(24/8/2105) – Ieri è morto Guy Ligier, il costruttore francese che seppe arrivare fino al top in Formula 1 dove in venti anni ha collezionato 326 presenze, 9 vittorie e altrettante pole positions e 50 podi. Il 12 luglio scorso aveva compiuto 85 anni e, a dispetto della venerabile età e della ormai datata uscita dal Circus, restava un mito e un protagonista del motorsport, sebbene poi impegnato nella produzione di micro-cars e di fertilizzanti. A giugno scorso era nel paddock della 24 Ore di Le Mans alla presentazione della Ligier JS P3, l’ultima realizzazione della Onroak Automotive che la metterà in pista nel WEC, ELMS e Asian LMS nella LMP3, la nuova categoria concepita dall’ACO (Automobile Club de l’Ouest). Patron del Team è Jean Nicolet, imprenditore e vero appassionato, che circa due anni fa ha rilanciato, in accordo col fondatore, il marchio Ligier deciso a continuare una lunga e affascinante storia. “Il marchio Ligier ha fatto la storia della Formula 1 ed ha conquistato anche un podio a Le Mans. Ha quasi un qualcosa di magico e sono molto orgoglioso di potermi associare ad esso”, spiegò Nicolet.
Guy Ligier è storia della F1. Sportivo nato, grande amico dell’ex presidente francese Mitterand, dopo essersi dedicato al motociclismo (nel ’59 corse il GP di Francia nella classe regina, la 500), passò alle quattro ruote, prototipi e monoposto, insieme al fraterno amico Jo Schlesser. Corse due anni in F1 (1966 e 1967) su Cooper Maserati e Brabham Repco. La tragica morte di Schlesser (al quale dedicherà la sigla fissa JS per le sue monoposto) determinò il passaggio definitivo di Guy nella categoria dei costruttori e fondò la Ligier. La Formula 1 era ormai molto popolare e nel 1976 ai nastri di partenza c’era anche l’azzurra monoposto francese – i premi di eleganza erano tutti suoi – con motore francese (il Matra 12 cilindri) guidata da Jacques Laffite. Momenti salienti? Indubbiamente la prima vittoria ad Anderstorp nel 1977, la stagione 1979 che dopo l’iniziale fantastica doppietta Argentina–Brasile di Jacquot, vide il pilota fantino antagonista delle Ferrari e di Scheckter per la conquista del titolo fino al GP di Monza. Poi l’accordo con la Talbot del 1981 che però non fu foriero di grandi risultati, quindi la fornitura motore Renault (ma monterà anche il Ford, il Judd, il Lamborghini, il Mugen Honda). Tanti, poi, i piloti cresciuti alla corte di Guy, come, tra gli altri, Laffite, Depailler, Pironi, Jarier, Cheever, De Cesaris, Boutsen, Arnoux, Comas e Panis che ha siglato l’ultima vittoria di una monoposto denominata Ligier, a Montecarlo nel 1996. La struttura fu infine rilevata da Alain Prost che ne fece la Prost Grand Prix, senza fortuna.