(25/1/2021) – Oggi Luca Badoer compie 50 anni, buon compleanno! La classica età per un bilancio sostanziale anche delle proprie performances nel mondo del motorsport. Il pilota di Montebelluna si è certamente guadagnato meritato rispetto per la vittoria in Formula 3000 nel 1992 e per gli anni di indefessa attività in veste di collaudatore della Ferrari dal 1998 al 2010. E’ stato parte integrante – va sottolineato – della leggendaria striscia vincente del Cavallino con Michael Schumacher. Nello stesso tempo, esiste e persiste il rammarico per le chances perdute proprio nella massima formula.
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Luca Badoer con il figlio Brando, kartista in carriera |
LA CARRIERA, QUANTE OCCASIONI MANCATE – Beh, arriviamo subito al nocciolo. Per effetto di alcune scelte e di una determinata congiuntura, le cose non sono andate proprio bene e il fatto che il trevigiano risulti il pilota con più gran premi alle spalle senza aver conseguito punti iridati ne è chiara evidenza. Il talento c’era. Sui kart si è distinto subito e in F3 ha conquistato diverse vittorie, per poi affermarsi nel campionato intercontinentale di F3000 al volante della Reynard della Crypton Engineering al termine di un lungo duello con Andrea Montermini (in quella stagione c’erano anche Barrichello, Coulthard, Panis). Allora per il campione della serie che aveva preso il posto della F2 era scontato il passaggio in F1. Badoer poteva andare alla Tyrrell ma prevalse il sentimento tricolore e si accasò alla Scuderia Italia. Errore: la debole Lola del team bresciano non permise alcun exploit (neanche al compagno di squadra Alboreto) e l’anno successivo tentò l’esperimento della fusione con la Minardi, con Luca in panchina. Esperienza non fruttifera tanto che le squadre ripresero le proprie strade con Badoer ufficiale Minardi 1996 ma per poco, visto che per poter andare avanti la scuderia di Faenza dovette far posto a Pedro Lamy, con Luca riparato alla Forti Corse, anche qui senza gioie. Una, poteva prendersela sempre con la Minardi nel 1999, gran premio d’Europa al Nurburgring, ma il motore in fumo gli impedì di cogliere un bel quarto posto. Una vera disdetta, tanto che perfino il mite e composto Badoer scagliò lontano il volante, per poi abbandonarsi a cocenti lacrime di delusione.
L’ESPERIENZA FERRARI – Ma ovviamente è stata l’esperienza in Ferrari ad aver avuto peso nella carriera di Badoer. E’ stato Jean Todt a chiamarlo a Maranello dal 1998. Chilometri e chilometri di test (compreso un brutto spavento a Barcellona nel 2001, fuori pista a oltre 230 Km/h) ma già nel 1999 ebbe una concreta possibilità di subentrare ad uno dei piloti titolari: è l’anno del famoso incidente di Schumacher a Silverstone. Il tedesco, gamba rotta, dovette ovviamente assentarsi e a tutti parve naturale mettere al suo posto il buon Luca mentre la corsa al titolo passava nelle mani di Eddie Irvine. Il Presidente Montezemolo, però, gli diede una delusione pescando dal mazzo la carta Mika Salo e affermando di averlo escluso a priori per non sottoporlo alla prevedibile pressione. Magari avrebbe dovuto prima parlarne con lui… L’occasione, comunque, si presentò di nuovo nel 2009, dopo l’incredibile incidente che in Ungheria tolse di scena Felipe Massa, operato alla testa per la collisione con una molla persa dal retrotreno della Brown di Barrichello. Credo che Badoer abbia ancora gli incubi: a Valencia, GP d’Europa, e in Belgio il pilota veneto si accorse sulla sua pelle quanto la rarefazione dei test e la sofisticazione delle monoposto avevano minato le sue sicurezze e la sua bravura. Costantemente nelle retrovie, impacciato e confuso, fu gioco forza sostituirlo a partire da Monza con il neo-reclutato Fisichella. Per la verità anche il romano penò non poco con la F60 e anche lui, sebbene più in palla, non portò punti alla causa rossa. La debacle non è stata più assorbita, né sportivamente né, forse, umanamente tanto che nel 2010 le strade si sono separate, con Luca dedito alla famiglia e oggi alla carriera del figlio Brando, 14 anni, kartista, nuova grande speranza tricolore. Badoer, sia chiaro, è parte della famiglia Ferrari e il suo apporto, oltre alle sue qualità umane, vengono riconosciute da tutti. E’ uno dei pochissimi, inoltre, ad avere facoltà di incontrare l’amico Michael Schumacher. Grazie Luca per quello che hai dato e per come lo hai dato: con abnegazione, serietà e compostezza.