(29/4/2016) – TYRRELL SIX WHEELER, GOOD IDEA, BAD RESULTS. Tra gli eventi che caratterizzarono lo splendido e drammatico campionato mondiale di F1 1976, ve ne fu uno tecnico molto rilevante: l’esordio della Tyrrell P34, monoposto a sei ruote, con quattro più piccole anteriori. Il 2 maggio di quell’anno, 40 anni fa, al Gran Premio di Spagna a Jarama, la rivoluzionaria vettura progettata da Derek Gardner fu affidata al solo Depailler – Scheckter, l’altro pilota del “boscaiolo” Ken, l’avrebbe guidata dal successivo GP del Belgio – che fece segnare il terzo tempo in qualifica ma si ritirò in gara al 25 giro per un’uscita di pista. Un idea di successo? Concetto indubbiamente corretto, che resta nella storia della F1, ma con problematiche alla fine rivelatesi insormontabili.
Se è vero in quella stagione la macchina si rivelò competitiva, e infatti arrivarono una vittoria (Jody in Svezia), otto secondi posti e un terzo posto, con i due piloti in classifica finale dietro solo ai mattatori assoluti Hunt e Lauda, è anche vero che le problematiche emerse la resero di difficile gestione. L’intento di Gardner era di assicurare con quella coraggiosa trovata un più efficace inserimento in curva (i piloti potevano controllare le condizioni delle ruotine da una finestrella ricavata nell’abitacolo) e soprattutto una vantaggiosa pulizia dei flussi d’aria, diretti verso il posteriore senza il disturbo degli pneumatici anteriori. Nei fatti e alla lunga, la P34 poi P34/2 si dimostrò pesante, tanto che molti particolari dovettero essere realizzati in titanio, e inoltre la spiccata aderenza anteriore andava a discapito della stabilità del posteriore, difetto al quale si tentò di ovviare con parecchi interventi (vedi alettone e muso) e pensando subito ad una nuova sospensione per il 1977.
Buon per Scheckter, a suo agio col sovrasterzo, meno per Depailler che infatti non riuscì a vincere (ma ci andò vicino a Monza, in Canada e al Fuji). Detto che il vantaggio aerodinamico veniva vanificato dalla presenza degli enormi pneumatici posteriori di allora, il problema dei problemi fu però il rapporto con il fornitore degli pneumatici, la Good Year. La produzione speciale e apposita per la Tyrrell – che già godeva per esempio di mini-ammortizzatori Koni – divenne ben presto insostenibile per la casa americana: nel 1977 la situazione non decollò nonostante sei podi da parte di Depailler e Peterson e il progetto venne abiurato. Nel ’78 si tornò alle tradizionali quattro ruote con il Project 008 sotto la guida tecnica di Maurice Philippe che aveva preso il posto del dimissionario Gardner al quale va dato atto di aver guardato avanti. La sua valida intuizione fu colta da Williams e March che però non andarono oltre alcuni test.
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La Tyrrell 6 ruote del 1977 |