(21/12/2020) – E’ morto, all’età di 94 anni, Romolo Tavoni, personaggio storico della Ferrari. Basti dire che è stato Direttore Sportivo della Scuderia di Maranello tra il 1957 e il 1961, anni leggendari contrassegnati dalla vittoria del mondiale da parte di Mike Hawthorn (1958) all’epocale decisione di passare al motore posteriore, culminata nella nuova affermazione iridata nel 1961 con Phil Hill. L’anno della morte in gara a Monza di Von Trips e della decisione che ha cambiato la vita stessa di Tavoni: quella di lasciare improvvisamente e polemicamente la Ferrari insieme ad un nutrito gruppo di altri collaboratori, ing. Carlo Chiti in testa.
Una decisione, quella del ragioniere “prestato” ai motori di Casinalbo, frazione di Formigine a un tiro di schioppo da Maranello, della quale si pentì presto tanto da chiedere al Drake stesso di rientrare anche ripartendo dal gradino più basso. Ma patron Enzo fu irremovibile nel sostituire, come disse, “i generali con i caporali” (da lì l’incarico al giovane tecnico Mauro Forghieri di occuparsi della Gestione Sportiva). Cosa era successo? Dopo molti anni di reticenze e di sussurri, venne chiarito che l’ammutinamento – chiamiamolo così ma gli otto transfughi parlarono di doveroso atto di solidarietà – fu dovuto all’impossibilità di gestire le intromissioni della moglie di Ferrari che avevano creato un clima di forte tensione e imbarazzo. Dopo la morte di Dino, la consorte del grande capo era divenuta una presenza piuttosto assidua in fabbrica ma il clima interno ne risentì fino a deflagrare clamorosamente quando la signora Laura arrivò a schiaffeggiare un amministrativo. La contemporanea lettera di dimissioni sembrò l’unica cosa da fare, a quel punto. Ricevuta la missiva, per qualche giorno – raccontò lo stesso Tavoni – Ferrari non fece cenno alla questione ma dopo una riunione tecnica fece consegnare ai malcapitati otto la lettera con la liquidazione.
Per uno come Tavoni, in Ferrari dal 1950, già segretario personale del Drake, spesso di casa a cena dai Ferrari, un brutto colpo, materiale e soprattutto morale. L’avventura ATS, nella quale confluirono molti dei licenziati, era solo agli albori e non decollò mai. Lui trovò “riparo” all’Automobil Club di Milano e da lì la direzione dell’Autodromo di Monza. Sua l’idea di lanciare la Formula Monza, la categoria cadetta grazie alla quale si sono fatti le ossa tanti piloti in erba, come Michele Alboreto per esempio. Dopo i furori del momento, i rapporti con Enzo Ferrari tornarono sereni. C’era stima tra i due, tanto che Tavoni ebbe per due volte la possibilità di rientrare a Maranello ma non fu più colta. Le cose erano andate in un certo modo e non si poteva più tornare indietro, questo il suo pensiero.