(15/2/2021) – All’Hotel Fini di Modena c’era anche Alba Parietti alla presentazione della Lambo, la nuova monoposto pronta per partecipare al campionato mondiale di Formula 1 1991, giusto trent’anni fa, col motore Lamborghini progettato dal Direttore Tecnico Mauro Forghieri. Piloti Nicola Larini ed Erik Van de Poele, patron del così battezzato Modena Team, il piemontese Carlo Patrucco, all’epoca vice presidente Confindustria e già Presidente dei Giovani Industriali tra il 1982 e 1984. Gli ingredienti per una più che dignitosa militanza nella massima formula c’erano tutti, ma tutta la faccenda affondava le radici in un terreno già dimostratosi poco fertile e il rilancio non produsse risultati apprezzabili per conoscere infine un triste epilogo col coinvolgimento di Patrucco stesso in brutte grane giudiziarie.
IDEA MESSICANA, SVILUPPO MODENESE – Tutto era cominciato nel 1989, quando l’uomo d’affari messicano con forti legami politici Fernando Gonzales Luna, si invaghisce della F1 ed entra in contatto con Forghieri a capo della Lamborghini Engineering per gettare le basi del nuovo team Glas, che stava per Gonzales Luna Associates. Il progetto prende vita e la neonata 291 svolge i primi test con una due giorni sulla pista di Imola, al volante il reggiano Mauro Baldi. Ma a dicembre 1990 il colpo di scena: i messicani si eclissano. Forse problemi finanziari o più probabilmente, visto che i capitali erano sempre stati messi puntualmente a disposizione, il venir meno di decisivi appoggi politici dopo le presidenziali messicane. Che fare, a quel punto? Il tempo stringe e dalla cerchia di conoscenti di Forghieri ecco venir fuori Carlo Patrucco che in poco tempo assicura i capitali, rimpingua l’organico e battezza il Modena Team – che diventa team cliente della Lamborghini Engineering by Chrysler – in tempo per prendere parte alla prima gara 1991 in calendario negli Usa, a Phoenix, il 10 marzo. Piccolo particolare: i team iscritti sono ben 18 e l’ultima arrivata deve sottostare alla tagliola delle pre-qualifiche del venerdì mattina. Il sempre forte Larini regala soddisfazioni: non solo si qualifica ma in gara coglie un più che positivo settimo posto. Sembra l’inizio di una bella avventura corroborata, dopo il flop in Brasile, dalla gara di Van de Poele a Imola, dove solo un errore nel quantitativo di benzina imbarcato nega un clamoroso quinto posto. Dalle stelle alle stalle: da quel momento l’asciugarsi dei finanziamenti, il mancato sviluppo della monoposto, una certa approssimazione, un clima interno assai teso con il venir meno di Forghieri, consentono al solo (delusissimo) Larini di qualificarsi ancora in Ungheria, Italia e Australia ma per navigare nelle retrovie. Nemmeno la manforte economica della giapponese Central Park rivitalizza il team ormai allo sbando che infatti, a fine stagione, sparisce per sempre.