(31/8/2020) – Il mondiale è finito? Dopo il Gran Premio del Belgio forse sì: Hamilton, a quota 89^ vittorie (50^ doppietta Mercedes dal 2010), domina, è perfetto. Bottas di nuovo secondo, a meno di davvero non so che, sembra aver ormai perso anche quest’anno la battaglia interna (e la bussola). Verstappen, unico incomodo, può considerare un successo insidiare da non troppo lontano le due black arrows ma è roba da terzo posto, secondo se il finlandese toppa. La Ferrari? Crisi nera. Dispersa. Distrutta. Demoralizzata. La Scuderia di Maranello deve reagire subito, ma in questo momento, francamente, non si capisce chi e come possa farlo. I piloti, avete sentito i team radio, stanno dando tutto ma la sostanza di questa SF1000 non c’è o quel poco che c’era è svanito in chissà quali nebbie. A Spa una sola novità: l’ascesa della Renault (buon per Alonso!).
CRISI FERRARI – Nulla di eclatante, dunque, dalla ripresa del campionato a Spa. La capacità di azione e reazione della Mercedes non conosce soste. Un’organizzazione mostruosa. Niente può insidiarla. Questa volta Max Verstappen, in crisi di gomme nel finale, non ha potuto nemmeno avvicinare Bottas ma ovviamente il dato più negativo è lo sprofondo Ferrari sulla stessa pista dove un anno fa Charles Leclerc aveva dato spettacolo, vincendo il suo primo gran premio. Le cose non hanno girato fin dalle prove libere ed è stata una vera sofferenza riuscire ad accedere alla Q2 mentre la Q3 non è stata mai a portata di mano. Brutto copione anche in gara nonostante una gran partenza del monegasco ben presto frenato dai problemi cronici della rossa: scarsa Potenza (Alonso avrebbe gridato “GP2 engine, GP2 engine”?), scarso carico verticale e, se mai lo si trovasse, ecco il drag a mettere la SF1000 in concorrenza con Alfa Romeo, Williams e Haas. L’Alpha Tauri è già di un altro pianeta. Pazzesco. Un salto indietro di decenni. Binotto dice che è eccessivo parlare di crisi ma ritiene che ci si trovi in mezzo ad una tempesta. Ha aggiunto di sentirsi primo responsabile e questo, ahimè, in gergo racing è un primo passo verso l’uscita se le cose non dovessero raddrizzarsi. Pensate se la Ferrari dovesse andare incontro alla umiliazione di Spa, o peggio, a Monza e poi addirittura al Mugello in occasione del celebrando 1000° gran premio. Tutti rimarrebbero al loro posto? Non credo proprio: la pressione sarebbe enorme, il ribaltone, inizialmente interno (ricordate il nome già venuto fuori di Antonello Coletta?), inevitabile se non altro per porre le basi di 2021 diverso. Ora come ora si è sbagliato quasi tutto e, come si dice spesso in politica, si potrebbe dare la stessa responsabilità a chi non ha dimostrato di produrre risultati? Cose che sanno solo a Maranello, ma storicamente questo è quello che si prospetta. Auguriamo comunque a Binotto & C. di ritrovare smalto e prestazioni più accettabili nella doppia sfida tricolore del 6 e 13 settembre. Ne va dell’onore di tutti.
LA LENTA RISALITA RENAULT – Un applauso, come detto, alla Renault che lentamente sta risalendo la china. Intendiamoci, c’è molta strada ancora da fare ma la direzione sembra quella giusta con i piloti finalmente a loro agio e prestazioni che almeno a Spa sono state superiori a quelle delle Mc Laren (a punti con Norris, subito out il povero Sainz) e delle Racing Point a punti con Stroll e Perez (a proposito: la Ferrari ha deciso di non demordere e prosegue nell’azione di reclamo contro la cosiddetta Mercedes rosa). Ricciardo quarto e Ocon quinto possono gioire e la Renault deve rammaricarsi di perdere un pilota come l’australiano – suo anche il giro più veloce – che ad inizio stagione ha deciso di scommettere sulla Mc Laren motorizzata Mercedes 2021. Vedremo chi l’avrà azzeccata. Continua a crescere e a sorprendere l’Alpha Tauri, molto veloce in rettilineo, che sta in particolare mettendo in mostra Gasly per il quale non escludo un prossimo piazzamento eclatante e, per la prossima stagione, il ritorno in Red Bull. Per quanto riguarda la parte bassa del plotone, nessuna nuova. L’Alfa Romeo ha sperato (inutilmente) in un piazzamento a punti con Raikkonen ma ha dovuto raccogliere I cocci della monoposto di Giovinazzi autore di un fuori-pista ad alta velocità da brividi. Ne ha fatto le spese lo spaventato Russell che si è visto arrivare davanti uno pneumatico posteriore per poi impattare contro le barriere anche lui (da qui la safety car che non ha cambiato il volto della gara). Come l’anno scorso, ora all’italiano converrà riscattarsi subito a Monza perchè quel sedile comincia a scottare.