(30/5/2016) – Montecarlo: Vettel quarto, Raikkonen uscito di pista, Mercedes e Red Bull prima e seconda forza del campionato. Insomma, si deve parlare di crisi Ferrari? Il campionato è andato? La SF16-H non decolla – progetto sbagliato? – e i piloti sembrano nervosi e depressi. Lo stesso Vettel, sportivamente e caratterialmente, appare un altro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I corsi e ricorsi storici, purtroppo, non aiutano a sperare: anche 25 anni fa, nel 1991, la Ferrari 642 stentava e l’ambiente del Cavallino non era sereno. Guarda caso, proprio dopo il Gran Premio di Monaco – allora non bastò il terzo posto di Alesi – e prima del Gran Premio del Canada scattò il licenziamento in tronco del Direttore Sportivo dell’epoca, Cesare Fiorio.
Dopo due anni e mezzo – praticamente dalla morte del Drake – il Consiglio di Amministrazione della Ferrari, presieduto da Piero Fusaro, ritirò repentinamente la fiducia all’abbronzato responsabile della Gestione Sportiva che venne sostituito niente meno che da Piero Ferrari; sul ponte di comando salirono anche Claudio Lombardi, un tecnico, e Marco Piccinini, per i rapporti con le Autorità e i media. La pervicace autonomia, il rapporto ormai deteriorato con Alain Prost, la spasmodica ricerca della firma con Senna e nel contempo l’inscalfibile superiorità di Mc Laren e Williams, ma chissà quant’altro, costarono il posto a Fiorio, al quale non bastarono 9 vittorie e un titolo mondiale sfiorato l’anno prima (sfumato per il noto scontro Prost-Senna alla prima curva di Suzuka) per continuare l’attività a Maranello. Oggi la monoposto di James Allison e Simone Resta stenta a mantenere il passo dei rivali, il presidente Marchionne, al di là delle dichiarazioni di facciata, mostra segni di insofferenza, Kimi Raikkonen delude e Maurizio Arrivabene è sulla graticola. Una miscela molto simile a quella del 1991, non vi pare?