(19/11/2020) – E’ morto all’età di 94 anni il giornalista Alfredo Pigna, particolarmente noto per aver condotto dagli anni ’70 la Domenica Sportiva, portando la trasmissione Rai a livelli di ascolto altissimi. E’ ricordato soprattutto per aver associato voce e cronache alla valanga azzurra di sci e alle prime grandi imprese di Albereto Tomba. Ma ebbe a che fare direttamente anche con Enzo Ferrari. Un servizio speciale sul Drake? Sulla Formula 1? No, una puntuta polemica dovuta a quanto scritto sul suo conto dal Costruttore modenese nel libro Flobert, la pubblicazione fuori commercio con la quale Ferrari si divertì a tratteggiare personali ritratti dei giornalisti abituati a raccontare e esaminare nei minimi dettagli le sue gesta.
Cosa successe? Nel famoso libro Flobert, Enzo Ferrari sembrò attribuire al giornalista napoletano la consuetudine di chiedere ai campioni dello sci “se erano felici di aver vinto”, ritendendo evidentemente superflua e malposta la domanda. Pigna non la prese affatto bene e inviò al Corriere della Sera, che aveva pubblicato il brano del libro che lo riguardava, una piccata lettera per smentire recisamente tale presunta abitudine e nella quale scrisse testualmente: “L’ingegner Ferrari ha affermato sul mio conto cose non vere e gravemente lesive del mio prestigio di giornalista”. Pigna ritenne inoltre di aver capito il perché di quell’attacco: “Ho un fondato motivo per ritenere – aggiunse – che Ferrari abbia voluto punirmi per quell’unica intervista contenuta nel mio libro “Miliardari in borghese” che gli feci 15 anni fa e che lui ricorda nel suo Flobert. Poi altre precisazioni: “Un’intervista né cattiva né irrispettosa” e “Nel capitolo dedicato a Ferrari raccontavo verità che, probabilmente, il diretto interessato non avrebbe gradito. Ma erano verità, a livello di testimonianza diretta, che del resto l’Ing. Ferrari, notoriamente penna facile, non ha mai smentito”. Infine la stoccata finale: “L’Ing. Ferrari sostiene che una delle sue aspirazioni era (e resta) quella di fare il giornalista. A giudicare dai risultati, direi che scegliendo il mestiere di costruttore ha raggiunto vertici che gli sarebbero stati negati in una professione nella quale dote maggiore resta la scrupolosa fatica che bisogna mettere nel catturare e nel vagliare le notizie. Soprattutto quelle che possono danneggiare e gravemente diffamare chi ne è protagonista (o vittima)”.
Fin qui Pigna. Ferrari prese atto della replica e non fece mancare la sua contro-risposta, a mezzo lettera inviata al giornalista stesso, con la quale attribuì la genesi dell’incomprensione al Corriere, reo di aver riportato “parzialmente e confusamente quanto da me scritto”. Poi la precisazione: “Nessuna intenzione punitiva, nessun ricordo svalutativo…mi spiace che il tentativo di simpaticamente ricordarla si sia tramutato in una interpretazione opposta”. Chiusa lì. Pigna, che a sua volta stava per inviare una ancora più piccata lettera al Drake, intese a quel punto recedere da tale intento ma quanto accaduto lo ferì così tanto che nella sua rubrica sulla rivista “L’Intrepido” si riservò questo epilogo: “E’ una pizzicata che resta in un libro di Enzo Ferrari, il grande Ferrari, quello che tutti noi ammiriamo e amiamo per ciò che rappresenta di coraggio, fede, lealtà. Io trovo che tutto questo è molto malinconico”.