(18/12/2014) – John Booth compie oggi 60 anni. Inglese di Sheffield, figlio di un macellaio, è stato in prima fila con Ayrton Senna – erano i tempi della Formula Ford, anni ‘80 – ma messa da parte ogni velleità da pilota, nel 1990 ha creato uno dei team inglesi più competitivi (F. Renault, Euro F3, F3 inglese) e prolifici di campioni, come la Manor Motorsport. Tra i drivers che gli devono qualcosa, Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Poi le sirene della F1, dove proprio non gli è andata bene. Si è affacciato nella massima formula insieme a Nick Wirth con ruoli nelle sfide lanciate da Campos, USF1 e Lotus, notoriamente non proprio felici. Nell’ultimo periodo è stato il Team principal prima della Virgin e quindi della Marussia: tante speranze ma alla fine operazioni che si sono rivelate prive di risultati. Non solo: Booth ha vissuto sulla sua pelle gli incidenti di Maria De Villota e più recentemente di Jules Bianchi che probabilmente rappresenteranno il suo cruccio in queste ore di festa. Peccato, perché a Montecarlo erano finalmente arrivati i primi punti iridati della Marussia proprio grazie a Jules, ma nulla è poi riuscito a risollevare la scuderia stabilmente dalle ultime file e posizioni, fino al repentino defilamento dei russi proprietari, sopraffatti dai costi ingenti. Il materiale è ora all’asta (Haas ha fatto sapere di essere interessato anche alla factory inglese), ma forse John ha ancora qualche sorpresa in serbo… La Manor c’è ancora. Buon Compleanno!
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