(22/5/2015) – Nel 1955 Alberto Ascari aveva cominciato la prima vera stagione con la Lancia. L’anno prima, dopo il clamoroso divorzio dalla Ferrari, aveva dovuto aspettare fino a stagione inoltrata che la innovativa D50 venisse pronta. Il 22 maggio 1955, 60 anni fa, al Gran Premio di Monaco, seconda prova di campionato, il due volte campione del mondo era in testa ma improvvisamente, dopo la chicane all’uscita del tunnel, fu protagonista di un insolito e spettacolare incidente: finì in mare – allora non vi erano guard rail – probabilmente a causa di una chiazza di olio lasciata dalla Mercedes di Moss che rese incontrollabile la vettura in quel punto molto veloce (https://www.youtube.com/watch?v=vtxrp52PeDE). Prontamente soccorso, il pilota milanese se la cavò con un grosso spavento, la rottura del setto nasale e qualche altra ammaccatura. Il fatto è che molto probabilmente quell’evento innescò il successivo comportamento innaturale per un uomo così metodico e anche scaramantico come lui. E’ storia: quattro giorni dopo, Ascari si presentò infatti a Monza in compagnia del fido Gigi Villoresi. Arrivò in tarda mattinata a bordo della sua 600 nuova di zecca e rese visita a Eugenio Castellotti impegnato in un test della Ferrari 750 Sport in vista della 1000 Km. In un momento di pausa, chiese di provare la macchina, inaspettatamente, pur senza il suo abbigliamento al quale non rinunciava mai. Il rumore di uno schianto terribile, alla curva che oggi porta il suo nome, fu l’ultima nota di cronaca della sua carriera. Un cedimento meccanico? Un malore? L’attraversamento sconsiderato della pista da parte di qualcuno? Ancora non ci sono certezze. Il 26 maggio di quell’anno, trent’anni dopo il padre Antonio, a 37 anni, il campionissimo non c’era più.
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