(16/1/2021) – Passano i giorni e, francamente, la situazione sta assumendo i caratteri di una telenovela. Perché Lewis Hamilton non firma il contratto che lo legherà ancora alla Mercedes? Guardate che la cosa è piuttosto paradossale: è uno dei binomi più vincenti e redditizi di tutti i tempi, le parti si sono sprecate in dichiarazioni di rispetto, amore e dedizione eterni eppure la realtà è che il sette volte campione del mondo al momento è senza un’auto per il 2021. Quindi torna la domanda: perché? Sul web impazzano le ipotesi.
HAMILTON-MERCEDES LA FIRMA NON ARRIVA – E’ abbastanza accertato che esiste un divario economico tra le richieste del pilota e la disponibilità del team. Non parliamo di un abisso e semmai sembra ci sia da discutere sulle dinamiche e modalità del ruolo di ambassador del marchio, al quale Lewis sembra tenere particolarmente. Quindi non pare in questi punti il nodo da sciogliere, nè sono tali da meritare un tale, misterioso prolungamento delle trattative che, a livello di immagine per entrambi, non sono proprio una panacea. Infatti si evoca sempre più spesso il duro e polemico testa-a-testa che ebbe luogo tra Ayrton Senna e la McLaren per il rinnovo del contratto a fine 1992. Il brasiliano, scottato dal dominio Williams super elettronica e dal clamoroso annuncio del ritiro della Honda che gettava oscuri presagi di sicura sconfitta anche nel 1993, si arroccò nella sua San Paolo deluso e arrabbiato sulla poca lungimiranza di patron Ron Dennis, senza concedere la sua ambita firma. Poi si accordò gara per gara, anche piuttosto bene a livello economico (1 milione di dollari a gran premio), ma fu l’ultima stagione prima del passaggio alla Williams-Renault stessa.
RUSSELL HA CAMBIATO LA PERCEZIONE DEL FUTURO MERCEDES – In casa Mercedes i toni sono concilianti, la stima nei confronti del pilota assolutamente ribadita e Toto Wolff può vantare nei suoi confronti un grado di confidenza e amicizia cementate da anni meravigliosi, imprese sportive che garantiranno ad entrambi un posto d’onore nella leggenda della F1. E allora? Il team principal austriaco, non mette fretta e assicura rispetto per la scelta del suo pupillo ma tenete presente che si è appena legato contrattualmente con la Casa di Stoccarda fino al 2023, aumentando inoltre il suo pacchetto azionario del Team al 33,33%. “Questa squadra è come una famiglia”, ha detto. Appunto: Toto ha fatto la sua scelta. Come dire, si è sposato e la moglie viene prima di tutto. La Mercedes resta, Hamilton prima o poi passerà. Il punto forse è proprio questo. Hamilton è un tipetto molto esigente, sicuro del suo apporto decisivo, che reclama la massima attenzione (è uno di quelli che pretende di essere seguito costantemente via radio, a differenza di altri che dicono “non mi parlate”). Altro punto è che il grado di attenzione di cui certamente gode è un attimo calato dopo il Gran Premio di Shakir, quello dove il giovane Russell chiamato da un giorno all’altro a sostituirlo per la nota infezione da coronavirus, ha dimostrato di essere immediatamente competitivo. Ha condotto la gara e surclassato Bottas, proprio come Lewis che poi si è affrettato a rientrare quando non era chiaramente ancora a posto. Quella sera in Barhain tutti hanno capito che la Mercedes ha pronto un brillante dopo-Hamilton (che tra l’altro costa molto meno). Anche l’età conta: Lewis ha compiuto 36 anni, Russell ne ha 22. Mister Ratcliffe, il boss Ineos neo comproprietario del Team, in una recente dichiarazione di stima nei confronti del campione del mondo in carica ha però sottolineato “…nonostante abbia 36 anni”.
LE NUOVE SFIDE DI LEWIS – Hamilton, tuttavia, ha voglia di continuare. Lo ha ripetuto più volte. Ci sono i record di Michael Schumacher, lì a portata di mano, da battere. Nel 2022 arriva una nuova intrigante sfida con le monoposto ad effetto suolo. Gli imputano di vincere perché la Mercedes è imbattibile, quella è l’occasione per sfidare tutti su una nuova base, uguale per tutti. C’è, come inoltre ci tiene a precisare, un ruolo a cui tiene moltissimo che un palcoscenico mondiale come la F1 gli garantisce di poter interpretare al meglio e cioè quello di agente del cambiamento. Nel 2020 la sua posizione sul razzismo è stata tra l’altro sposata in pieno dalla Mercedes che ha adottato una livrea nera (confermata anche per il 2021). Quindi, a conti fatti, le parti possono solo incontrarsi, di nuovo, anche se entrambe con in testa altre idee e con un pizzico di vicinanza in meno. La telenovela attuale è una prefigurazione di addio. Così è la F1, così è la vita. E se proprio Hamilton vuole imitare il suo idolo Senna, prima o poi potrebbe andare lui alla Williams e fare come il campione brasiliano che promise a Giancarlo Minardi di concludere la carriera con lui per portare in alto la piccola ma dinamica squadra romagnola.