(1/11/2020) – E così ora Lewis Hamilton potrà raccontare a figli e nipoti della vittoria anche a Imola, lo stesso circuito dove purtroppo morì il suo grande idolo Ayrton Senna. Il Gran Premio di Emilia Romagna ha confermato ancora una volta che bravura e fortuna, per qualche legge universale incompresa, spesso viaggiano insieme. Spauracchio Bottas, invece, ancora una volta ha confermato che tra lampi di velocità e caratura di fuoriclasse c’è di mezzo un mondo da colmare, ma chissà se e quando. Per ora può solo ritardare la pole n° 100 dell’inglese. A riunire il tutto, la grande Mercedes arrivata al suo settimo titolo Costruttori consecutivo. Un record enorme, frutto di un’organizzazione addirittura maniacale. La parata finale delle due black arrows, come a Monza nel 2018 dopo aver inflitto una sonora lezione alla Ferrari e ieri nel tempio ferrarista intitolato a Enzo e Dino Ferrari, segna un’epoca.

BOTTAS NON PUNGE , VERSTAPPEN KO -Questa volta, sulla strada del successo di Hamilton si sono inseriti i detriti. A causa loro, il compagno di squadra Bottas ha danneggiato il fondo della monoposto e da quando è passato alle gomme white ha perso sprint e la posizione a favore del solito, unico motivo di preoccupazione Mercedes che risponde al nome di Max Verstappen. Anche l’olandese, però, è incappato in un pezzo a bordo pista che gli ha tagliato una gomma spedendolo fuori pista. Per quanto riguarda il finlandese, si può discutere sulla opportunità di richiamare al box il leader provvisorio della gara subito dopo il possibile stop undercut di Verstappen. Una scelta che, in qualche modo, ha ricordato la mossa (sbagliata) del muretto Ferrari ad Abu Dhabi 2010 che costò il titolo ad Alonso. Hamilton ha dimostrato che si poteva continuare, e bene, con le medium. In ogni caso, il mondiale ha preso la sua direzione già da tempo: l’inglese è al top, lanciato verso il superamento di ogni record; Bottas è un buon comprimario; Verstappen è forte ma ha una Red Bull che sconta un po’ di problemi; la Ferrari è in un anno no. Punto.

FERRARI IN DIFFICOLTA’ -A Imola la Rossa era attesa con particolare pathos. Lì, a pochi chilometri dalla Fabbrica, ha scritto pagine di storia e l’innegabile progresso fatto registrare a Portimao legittimava un moderato ottimismo circa una prestazione al di sopra delle righe. Non è andata così. Leclerc ha mancato in qualifica almeno la seconda fila e in gara si è classificato quinto, superato nel concitato finale dall’Alphatauri di Kvyat. Vettel, ancora fuori dalla Q3, è finito fuori punti dietro la Williams di Latifi. Quel che di buono aveva costruito, è stato dilapidato al pit-stop durato un’eternità per lo pneumatico anteriore destro che non ne voleva sapere di avvitarsi. Il monegasco dice di aver comunque riscontrato ulteriori progressi e anche il tedesco, questa volta, aveva più feeling con l’ostica per lui SF1000. Ci si deve accontentare di piccoli segnali e di barlumi di speranza. Intanto si provi, si sperimenti, si vada avanti: il terzo posto nella classifica Costruttori è (incredibilmente) ancora possibile.

RICCIARDO AL TOP, PEREZ ANCORA SENZA SEDILE 2021, ALBON QUASI OUT – Parliamo di qualche pilota. Detto che il sempre ottimo Ricciardo Renault (a differenza di Ocon in difficoltà) sta firmando i progressi Renault, al secondo podio stagionale, è pazzesco rilevare che Perez, sesto, sia ancora in attesa di un posto in F1. Il messicano, davvero perfetto in gara, si è visto letteralmente sottrarre il podio dai suoi stessi uomini al box che l’hanno inspiegabilmente richiamato per la safety car post Verstappen, per montare le Red. Ricciardo e Leclerc non l’hanno fatto, e la delusione è grande. Alla Racing Point futura Aston Martin arriva Vettel ma pensare al divario di prestazioni tra Perez, che deve fare le valigie, e il riconfermato (e te credo…) Stroll fa male. Marca male per Alexander Albon: Imola, per l’anglo-thailandese, veniva data quale ultimo banco di prova per conservare il posto in Red Bull, ma è andata veramente storta, testa-coda finale compreso. Certo, non è agevole correre pensando che ogni piccolo errore possa condannarti, ma alla Red Bull è così. Prendere o lasciare. Albon ha preso da Gasly e ora lascerà, così si dice, a Hulkenberg o lo stesso Perez. Ma non sono da escludere sorprese. Punti pesanti, infine, per l’Alfa Romeo che vive e capitalizza un momento di certezze ed entusiasmo: il rinnovato accordo con la Sauber, la conferma dei due piloti e i continui progressi tecnici della monoposto. Il mix ideale.