(11/2/2021) – HOW TO BEAT LEWIS HAMILTON. Ora che finalmente la telenovela Hamilton – Mercedes è finita con la firma del contratto di un anno più opzione per il 2022, conviene concentrarsi sull’aspetto sportivo: come battere il forte sette volte campione del mondo inglese? Dispone di una monoposto eccezionale, non c’è dubbio, ma Lewis migliora di anno in anno, grazie alla sua spiccata e mai sopita tendenza al perfezionismo. Alla fine, però, nessuno può dirsi imbattibile e lo stesso pilota che sta insidiando e anche battendo i record di Michael Schumacher non è esente da pecche e difetti. Quali? Ecco cosa pensano di lui e dei suoi lati deboli i colleghi che finora hanno visto frustrate le ambizioni ma che dovrebbero affiancare alla sfida in pista anche un lavoro sugli aspetti psicologici di questa contesa sul filo dei 300 Km all’ora.
IN CORO: HAMILTON NON E’ IMBATTIBILE MA…. – Anche per auto-convincersi, i maggiori rivali di Lewis Hamilton battono sullo stesso chiodo: nessuno è imbattibile e tanto meno l’inglese pluricampione. Se lo ripete, finora senza risultati di rilievo, in primis il suo compagno di squadra Bottas che già nel 2019 affermava: “Hamilton non è imbattibile, devo solamente lavorare di più. Dovrò esaminare meglio alcuni aspetti”. Meglio che si sbrighi, perchè Russell scalpita…A seguire, ecco i rilievi degli alfieri di Ferrari e Red Bull. Leclerc è diplomatico, per quanto deciso; “Lewis è un grandissimo pilota, completo, consistente, però penso sia battibile. Adesso lui è un pilota più completo di me ma io sto lavorando per migliorarmi al massimo, e stargli davanti il più possibile”. Più aspro, a fine anno scorso, Max Verstappen che non regala niente anche se in seguito ha addolcito la posizione: “Onestamente, il 90% dei piloti in griglia potrebbe vincere con quella macchina. Non ho niente contro Lewis, è un grande pilota, ma l’auto è molto dominante. Forse gli altri piloti non dominerebbero tanto quanto Lewis ma vincerebbero lo stesso, dunque non resta che accettare la situazione e ottenere il meglio di te”. Conciliante Seb Vettel: “È estremamente talentuoso e non credo che per lui sarà un problema andare veloce e adattarsi a condizioni diverse. Sarà sempre lì davanti ma non è imbattibile”.
ASCOLTATE NICO ROSBERG CHE LO HA BATTUTO – Alla fine, tutti dovrebbero dare ascolto a qualcuno che lo conosce bene e che, inoltre, è stato l’unico a batterlo negli ultimi sette anni: Nico Rosberg, che nel 2016 si avvalse anche dell’auto di uno psicologo per fare breccia nelle crepe caratteriali del team mate. “Lewis è’ indubbiamente uno dei più forti piloti di tutti i tempi, ma non è invincibile: anche lui ha i suoi punti deboli. Se le cose non vanno per il verso giusto può accusare cedimenti dal punto di vista delle prestazioni e delle motivazioni, aprendo così il fianco ai suoi avversari”. Ospite a ‘Paddock Live Show’ su Sky Sport F1 lo scorso agosto, il tedesco ha precisato meglio suggerendo la strategia a Bottas: “Per batterlo devi entrare nella sua testa, perchè lì non è così forte. Bottas deve fare questo, anche se mi sembra che abbia difficoltà. Mi aveva anche chiamato, poi forse il team gli ha chiesto di non interpellarmi“. Nello stesso tempo, sul sito ufficiale della F1 gli ha tributato il giusto onore: ”È incredibile come posiziona l’auto in maniera così intelligente. Ogni volta che provavo ad andare contro di lui, a trattenermi e a combattere, lui riusciva sempre a rimanere nell’area grigia. Ogni volta che ci provavo, saltavo subito dalla zona grigia a quella nera, non consentita. Lui invece era così bravo a restare nell’area grigia, non rendendolo mai davvero al 100% colpa sua. Era una sua grande forza questa delle battaglie ruota a ruota, uno dei tanti enormi punti di forza che ha”. Anche Damon Hill, un altro pilota che ha dovuto lavorare molto sulla “testa” sia per imparare a sopportare il peso del nome che porta, sia per affrontare a suo tempo Michael Schumacher, il Cannibale, punta sull’aspetto psicologia.: “L’unico modo per batterlo è fare come ha fatto Rosberg, e cioè portare Hamilton su un terreno a lui poco consono e non farlo sentire a suo agio. Lewis può vantare un concentrato di talento, esperienza e fiducia che probabilmente è senza precedenti, ma non sembra che l’astuzia e i ‘giochetti’ facciano parte del suo bagaglio. Perciò, se qualcuno riuscisse a portarlo al di fuori della sua zona di comfort, potrebbe rivelarsi più vulnerabile”. Francamente, pare però che sia molto migliorato anche da questo punto di vista.
LE CONFESSIONI DI HAMILTON – E lui, l’epta-campione del mondo, cosa ne dice di se stesso? In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport nel 2019 fece una confessione: “Non sono molto interessato ai test, non mi piacciono, quelli di gomme in particolare. C’è gente che si taglierebbe un braccio per fare il mio mestiere, ma come in tutti i lavori del mondo c’è una parte che col tempo diventa noiosa. Ci sono prove in cui i primi 20 giri sono belli, poi pensi che ne devi fare altri 100 e ti dici ‘Oh, mamma…’. Sai già come va la macchina, non c’è competizione, non è il massimo del divertimento. Ci sono piloti che amano girare in tondo tutto il giorno. Io non li capisco”. Poi un altro aspetto abbastanza curioso: “Per me il talento contiene l’intelligenza tattica. Poi, se ne hai molto, puoi decidere di lavorare poco o tanto. Senna e Schumacher avevano una grande etica del lavoro ed è il motivo per cui hanno conquistato tanto successo. Io punto a quel tipo di atteggiamento. Tutto ciò che non si vede, l’allenamento, le riunioni infinite con i tecnici: in questo sono riservato e non ne parlo spesso, ma ho un deficit di attenzione, dopo mezz’ora arriva un momento in cui non seguo più, non sono concentrato. Allora chiedo uno stop. Prima andavo avanti, stavo lì anche se sapevo che in testa non entrava più niente. Adesso mi fermo e dico: ‘Devo andare a fare un giro, devo uscire, fare qualcosa, poi torno’. Mi capiscono”. E vince.