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STICCHI DAMIANI: “MONZA PROBLEMA TERRIBILE”. Ma non punta sul Mugello o Imola

(23/2/2015)Il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, è presenza ormai consueta alla cerimonia di premiazione dei campioni 2014 Rallies & Velocità di Puglia, Basilicata e Molise. Prima di proseguire per la sua Lecce, presso il Teatro Sociale di Fasano ha contribuito con piacere alla consegna di coppe, targhe e riconoscimenti. E’ stata l’occasione per rivolgergli qualche domanda e per ottenere risposte interessanti.
Presidente, qual è lo stato di salute dell’automobilismo tricolore alla vigilia della stagione agonistica 2015?
Il peggio dovrebbe essere passato. Abbiamo buoni segnali del fatto che ci sia una ripresa in atto per ciò che riguarda le vendite di auto nuove, da cui dipende un po’ tutto il sostegno al nostro sport. Mi sembra che le gare iscritte e i piloti che stanno completando i loro programmi, sia a livello nazionale che internazionale, siano assolutamente non solo in linea, ma di più. Le prospettive dunque sono buone dalla Formula 1 per finire al karting, per cui il 2015 sarà un anno importante.
Però per il quarto anno consecutivo siamo senza piloti italiani in Formula 1
Nel 2015 avremo un pilota italiano, Marciello, che correrà in un team italiano, la Trident, in GP2 con i colori dell’Aci, oltre quelli del Ferrari Driver Academy. Noi speriamo che questo possa essere già un grande segnale. Inoltre lui sarà terza guida della Sauber e siamo veramente fiduciosi che se farà bene in GP2 possa aver un posto in F1 già dal prossimo anno.
Si è scritto che il programma Junior della Red Bull è molto più concreto di quello FDA. Lei che ne pensa?
Difficile dare giudizi. A volte ci sono fattori anche impensabili che possono incidere. Purtroppo l’incidente di Bianchi, che non è italiano ma è sostanzialmente un risultato della nostra scuola, ha interrotto una carriera importante.
Alla Ferrari si è consumata una ampia riorganizzazione: come vede questo rinnovamento?
Sicuramente la Ferrari sta investendo molto per cercare di voltare pagina e riuscire a recuperare quella credibilità che purtroppo nell’ultimo anno si era un po’ persa insieme alla fiducia in quelle che sono le reali possibilità di una macchina che è sempre stata vincente o tra le vincenti. Le nuove regole purtroppo hanno colpito molto di più rispetto ad altri team che pure all’inizio sono risultati impreparati. Sono convinto che ci sarà una reazione forte e soprattutto un pilota come Vettel che ha forse qualche entusiasmo e motivazione in più rispetto ad Alonso. Lo spagnolo è stato straordinario, forse il più bravo dei piloti che abbiamo avuto negli ultimi anni nel campionato del mondo, ma che forse le delusioni avevano reso demotivato e quindi non nelle condizioni psicologiche migliori per affrontare questa fase.
Presidente, come ha vissuto personalmente il traumatico addio di Montezemolo alla Ferrari, anche alla luce del successivo diniego di Marchionne alla sua partecipazione al Gruppo di Coordinamento della F1?
Sono cose difficili in cui entrare…

La Ferrari è un’azienda importantissima che sta in uno dei gruppi più importanti del mondo e le dinamiche interne sono difficili da valutare. Sul piano personale, chiaro, mi è dispiaciuto perchè Montezemolo ha rappresentato sicuramente l’immagine della Ferrari, insieme anche a Stefano Domenicali. I tifosi italiani, e non solo, della Ferrari hanno perso contemporaneamente due riferimenti. Adesso staremo a vedere se questa, diciamo, cura così violenta sarà il motivo o la scusa per cui cambino completamente i risultati.
A gennaio lei ha partecipato a Torino ai festeggiamenti per i 110 anni dell’ACI insieme ai vertici FCA. A giugno verrà presentata la nuova Alfa Romeo: sarà anche il momento del ritorno del Biscione alle corse?
Penso di sì. Ci sono tutte le condizioni e c’è la volontà. Il Gruppo vuole investire molto su questo marchio, sia in Italia che all’estero, quindi mi sembra che siano maturate tutte le condizioni. A giugno ci sarà questa presentazione e il Presidente Elkann mi ha invitato: speriamo che da questo nuovo modello che verrà lanciato l’Alfa Romeo ritrovi quel fortissimo appeal che ha sempre avuto in tutti gli sportivi di qualunque età.
Questione Monza: ce la farà Ivan Capelli a salvare il Gran Premio di F1?
Il problema è importante, serio, complesso, ed è difficile oggi dare delle risposte certe. Ce la stiamo mettendo veramente tutta, tutti, perché non è facile. Se arriverà, ed è in dirittura di arrivo, il Decreto 1000 Proroghe consentirà alla Regione Lombardia di defiscalizzare l’acquisto di una parte del Parco e  la Regione avrà quindi la possibilità di finanziare quanto meno i lavori sull’impianto. Penso che questo sia anche un segnale per cui, una volta investite le somme, si dovranno poi trovare i soldi in più da dare a Ecclestone dal 2017 al 2020. Non si tratta di somme trascurabili e sono ovviamente risorse importanti, però penso che se Regione, Governo, Municipalità di Milano e di Monza, l’Aci, che a mio modesto avviso ha un ruolo molto importante, Aci Milano e Sias staranno tutti insieme allo stesso tavolo si può riuscire con molta fatica, difficoltà e grande spirito di sacrificio a risolvere questo terribile problema.
Ma, anche in ottica costi, l’ipotesi di un’alternanza con un altro autodromo, come in Germania, è improponibile? Per essere chiari: il Mugello o Imola sono in lizza?
Secondo me sarebbe più costoso, non meno. Intanto: se si riusciranno a realizzare i lavori a Monza, come io spero, l’Autodromo avrà una valenza maggiore rispetto a quella attuale e, io penso, anche un ritorno ad un fascino più antico che oggi per tanti e tanti motivi si è perso. Riuscire a portare nelle stesse condizioni di Monza sia Imola che il Mugello mi sembra abbastanza difficile e comunque costoso. Allora, secondo me conviene investire su uno, avere un impianto sicuramente da F1 e puntare su quello, considerando che dal 1922 il Gp di Italia si corre a Monza e c’è una storia.
Poi ci sono tante altre cose che si possono fare, a cominciare dal Gran premio di Formula E. Noi dovremo candidare una città importante per un circuito cittadino e c’è quindi questa possibilità laddove ci sia voglia di investire in un campionato che secondo me avrà successo.
C’è una realtà italiana di proprietà tedesca che intensifica il suo impegno nelle competizioni: la Lamborghini. Come valuta questa decisione?
Un fatto sicuramente importante. Il Gruppo Audi, come tutti sappiamo, è molto forte, con tantissimi italiani a cominciare da Luca De Meo. Quindi una fabbrica che è sicuramente di proprietà tedesca ma con un cuore italiano. Mi sembra che nel Gruppo Volkswagen, tramite Audi che per ciò che riguarda la velocità è quella notoriamente deputata a crescere in questo mondo, si stiano facendo dei ragionamenti importanti. Domenicali di sicuro non è andato lì per nulla, ma certamente ci sono dei programmi seri, quanto meno da valutare e verificare. Finora loro, con il marchio Volkswagen, nel mondiale rally hanno ottenuto i risultati voluti. E’ prevista un’uscita da questo campionato e tutti immaginiamo che ci sarà un maggiore impegno nella Velocità col marchio Audi.
Veniamo ad una dimensione regionale: nella sua Puglia c’è un autodromo ma da anni non si disputano più gare titolate Aci Sport: che fare?
L’Autodromo del Levante è nel mio cuore perché è stato una delle mie prime sfide dal punto di vista tecnico e quindi lo ritengo importantissimo. Purtroppo ci sono delle condizioni complesse per poterlo allungare e portarlo a dimensioni tali da consentire lo svolgimento di gare di campionato italiano. Nonostante questo, i pugliesi potrebbero utilizzarlo di più. In altre parti di Italia ci sono altre realtà come quella di Binetto con le quali si convive. Quindi ci vorrebbe da parte di tutti i pugliesi maggiore attenzione per questo autodromo.
Ultima domanda: nel dicembre 2013 Jean Todt venne a Lecce per una iniziativa sulla sicurezza stradale ed espresse il desiderio di tornare in forma privata. Lo farà?

Lui me ne parla, ha piacere di tornare per turismo e per mangiare una buona mozzarella.

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