(7/11/2020) – 40 anni fa, il 7 novembre 1980, un tumore portò via Steve Mc Queen. Perché ne parliamo qui? Molti lo sanno bene: il grande attore americano, di origine britannica, era un genuino appassionato di motori e collezionista di dream cars. Di più. È stato un vero pilota e tutt’ora è un’icona della 24 Ore di Le Mans grazie al celebre film sulla classica endurance francese, naturalmente con lui protagonista. Un vero cult-movie. Quella corsa, nel 1970, Mc Queen avrebbe voluto disputarla davvero ma le assicurazioni minacciarono di ritirare la copertura al film in lavorazione per l’anno seguente (per la verità anche il designato compagno di volante Stewart non era entusiasta della cosa) e il pilota-attore dovette reprimere la sua indole intrepida che l’aveva condotto ad interpretare molte parti cinematografiche senza l’ausilio di stunt-man.
MC QUEEN A SEBRING NEL 1970 – Nel 1970, tra l’altro, aveva preso parte e…rischiato di vincere addirittura un’altra gara mito come la 12 Ore di Sebring, affrontata su una Porsche 908 in equipaggio con l’americano Peter Revson (ci aveva provato anche nel 1962). La cronaca di quella corsa è storia: soltanto la Ferrari poteva competere con la potente vettura di Stoccarda ma per le Rosse sembrava marcare male ma, a pochi minuti dalla fine, il muretto di Maranello decise di mettere sulla 512 S fino a quel momento guidata da Ignazio Giunti – un’operazione che allora si poteva fare – il già ritirato Mario Andretti che si produsse in una fenomenale rimonta che lo condusse al successo. Nel dopo gara l’italo-americano confessò che una spinta morale gliela diede proprio il forte desiderio di non vedersi battuto, negli annali, da un pilota come Mc Queen che quel giorno correva con un piede fasciato a causa di un incidente in moto (l’altro suo grande amore rombante) e che, in realtà, aveva lasciato l’onere della massima resa al collega professionista Revson.