(21/6/2016) – Toyota e Mazda a Le Mans: dalla crudele delusione di domenica scorsa al 25° anniversario della grande vittoria del motore rotativo nel 1991. Onore, in entrambi i casi, alla tecnologia (e anche alla filosofia) giapponese applicata al mondo endurance motorsport. La Toyota TS050 – motore turbo 2.4 litri, sistema ibrido 8MJ e nuovo telaio – avrebbe meritato la vittoria (entrambe le biposto sono state al comando) e il drammatico stop ad un giro dalla fine di Kazui Nakajima (in equipaggio con Davidson e Buemi) è stato davvero un colpo basso per gli uomini della Gazoo Racing. “Non ho parole per descrivere le nostre emozioni. E’ semplicemente straziante ma torneremo nel 2017 più forti e più determinati a vincere”, ha detto Toshio Sato, presidente della squadra. Non sarà una improvvisa perdita di alimentazione a fiaccare l’impegno verso l’obiettivo principe della Toyota che era e resta quello di vincere a Le Mans. “Questa esperienza è piuttosto difficile da accettare, ma ci renderà più forti”, conferma Anthony Davidson. Porsche e Audi sono avvisate.
MAZDA 1991 – Il 23 giugno 1991 sul traguardo della 24 Ore di Le Mans transitò per prima una vettura dalla appariscente livrea arancione e verde e con un’inconfondibile rombo del suo motore, quello ormai mitico dotato di quattro rotori. Circa 21 ore dall’inizio della gara, dopo una lunga battaglia contro le favorite Mercedes-Benz e Jaguar, la Mazda 787B prese il comando della gara per la prima volta e non lo abbandonò più fino alla fine della corsa. Fu Johnny Herbert a vedere per primo la bandiera a scacchi dopo 362 giri (3.065 miglia) a una velocità media di 205 Km/h. Ad oggi, si tratta dell’unico trionfo registrato da una casa produttrice asiatica alla più antica gara di resistenza al mondo e l’unica vittoria registrata da un’automobile da corsa dotata di motore rotativo. Più impressionante rispetto alle semplici specifiche del motore rotativo R26B della 787B – che era caratterizzato da un esclusivo sistema di iniezione e tre candele per rotore, producendo la bellezza di 522kW / 710CV a 9,000rpm – era il fatto di quanto il motore stesso potesse essere affidabile ed allo stesso tempo di quanto l’auto fosse veloce nelle mani di un trio d’eccezione formato da Herbert, Volker Weidler e Bertrand Gachot. Le tre Mazda che parteciparono alla competizione – due nuove 787B e una 787 dell’anno precedente – completarono la gara, posizionandosi prima, sesta e ottava nella classifica generale. Dopo le normali ispezioni di routine al termine della corsa, gli ingegneri Mazda affermarono che l’R26B era talmente in buone condizioni che avrebbe potuto correre un’altra 24 ore!