(19/11/2020) – L’Aci – Automobile Club Italiano ha realizzato uno studio denominato “Localizzazione degli incidenti stradali 2019” che analizza i 36.526 incidenti (1.143 mortali), con 1.257 decessi (il 39,6% del totale) e 58.535 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale italiana. L’indice di mortalità medio su questa rete è pari a 3,4 morti per 100 incidenti. I dati: 74 incidenti su 100 nei centri abitati, 5 in autostrada e 21 su strade extraurbane; nel 2019 in autostrada è leggermente in calo il numero di incidenti (-1,5%), diminuisce anche il numero di morti (-6,9%), sulle strade extraurbane decrescono sia gli incidenti (-3,8%) che i morti (-6,8%), nei centri abitati, nel complesso, rimangono stabili gli incidenti, diminuiscono i morti (-5%), mentre nei piccoli centri, attraversati da strade extraurbane, anche gli incidenti.
In autostrada i veicoli industriali – autocarro (anche leggero), autotreno o autoarticolato, motrice – sono coinvolti nel 20,4% degli incidenti, una percentuale significativamente inferiore rispetto al 2018. Gli spostamenti e le partenze nei fine-settimana incidono in modo particolare: giugno e luglio i mesi con la maggiore incidentalità (rispettivamente 10,1% e 10% del totale). Il venerdì è il giorno in cui si verificano più incidenti (14,9%). Dalle 18 alle 20 le ore più critiche. L’indice di mortalità, tuttavia, risulta più elevato a marzo (4,6 decessi ogni 100 incidenti), mese che si colloca al secondo posto anche per numero di morti (135) dopo giugno (147). Le autostrade urbane si confermano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi. Ma quali sono le strade sulle quali si verificano più incidenti? La Penetrazione urbana della A24 (13,2 incidenti/km), la Tangenziale Nord di Milano nel tratto Monza e della Brianza (10 incidenti/km) e la Diramazione di Catania A 18 dir (9,4 incidenti/km); mentre per la rete autostradale la media nazionale è di 1,2 incidenti/km. Per le strade extraurbane, dove la media nazionale è di 0,6 incidenti/km, il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Milano (8,3 incidenti/km) ed in provincia di Monza e della Brianza (7,6 incidenti/km) e alla SS 131 dir – Carlo Felice in provincia di Cagliari (7,2 incidenti/km).
MOTOCICLISTI, CICLISTI E PEDONI – Quale tipologia di utenti, altresì, ne fa le spese maggiormente? Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano una quota molto elevata dei decessi, in aumento rispetto allo scorso anno: il 33,8% (1 morto su 3) è ciclista, “dueruotista” o pedone. Nel 20,4% dei casi è deceduto un motociclista (257), nel 9,1% un pedone (115) e nel 4,2% un ciclista (53). Rispetto al 2018 i pedoni morti sono in diminuzione (erano 137, pari al 10,2%), mentre i ciclisti morti aumentano (erano 39, pari al 3%). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 21,5%, i ciclisti il 21% (era il 17,4% nel 2018) e “dueruotisti” il 32,7%. I motociclisti sono coinvolti nel 18,6% degli incidenti stradali; i ciclisti nel 3,9%. L’indice di mortalità delle due ruote (sia motocicli che biciclette), è molto più elevato di quello delle quattro ruote: 3,6 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,3 delle auto.