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PEREZ, 50 ANNI DOPO PEDRO RODRIGUEZ

(7/12/2020) – L’impresa di Checo Perez ieri a Shakir “copre” un vuoto di 50 anni: l’ultimo pilota messicano a vincere un gran premio di Formula 1 fu infatti l’indimenticato Pedro Rodriguez che il 7 giugno 1970 tagliò per primo il traguardo del Gran Premio del Belgio. Ieri l’epopea di Pedro, ma anche del fratello Ricardo, i famosi hermanos Rodriguez, ha trovato nuovo vigore ed è sempre più forte la pressione affinchè Perez non rimanga l’anno prossimo senza un volante per non disperdere innanzi la bravura del pilota di Guadalajara ma anche il patrimonio di tradizione del paese sudamericano, tra l’altro sede di una gara a calendario mondiale, alla quale si affidò anche la Ferrari.

A Spa, 50 anni fa, Pedro Rodriguez al volante di una BRM dotata del motore 12 cilindri precedette d’un solo secondo Chris Amon su March-Ford. In quella stagione, il messicano, che l’anno prima aveva avuto la chance di guidare a Monza la Ferrari destinata a Tino Brambilla – ma la Rossa arrancava… – si classificò al settimo posto finale grazie ad un buon finale con in particolare due quarti posti e la seconda piazza conquistata a Watkins Glen. Pedro aveva già vinto un gran premio tre anni prima, in Sudafrica, gara inaugurale del campionato 1967 che disputò al volante di una Cooper-Maserati. Nel complesso, dopo l’esordio negli USA nel 1964 con la Lotus-Climax, altre otto stagioni che ne hanno fatto un mito grazie anche alle sue performances nel mondiale Marche (primo a Daytona nel 1963 e a Le Mans nel 1968). L’anno prossimo cade il 50 anniversario della sua morte, al Norisring. 

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POST SHAKIR GP / PEREZ, MESSICO E LACRIME

(6/12/2020) – Shakir, il gran premio di Sergio Perez ma anche delle lacrime e dell’imbarazzo. Lacrime per il pilota messicano della Racing Point alla sua prima vittoria, 60 anni dopo Rodriguez, ad oggi incredibilmente senza volante per la prossima stagione. Lacrime per Esteban Ocon, secondo, al primo podio della sua carriera, meglio del quotato compagno Daniel Ricciardo. Lacrime, ovviamente, per George Russell che soltanto una sorte pazzescamente contraria ha privato di una meritata vittoria al debutto sulla Mercedes. Imbarazzo per Bottas, si pole man ma piccolo piccolo in gara, e imbarazzo per il Team Mercedes che un pasticcio come quello di oggi durante i pit-stop in regime di safety car non l’aveva mai fatto, inficiando così la gara dei suoi due piloti. Imbarazzo, infine, per la Ferrari con Leclerc out dopo 4 curve che non riesce a frenare la sua più spesso dannosa aggressività, e l’anonimo Vettel praticamente impegnato solo a girare il volante. Ma andiamo con ordine.

ONORE A PEREZ, SENZA VOLANTE 2021 – Bazzica da tempo il podio e da tempo diciamo che, alla fine, è sempre lui a dare le soddisfazioni più grandi al Team. Come Gasly a Monza, questa volta è stato lui a farsi trovare pronto ad approfittare delle defaillances dell’armata Mercedes, impresa avvalorata dal fatto che dopo pochi secondi di gara era ultimo (!) per il contatto con Leclerc. E, come Gasly, è rimasto seduto sul podio incredulo per l’epilogo della gara, orgoglioso della sua tenacia e intimamente grato ai suoi riferimenti per l’inaspettato regalo in un momento delicato della sua carriera. Un pilota all’apice della maturità, solido e redditizio, capace di gestire gli pneumatici come pochi, dote questa preziosissima nella F1 di oggi. Eppure è a piedi per il 2021. Il prossimo week end di Abu Dhabi potrebbe sciogliere la riserva e, come lui stesso ha detto nella conferenza stampa di lunedì scorso, a questo punto solo la Red Bull potrebbe fornire una chance al messicano. Marko avrà il “coraggio” di “disturbare” King Verstappen? 

CAPORETTO MERCEDES, RUSSELL PERO’… – La vittoria di Perez fa da contraltare alla sconfitta, anzi alla caporetto Mercedes. L’ennesima inutile entrata della Safety Car per spostare il musetto perso da Aitken ha sconvolto le fila dei Toto Wolff boys. Il contemporaneo pit-stop delle due black arrows questa volta ha trovato del tutto impreparati i meccanici che elevato ad ennesima potenza quanto fatto dai ferraristi con Irvine al Nurburgring nel 1999. Incredibile. In più, il povero Russell è stato richiamato ancora al box per un principio di foratura e l’inglesino che non ha fatto rimpiangere Hamilton si è ritrovato nono e affranto dopo un fine settimana da Leone-Mansell. Davanti a lui di una posizione l’irriconoscibile Bottas. Jacques Villeneuve su Sky ha parlato di “gara vergognosa”. Dopo aver sopravanzato di soli 26 millesimi Russell in qualifica, fin dalla partenza ha ceduto al giovane neo compagno di squadra che dopo il primo pit-stop lo ha sverniciato per poi involarsi verso una vittoria che sembrava scontata quanto meritata e invece è successo il patatrak. Il finlandese pare in crisi psicologica: la nuova batosta mondiale da parte di Hamilton sembra averlo svuotato in questo finale di stagione ma dopo oggi è opinione comune che dopo il 2021, salvo meraviglie, non ci sarà più riconferma in casa Mercedes. Di contro, in ogni caso, Russell si è guadagnato il sedile che già lo aspettava.

CALMA, LECLERC! – Ancora una volta, spiace dirlo, Leclerc ha esagerato e ha sbagliato. E’ una forza della natura e lo ha dimostrato con il fast lap in qualifica che gli ha regalato un’inaspettata e grandiosa seconda fila, ma non si può gettare alle ortiche una promettente gara alla quarta curva. Ha ammesso l’errore, che tra l’altro gli costerà tre posizioni di penalizzazione in prova ad Abu Dhabi, ma le recidive gettano un’ombra sulla sua capacità di saper gestire la tensione e di affrontare una gara nel suo complesso. Intendiamoci, ha già dimostrato di saperlo fare e sicuramente presto farà entusiasmare per qualche altro suo brillante exploit, ma fa rabbia vederlo ritirato quando invece ci sono tutte le condizioni per agguantare un risultato che farebbe morale per tutti in casa Ferrari. Qualcuno deve dedicarsi a lavorare sulla carica agonistica del ragazzo e nei prossimi tempi avremo il duellante perfetto per Russel. E per Verstappen, ovviamente, che irruente come Charles all’inizio ha presto trovato la maturità necessaria per raggiungere e rimanere costantemente al vertice. Come richiesto in F1. L’olandese, oltre Perez, è stato vittima della condotta straripante del ferrarista e visto come è finita avrebbe potuto vincere ma non ha infierito sul collega. Arrivederci ad Abu Dhabi, senza Grosjean che ha annunciato il suo diniego: come non capirlo?

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HAPPY BIRTHDAY / DAVID PIPER 90 ANNI DI PASSIONE, OLTRE OGNI OSTACOLO


(2/12/2020) – Oggi compie 90 anni Davide Piper, happy birthday! Negli anni ’60 è stato un più che valido pilota di vetture sport ma ha una particolarità che lo ha reso famoso ed eroico: nel 1970 ha perso la gamba destra per un malaugurato infortunio occorsogli durante le riprese del film “Le Mans” con Steve Mc Queen, un vero cult di settore. La sua carriera agonistica è finita lì, ma è diventato tradizionale e sistematico frequentatore delle gare con auto storiche da competizione – delle quali è sopraffino collezionista, suo il colore verde che le contraddistingue – fino a vincere il Campionato Storico Europeo FIA del 1990.

Le Mans 1970: l’incidente che costò a Piper l’amputazione

PIPER, LA CARRIERA – Nella terra dei campionissimi non poteva restare indifferente alla Formula 1 e alla fine debuttò nella massima formula nel 1959 al Gran Premio di casa ad Aintree al volante di una Lotus-Climax per poi classificarsi 12° al successivo appuntamento di Silverstone. Restò sporadicamente in F1 fino al 1961 – con puntate in Tasman Cup e F. Junior – ma la sua vera realizzazione come pilota la trovò con le vetture a ruote coperte. Con la Ferrari 250 GTO della Nart fu subito 6° al debutto alla 24 Ore di le Mans nel 1963 ma l’anno successivo salì sul secondo gradino del podio sia a Daytona che al Tourist Trophy e poi a Spa nel 1965 e nel 1969, anche se la vittoria del campionato mondiale gli è sempre sfuggita. Lo si ricorda inoltre vero martello alla Rand None Hours di Kyalami, vinta sei volte, e ha conquistato nel 1968 la 200 Miglia del Norisring, ancora una volta al volante di una Ferrari, la mitica 330P4. Nel 1969 è stato pilota ufficiale del Cavallino nei Prototipi ed ha guidato a Le Mans in equipaggio con Pedro Rodriguez la 312P.  Il passaggio alla guida della potente Porsche 917K segna la sua esperienza a Le Mans 1970, disputata insieme a Gijs van Lennep che però rimase vittima di una foratura. Piper, rimasto sul circuito francese per le riprese del film, andò incontro al suo destino e il grave incidente costrinse i medici ad amputargli l’arto. Enzo Ferrari lo ricorda così nel suo libro “Piloti che gente…”: “Ricordo david Piper, un inglese che andava a vincere con la Ferrari nei paesi meno noti del mondo e che ancora oggi traffica in automobili sportive”.

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HAMILTON POSITIVO AL COVID, IL SOSTITUTO METTE (UN PO’) IN CRISI TOTO WOLFF

(1/12/2020) – Lewis Hamilton positivo al Covid-19! Per il sette volte campione inglese un 2020 da ricordare… ”Non si è mai attenti abbastanza”, ha detto ma sta bene e ora deve rispettare il protocollo e, obtorto collo, saltare almeno il Gran Premio di Shakir domenica prossima. A breve, la Mercedes comunicherà il nome delpilota che avrà la ghiotta occasione di sostituirlo al volante della monoposto più performante della F1 moderna e forse di tutti i tempi della massima formula. Le indiscrezioni parlano di un poker all’attenzione di Toto Wolff: Stoffel Vandoorne, Nico Hulkenberg, George Russell ed Esteban Gutierrez. Tutti avrebbero da guadagnare ma anche da perdere. Ecco perché.

IL CANDIDATO NUMERO UNO: STOFFEL VANDOORNE

CHI AL POSTO DI HAMILTON? SCELTA COMUNQUE DELICATA – Il candidato numero uno è certamente il belga Vandoorne, che è pilota di riserva del Team e difende i colori di Stoccarda anche in Formula E. Toto non ha certo bisogno, tra l’altro a campionati già ampiamente vinti, di rimpiazzare Lewis con un pilota della stessa caratura e quindi la soluzione è lì pronta in casa, già chiavi in mano. La più sicura. Wolff, però, ha sempre il desiderio di abbinare i successi della Stella teutonica con un pilota tedesco e, sia pur per un solo gran premio, la disponibilità di Nico Hulkenberg gli viene buona. Nico è già tornato al volante in due occasioni per sostituire prima Perez e poi Stroll della Racing Point, anch’essi colpiti dai sintomi lievi del virus. Proprio grazie a queste occasioni si è riproposto, dopo l’addio da parte della Renault, all’attenzione dei team principal che hanno ben apprezzato le sue prestazioni in condizioni di emergenza che lo hanno reso forte candidato al volante della Red Bull se Albon dovesse essere giubilato. E’ dunque pilota rodato (più di Vandoorne) ma presto potrebbe essere dalla parte della concorrenza… Si è parlato subito anche di George Russell, anch’egli pilota Mercedes, attualmente in forza alla Williams. L’ipotesi è suggestiva, la sua classe e bravura non si discute e, anzi, è venuta ancor più fuori in questa stagione un po’ più competitiva del suo team. Chissà, da un lato l’eventualità potrebbe lanciarlo definitivamente, dall’altro in un certo modo “bruciarlo”. E se poi, inoltre, mettesse in crisi Bottas già protagonista di un fine di stagione da dimenticare? Anche Gutierrez, infine, è pilota di riserva ma la sua ultima gara risale al 2016 con la Haas… Un’ultima considerazione: se chiunque guidasse a Shakir domenica prossima salisse quanto meno di botto sul podio cosa penserà Verstappen (e molti altri che la pensano come lui) che pochi giorni fa aveva maliziosamente detto “Con quella macchina vincerebbe chiunque”.