiedere chiarezza sono rimasti Renault e Ferrari, oltre più timidamente Red Bull, mentre Williams e Mc Laren si sono fermate alle soglie dell’appello. Non ci hanno fatto una bella figura, né la fa la F1 e la FIA che per bocca di Tombazis ha già ammesso di aver peccato di “leggerezza” nei controlli della monoposto rosa. Toto Wolff si dice “felice” di andare davanti ad un giudice ma davanti alla prima sentenza della FIA non dice una parola contro la Scuderia di Lawrence Stroll, rea accertata di aver avuto chissà come accesso ai segreti Mercedes delle prese d’aria dei freni anteriori. Se l’avesse fatto la Ferrari, per dire, avrebbe probabilmente ritirato le macchine per protesta…. Mah!
Il resto del plotone procede di conserva. Questa volta un passo avanti l’hanno fatto Mc Laren e l’Alpha Tauri mentre ha deluso la Renault (Alonso avrà da lavorare!). Nonostante sprazzi di vitalità nelle qualifiche, restano indietro Haas e Alfa Romeo. Non pervenuta la Williams, nemmeno con Russell.