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POST TURKISH GP / HAMILTON SETTE BELLEZZE, VETTEL PODIO D’ORO

(15/11/2020) – Lewis Hamilton sette titoli mondiali, come Schumacher. “Oltre ogni sogno”, ha detto commosso. Per coronarlo, l’inglese ha vinto pure il pazzo Gran Premio di Turchia dopo sessioni di prove sotto tono e un atteggiamento molto critico nei confronti dell’asfalto traditore dell’Istanbul Park. Non è un caso che sul podio siano saliti gli unici tre ancora in lizza in F1 che avevano già gareggiato in Turchia: Hamilton, Perez e Vettel. L’esperienza è un valore inestimabile. La gara? In sintesi: si pensava che Bottas giocasse il tutto e per tutto, ma Hamilton lo ha perfino doppiato; si pensava che Stroll sfruttasse la sua clamorosa prima pole position, ma ancora una volta i punti pesanti li ha garantiti il compagno di squadra Perez; si pensava che Verstappen potesse attaccare la leadership delle black arrows, ma è naufragato abbastanza miseramente. Si pensava, infine, che sarebbe stato Leclerc a dare soddisfazioni alla Ferrari, ma alla fine è stato il miglior Vettel stagionale a riportare sul podio il Rosso. 

LA FOGA DI LECLERC, IL NAUFRAGIO DI STROLL – Lance Stroll, per la verità, ha fatto molto bene per parecchi giri in testa. Dopo il pit-stop – non nel momento più adatto – ha perso terreno e si è disunito. La squadra, in questo senso, deve ancora crescere (a Imola ne ha fatto le spese Perez) ma il canadese deve crescere in fatto di mentalità vincente. Verstappen aveva la possibilità di mettere il suo timbro sul gran premio ma come in Q3 ha perso la pole per un’accelerata di troppo sul bagnato, in gara ha perso il bandolo della matassa dopo una partenza di nuovo da patinamento estremo (partiva però sul lato sporco della pista). Il fatto che non sia riuscito a superare Vettel la dice lunga sulla situazione che ha dovuto gestire, poi resa più critica da testa-coda, pit stop e anche una certa demoralizzazione. Intanto, complimenti sinceri a Vettel. Si è rivisto il tedesco che piaceva a Marchionne: capace, cioè, metterci del suo e di risultare estremamente proficuo in frangenti critici dove la sua esperienza e bravura può fare la differenza. Così è stato ed è stato bello sia rivederlo lottare davanti, sia di nuovo sul podio per un ultimo (ma ci sono ancora tre gare) suggello con l’amata Ferrari. Leclerc, quarto, non può essere criticato: partito anche lui malissimo ha fatto vedere nella successiva rimonta subito con le gomme intermedie di che pasta è: velocissimo, determinato, gran sorpassatore. Lo sappiamo ed apprezzato per queste genuine qualità. La foga dell’ultimo attacco a Perez, con in palio il secondo posto, lo ha tradito. Ecco, deve solo frenare quell’eccesso di foga che spesso lo contraddistingue. E’ un generoso, ma deve sapere che la gloria in F1 si guadagna anche con supplementi di calma e riflessione.

DELUSIONE BOTTAS, ALBON PERDE L’OCCASIONE – Delusioni? Bottas in primis: davvero assurda per inconsistenza la sua gara, che doveva essere decisiva per almeno rimandare il discorso titolo. Lewis è grande ma lui è stato davvero piccolo. Albon: ad un certo punto sembrava potesse guadagnarsi la conferma in Red Bull con un risultato d’eccezione ma con le gomme ormai out si è girato (altri però hanno resistito) e ha perso l’ennesima occasione. La decisione sul suo conto è attesa ad ore: Hulkenberg e Perez bussano forte alle porte di Milton Keynes. Note positive? Le Mc Laren: in ombra nelle qualifiche, si è riscattata in gara grazie soprattutto al talento dei due suoi eccellenti piloti entrambi vieppiù attardati dalle penalizzazioni. Sainz ottimo quinto e Norris ottavo e autore del giro più veloce, well done guys. Lo spagnolo, nello stesso tempo efficace regolarista e implacabile attaccante è pronto per la Ferrari. 

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