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MUGELLO, FERRARI DA 1000 E UNA NOTTE…A FIRENZE

(11/9/2020) – Ed eccoci finalmente al Gran Premio numero 1000 della Ferrari in Formula 1. Un appuntamento ricco di suggestioni che è stato scelto di celebrare sul circuito del Mugello (5.245 metri) dove a giugno Leclerc e Vettel, al volante di una SF71H del 2018, avevano ripreso confidenza con le monoposto dopo il lockdown. Il programma è pronto, anche se fatalmente la partecipazione di Sebastian Vettel, giubilato già a maggio, sarà un po’ una nota stonata. L’annuncio di ieri del passaggio alla Aston Martin dal 2021, lo farà immaginare già in tuta verde, altro che rossa! Una piccola “rivincita” dell’orgoglioso pilota tedesco rimasto spiazzato (e deluso) dalla decisione dei vertici di Maranello di non rinnovargli il contratto. Ne riparleremo. Ora è il momento rendere omaggio ai 70 anni di partecipazione della Ferrari al mondiale di F1 e di sperare che Leclerc abbia qualche ragione quando afferma: “Ho la sensazione che qui potremo essere più competitivi rispetto alle ultime due gare”.
FERRARI 1000 GP, IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI – Per tutto il week end entrambi i piloti indosseranno caschi speciali creati per l’occasione, come del resto diverse dal solito saranno le loro tute e il colore della SF1000, tornata alla tonalità delle origini e cioè l’amaranto della 125 S, la prima Ferrari in assoluto, e delle 125 F1 che furono le prime monoposto a scrivere la storia della Casa di Maranello nella massima categoria automobilistica. Sabato, dopo le qualifiche, i piloti e il Team Principal si trasferiranno in Piazza della Signoria a Firenze per una serata speciale, trasmessa in diretta Sky. La piazza resterà aperta al pubblico ma potrà ospitare 500 spettatori in piedi e 400 seduti nei vari dehors dei bar. La Ferrari riserverà inoltre 250 posti ad altrettanti ospiti speciali fra i quali il presidente e il vice presidente di Ferrari Spa, John Elkann e Piero Ferrari, l’AD, Luis Carey Camilleri, il presidente della Formula 1, Chase Carey, il presidente della FIA, Jean Todt, molti ex e gli attuali piloti del Cavallino. Tale allestimento costerà a Maranello 200mila euro, più l’occupazione di suolo pubblico. La Ferrari metterà all’asta una vettura con una speciale livrea dedicata al millesimo Gp, il cui ricavato andrà a un progetto no profit legato alla regione Toscana e alla città di Firenze. E’ prevista infine l’esposizione di numerose vetture stradali iconiche della Rossa, fino a quelle della gamma 2020, che resteranno in mostra, aperta a tutti, anche domenica 13. Domenica, invece, prima del via della corsa, la Ferrari più vincente della storia, la F2004 con la quale Michael Schumacher conquistò il suo settimo e ultimo titolo (il quinto con la Scuderia), tornerà in pista con la volante il figlio d’arte, nonché pilota della Ferrari Driver Academy, Mick Schumacher, attualmente secondo nel campionato di F2, che sfoggerà a propria volta un casco celebrativo per l’occasione.

INGRESSI E BIGLIETTI – Per quanto riguarda gli ingressi, i possessori dei biglietti Tribuna Centrale potranno entrare in auto/moto dall’ ingresso Palagio; i possessori dei biglietti Tribuna Materassi potranno entrare in auto/moto dall’ingresso Luco; i possessori dei biglietti Tribuna 58 potranno entrare dall’ ingresso Arrabbiata, parcheggiando il proprio veicolo all’esterno (parcheggio riservato vicino all’ingresso). L’apertura degli ingressi è fissata per le ore 8.30 di ciascuna giornata. All’ingresso sarà misurata la temperatura e verificato il documento di identità. Il prezzo dei 2880 biglietti giornalieri, dimezzato del 50% rispetto al primo annuncio (ora tra i 375 e i 600 euro), sono in vendita dal 5 settembre con le stesse modalità precedenti e cioè online su ticketone.it e nei punti vendita Ticketone, I biglietti già acquistati saranno annullati ed interamente rimborsati. Gli interessati dovranno quindi procedere ad un nuovo acquisto. Il biglietto è nominativo non trasferibile.
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MASERATI, CON LA MC20 PARTE LA NUOVA ERA

(10/9/2020) – Con la spettacolare presentazione della nuova supercar MC20 (vedi foto) per la Maserati è iniziata una nuova era. Dopo la Ghibli Hybrid, presentata a luglio, la potenza della Trofeo Collection, lanciata ad agosto, e l’anteprima mondiale di ieri all’Autodromo di Modena nel corso dell’evento “MMXX: Time to be Audacious”, lo storico marchio Trident si propone quale assoluto protagonista con nuove vetture, innovazioni e progetti rivoluzionari. “Per il nostro marchio, questo è un momento per costruire: il tempo per guardare al futuro e costruire il nostro futuro”, ha detto Davide Grasso, CEO di Maserati. Una nuova alba.
MASERATI E MODENA – Il punto di partenza di questo percorso è lo storico stabilimento di Viale Ciro Menotti a Modena, ammodernato con nuovi impianti di produzione, assemblaggio motori e verniciatura specifici per il nuovo MC20. Il Nettuno, l’innovativo propulsore V6 della supercar, è infatti la prima creazione del Maserati Engine Lab, il nuovo mozzo motore recentemente realizzato all’interno del sito modenese, che per la prima volta nella sua storia è stato dotato anche di un laboratorio di verniciatura all’avanguardia e rispettoso dell’ambiente. MC20 è il primo passo nella nuova Era. Progettato dal Centro Stile Maserati di Torino, MC20 è sviluppato, ingegnerizzato e prodotto al 100% a Modena, e ha iniziato a prendere forma nei laboratori del Maserati Innovation Lab, hub ingegneristico del marchio Trident, impianto di eccellenza dove tutti i modelli Maserati di oggi e di domani prendono vita.
 

MASERATI MC 20 CARATTERISTICHE TECNICHE– La nuova MC20 (MC per Maserati Corse e 20 per il 2020, anno della sua anteprima mondiale e inizio della nuova Era del Marchio) è un’auto dall’incredibile efficienza aerodinamica, che cela un’anima sportiva, con il nuovo motore Nettuno, un V6 da 630 cavalli con coppia di 730 Nm che eroga un’accelerazione 0-100 km / h in meno di 2,9 secondi e una velocità massima 325 km orari. Un motore che segna il ritorno di Maserati a produrre i propri propulsori dopo una pausa di oltre 20 anni e che mette a disposizione la tecnologia MTC (Maserati Twin Combustion), l’innovativo sistema di combustione sviluppato dalla casa, sulle strade del mondo. L’MC20 è un’auto anche estremamente leggera, sotto i 1.500 kg (peso in ordine di marcia), e grazie alla sua potenza di 630 CV è il migliore della categoria per rapporto peso / potenza, con appena 2,33 kg / CV. Un primato ottenuto attraverso l’utilizzo di materiali di prima scelta, sfruttando tutte le potenzialità della fibra di carbonio senza rinunciare al comfort. Oltre il 90% delle dinamiche del veicolo dell’MC20 è stato sviluppato con l’ausilio di modelli virtuali, utilizzando un approccio innovativo denominato Virtual Vehicle Dynamics Development, gestito internamente da Maserati.

ARRIVANO FOLGORE E GRECALEDai laboratori Maserati Innovation Lab nasceranno Folgore e il nuovo SUV Grecale. Folgore è la nuova strategia per l’elettrificazione. Le nuove Maserati GranTurismo e GranCabrio saranno le prime vetture del Brand ad adottare soluzioni 100% elettriche; saranno ingegnerizzati a Modena e costruiti nel polo produttivo di Torino. Ci sarà anche una versione elettrica dell’MC20, che sarà prodotta nello stabilimento Maserati di Modena. Il primo passo nell’elettrificazione della gamma è Ghibli Hybrid, lanciato a giugno. Fedele al proprio DNA, Maserati ha scelto una soluzione ibrida incentrata principalmente sul miglioramento delle prestazioni, risparmiando carburante e riducendo le emissioni. Il futuro SUV Maserati porterà il nome di un vento. Si chiamerà Grecale , dal forte vento di nord-est del Mediterraneo, ed è destinato a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo del Brand. Maserati ha una lunga tradizione di denominare le sue auto dopo i venti più famosi del mondo (nel 1963, con il mitico Mistral, seguito da Ghibli, Bora, Merak e Khamsin e, nel 2016, da Levante, il primo SUV nella storia di Maserati).
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ANNIVERSARY / 70 ANNI FA LA MORTE DI RAYMOND SOMMER

(10/9/2020) – Oggi ricorrono i 70 anni dalla morte di Raymond Sommer, avvenuta a Cadours nel corso dell’Haute Garonne GP. Lo sterzo della Cooper o il cuscinetto di una ruota presa in prestito da Herry Schell cedette e per “Coeur de Lion” non ci nulla da fare. Aveva 44 anni. Il pilota francese di Mouzon, era di famiglia agiata ma, come il padre pioniere dell’aviazione, aveva il senso dell’avventura ed era coraggioso. L’automobilismo gli si confaceva e il suo vero trampolino di lancio fu la vittoria alla 24 Ore di Le Mans, su Alfa Romeo 8C, del 1932 in equipaggio con Luigi Chinetti. L’impresa va ascritta principalmente a lui in quanto dovette sobbarcarsi ben 20 ore di guida a causa di una indisposizione del compagno di volante. L’anno successivo, il bis questa volta insieme ad un nome di spicco come Tazio Nuvolari. Nel 1936 la classica di endurance fu ancora sua questa volta al volante di un’Alfa della Scuderia Ferrari. Ebbe meno fortuna nelle corse da Grand Prix, anche se resta indimenticabile la vittoria nel GP di Francia del 1936, a fronte delle temibili auto tedesche. La Grande Guerra impose lo stop e Sommer, impavido soldato dell’esercito francese e poi della Resistenza fu anche imprigionato (poi fu paladino della scarcerazione di Ferdinand Porsche). Si fece trovare pronto alla ripresa, quando le corse automobilistiche ritrovarono e aumentarono l’antico fulgore, e fu protagonista importante dei primordi della nascente Ferrari. 

SOMMER E LA FERRARI – Il futuro Drake così lo ricorda nel libro “Piloti che gente…”: “Quando scelsi il motore 12 cilindri ebbi un convinto vaticinatore in Raymond Sommer, l’indimenticabile asso francese dal caschetto bianco e dal foulard a pois. ‘Ferrari, la strada del 12 cilindri senza compressore è quella giusta’, mi ripeteva”. Di Sommer, Enzo Ferrari ricorda anche un’altra caratteristica legata alla superstizione: “Aveva un unico, sdrucito, paio di guanti. Con quei guanti, e solo con quelli, si allineava alla partenza”. Una “profonda emozione” gliela diede in occasione del Gran premio d’Italia del 1948 quando, iscritto insieme a Farina e Bira, portò la Ferrari al terzo posto in una competizione per la prima volta diretta con Alfa Romeo e Maserati. “Fu un risultato altrettanto importante per me perché mi convinse definitivamente che eravamo sulla strada giusta”. Sommer, nel 1950, ebbe modo di esordire nel nuovo campionato del mondo di F1 e si classificò quarto a Montecarlo su Ferrari 125 privata correndo poi altri 4 gp e laureandosi nel contempo per la quarta volta campione di Francia, tanto da meritare la Legion d’Honneur. BRM e Talbot Lago sono state le sue ultime vetture.
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FLASHBACK / IL GRANDE CRASH DI WARWICK A MONZA 1990

(9/9/2020) – Vi ricordate il grande crash di Dereck Warwick a Monza? Era il 9 settembre del 1990, 30 anni fa esatti. L’incidente: il pilota inglese, oggi 66 anni, era alla guida della gialla Lotus-Lamborghini mentre affrontava ad alta velocità la Parabolica, proprio come Leclerc domenica scorsa. Purtroppo per lui, perso il controllo, la monoposto andò ad impattare con violenza le barriere. Un botto pazzesco ma soprattutto ulteriormente pericoloso perché la vettura, in preda a incontrollabili forze centrifughe, si ribaltò continuando a scivolare sul rettilineo principale. Impossibile non pensare a serie conseguenze per il povero pilota imprigionato nell’abitacolo. Invece, il miracolo: quando finalmente l’ammasso di rottami che era diventata si fermò il malcapitato pilota diede segni di vitalità. Anzi! Warwick si sfilò da solo dall’abitacolo e prese a correre in direzione dei box con la ferma intenzione di calarsi nella vettura muletto e riprendere il via dopo la bandiera rossa che naturalmente era stata esposta!

https://m.youtube.com/watch?v=wQQIKj1H6Dc   


L’INTERVISTA AL VOLO DI EZIO ZERMIANI – Indimenticabile, in diretta mondiale, l’intervista al volo dell’inviato Rai Ezio Zermiani che per primo avvicinò l’inglese al quale, trotterellando insieme verso i box, chiese le prime impressioni sull’accaduto! I due, successivamente, hanno riso parecchio di questa scena che la BBC inglese ha riproposto mille e mille volte. Warwick, chiaramente scosso e rintronato, rispondeva quasi in trance mentre Zermiani non lo mollava, microfono davanti al casco. Dereck ricorda spesso l’accaduto e nel farlo sottolinea che riuscì a pensare, mentre decideva di uscire dall’abitacolo, che sarebbe stato alquanto stupido essere investito da un’altra monoposto dopo averla fatta franca a seguito di un crash del genere! Formula 1 epica. 

P.S. Poco più di un mese dopo a Jerez, il gravissimo incidente al compagno di squadra Martin Donnely …
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HAPPY BIRTHDAY / AGURI SUZUKI 60 ANNI, CHE IMPRESA A SUZUKA 1990!

(8/9/2020) – Auguri di buon compleanno, happy birthday ad Aguri Suzuki che oggi compie 60 anni. Pilota eteam manager molto amato in patria è uno di quei giapponesi che meglio testimoniano la passione, la competenza e anche la bravura del Sol Levante per e nel motorsport. L’anniversario, tra l’altro, “cade” proprio a 30 anni dalla grande impresa di Aguri a Suzuka: primo pilota giapponese a salire sul podio della F1. Gran Premio del Giappone, 21 ottobre 1990. E’ la gara nella quale Senna (Mc Laren) e Prost (Ferrari) si mettono subito ko alla prima curva. Spazio agli outsider, allora. Vince Piquet seguito da Moreno, entrambi su Benetton-Ford, mentre eccezionale terzo si classifica lui, il nipponico di 30 anni approdato alla Larrousse-Lamborghini – che lo aveva fatto esordire in F1 già nel 1988 – e che regala alla scuderia francese equipaggiata con il V12 Lamborghini, il miglior risultato di sempre. Quel giorno glorioso, Aguri Suzuki è diventato eroe nazionale per le emozioni che ha saputo dispensare al caldissimo pubblico di casa, tenendosi dietro le due Williams-Renault di Patrese e Boutsen, e cogliendo un risultato impensabile. 

SUPER AGURI F1 RACING TEAM – Fu il suo colpo e il suo anno migliore, non più ripetuti nelle successive esperienze al volante di Footwork, Jordan e Ligier (in precedenza aveva corso anche per la Zakspeed). La dedizione al motorsport, però, doveva trovare ulteriore compimento nella carriera da team manager, prima nella IRL americana con Adrian Fernandez e poi in proprio, fondando coraggiosamente la Super Aguri per competere in F1 seppur con il forte appoggio della Honda. Takuma Sato ne fu il pilota di riferimento – altri, Davidson, Montagny, Ide e Yamamoto – ed infatti l’attuale stella di Indianapolis colse nel 2007 un confortante un ottavo posto in Spagna e un sesto in Canada. A dirigere in pista le operazioni venne chiamato l’italiano Daniele Audetto, ex DS Ferrari, che profuse tutta la sua esperienza per la riuscita della iniziativa. Problemi economici, il progressivo venir meno del supporto Honda in fase di disimpegno dalla massima formula e il fallimento di un’operazione di subentro da parte della Magma Group fecero scrivere la parola fine. Aguri Suzuki, inesauribile, si è poi rivisto in Formula Nippon, in Formula E e Super GT: bandiera del Giappone!
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POST ITALIAN GP / GASLY GODE DEGLI ERRORI MERCEDES. SAINZ OK, FERRARI DEBACLE

(7/9/2020) – Monza, Gran Premio d’Italia: quante suggestioni e considerazioni! Eccole qui, di botto: una F1 più appassionante? Senza le Mercedes! Complimenti a Gasly, alla prima vittoria, che riporta l’ex Toro Rosso, oggi AlphaTauri, eccezionalmente davanti a tutti, come nel 2008 (allora toccò a Vettel). Spiacenti, ma non è in tempesta: la Ferrari è proprio in crisi… (ormai anche di immagine). Giornata nera anche per la Red Bull che ha mancato la grande occasione di portare Verstappen a ridosso del leader della classifica. Un grande applauso a Carlos Sainz, al suo miglior risultato di sempre in F1 (secondo), un ragazzo davvero in gamba, maturo, un investimento positivo per la Rossa del futuro. Ed ora svisceriamo questi temi a mente (semi)fredda.

MERCEDES IN TILT MODE – Anche una organizzazione perfetta come quella della Mercedes ha dalle falle, può andare in tilt. In un momento di concitazione, è stata presa la decisione sbagliata e l’ordine impartito ad Hamilton di rientrare ai box a pit-lane vietata è costata la gara al campione inglese che fino a lì aveva fatto tutto perfettamente. Per Bottas, invece, fin dallo start una via crucis, con la W11 piantata dietro tanti concorrenti che fino a ieri sarebbero stati dribblati in souplesse o quasi. Via radio, il finlandese non si capacitava di cosa stesse succedendo: foratura, sgonfiamento gomma, setting alterato? Guarda caso, il tutto è avvenuto alla prima gara senza più la possibilità di agire sulle mappature per trovare, almeno la Mercedes, infinita potenza supplementare. Una conseguenza che è parsa colpire anche la Red Bull, in difficoltà fin dal venerdì e addirittura ritirata con Verstappen che a Monza ha perso un’occasione d’oro per rosicchiare punti al penalizzato Hamilton. Vien da pensare al proverbiale approccio lento dei giapponesi davanti alle novità ma aspettiamo solo pochi giorni per la controprova del Mugello sia per loro che per i tedeschi della Stella.

GASLY, VINCERE A 24 ANNI. SAINZ, QUASI PERFETTO – Gasly ha fatto suonare l’inno francese (e poi quello italiano!): non accadeva dal lontano 1996 – curiosamente l’anno di nascita di Pierre – quando Olivier Panis sbancò, anche in quella occasione a sorpresa, Montecarlo su Ligier. Il pilota di Rouen è forte e l’ha dimostrato nelle categorie propedeutiche. E’ uno che sa vincere, gare e campionati. In più, è giovane, simpatico, disponibile, umile sebbene molto convinto delle proprie qualità e amante dell’Italia (ha preso casa a Milano per stare vicino alla squadra). Ha patito l’innesto in “prima squadra”, alias Red Bull, ma quello è un ambiente difficile, con l’altro pilota difficile, che ha debilitato pure un osso duro come Ricciardo. Ci tornerà e potrà prendersi le sue soddisfazioni; magari avrebbe dovuto pensare a lui la Renault, prossima Alpine, ma diamo tempo al tempo. Alle sue spalle, Carlito Sainz che ha celebrato al meglio la settimana del suo 26° compleanno. Ancora un giro ed era fatta per lo spagnolo prossimo ferrarista che a sua volta ha preceduto un volitivo Lance Stroll. Lo ha “fregato” la bandiera rossa, altrimenti la debacle Mercedes, la strategia e l’ottima condizione della Mc Laren MCL 35 gli avrebbero consentito il colpaccio. Il madrileno cresce continuamente, anno dopo anno, gara dopo gara. Forse con il motore Mercedes del 2021 avrebbe potuto capitalizzare questo trend ma ormai la decisione è stata presa e ha già dichiarato di non essere pentito del sì a Maranello. Piuttosto, si rivede decisamente in alto la vituperata Mc Laren – ultima vittoria nel 2012 – che comunque dimostra che in F1 per risalire la china ci vogliono cambiamenti e tempo.

FERRARI PERICOLOSA E…SOLA – Cambiamenti e tempo, quello che serve anche alla Ferrari. Ieri una giornata nerissima. Dopo la peggiore qualifica di sempre a Monza, un gran premio da dimenticare, da cancellare. La volontà di fare bene ovviamente c’era, ma con questa macchina ormai inguidabile sembra tutto inutile. Appena hanno spinto al massimo i due piloti se la sono vista brutta: Vettel senza freni alla fine del rettilineo d’arrivo, Leclerc autore di un fuori pista a 220 km/h alla Parabolica. La SF1000 pare addirittura pericolosa, a questo punto, e buon per Charles che è finito senza farsi niente sul muro di gomme a bordo pista (tipo Schumi a Silverstone 1999). La sua uscita di pista, comunque, dimostra che il monegasco è certamente un gran manico ma anche che è ancora acerbo e speriamo che il venir meno dell’esperienza di Vettel non sia un handicap troppo pesante. Che dire: forse l’immagine più plastica della Ferrari oggi è quella che si è vista in tv con la monoposto fortemente incidentata, sbrindellata perfino nel momento del recupero da parte dei commissari. Veramente una giornata pessima a livello di immagine e non osiamo pensare cosa possa significare un replay del genere in quel del Mugello, in una giornata di festa e di marketing. Una cosa vien da notare: a Monza, il gran premio tricolore, gara d’eccellenza per la Rossa, non si è fatto vedere nessun rappresentante dei vertici Ferrari. C’era il neo CEO Renault, Luca De Meo, che s’è preso la scena con l’annuncio dell’Alpine F1. Al Mugello ci saranno (Elkann, Camilleri, Piero Ferrari), ma occorrerà dare e ricevere un segnale chiarissimo.
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JOCHEN RINDT, 50 ANNI FA LA MORTE A MONZA

(4/9/2020) – Sono passati 50 anni dall’incidente e dalla morte a Monza di Jochen Rindt, il 5 settembre 1970, un sabato pomeriggio, nel corso delle prove di qualifica del Gran Premio d’Italia. Il pilota della Lotus 72, in testa al campionato con 20 punti di vantaggio su Jack Brabham, stava affrontando in pieno il rettilineo che porta alla Parabolica. Il racconto di Denis Hulme che lo seguiva sulla sua Mc Laren: “La vettura andò leggermente a destra, poi a sinistra e poi di nuovo a destra. Dopo si spostò bruscamente a sinistra e stava iniziando un testa-coda quando urtò il guard-rail”. Il motivo esatto è tuttora sconosciuto, l’urto tremendo. La diagonale improvvisa della Lotus 72 assunse una dinamica fatale: la monoposto, infatti, andò ad infrangersi violentemente sul guard-rail proprio nel punto in cui era stato scavato una fossa – si presume dagli appassionati per la tradizionale invasione di pista finale – nella quale si conficcò profondamente lo pneumatico anteriore sinistro, rendendo così più tranciante l’impatto. Lo sfondamento dello sterno ad opera del volante– Jochen aveva le cinture allentate – le fratture alle gambe (il piede sinistro quasi staccato) non lasciarono scampo al forte pilota mezzo austriaco (madre) e mezzo tedesco (padre).

RINDT, SEGNI PRECURSORI DELL’INCDENTE MORTALE … – Un anno prima, Rindt era uscito indenne da un bruttissimo incidente occorsogli durante il Gran premio di Spagna sul circuito cittadino del Montjuic. Sulla sua Lotus 49 cedettero i supporti del generoso alettone voluto da Chapman per sigillare a terra la monoposto. Rottura del setto nasale e trauma cranico, un mezzo miracolo. Due mesi prima, era rimasto molto scosso, tanto da pensare al ritiro, dalla morte dell’amico Piers Courage, vittima di un furioso incendio a Zandvoort al volante della De Tomaso. Le uniche immagini televisive dell’incidente di Rindt fanno vedere la Lotus che dopo infinite piroette si arresta all’ingresso della Parabolica in una nube di ghiaia, con l’anteriore disintegrato e le martoriate gambe del pilota, affossato nell’abitacolo, esposte. La corsa all’ospedale, le prime inutili cure, le successive polemiche sui soccorsi. Il composto dolore della moglie, la splendida modella finlandese Nina, figlia del facoltoso Curt Richard Lincoln, compostamente informata ai box dell’accaduto dall’amico Jacky Stewart.

CON NINA RINDT COPPIA ICONICA DELLA F1 – Questo il riassunto delle ultime ore del campionissimo austriaco, ispirazione per tutta una generazione di piloti dello stesso Paese. Niki Lauda lo incontrò la prima volta a 20 anni e ne rimase folgorato: “Portava un lungo cappotto di pelliccia – ricorderà – chiunque altro in quell’abbigliamento sarebbe apparso ridicolo. Lui invece apparve assolutamente regale…”. Helmut Marko, ne ha fulgidi ricordi fin da quando si frequentavano da ragazzi, ed era presente quando Jochen decise di diventare pilota, affascinato dalla visione delle F1 al Nurburgring. Bernie Ecclestone ne è stato grande manager-amico, tanto da prendersi cura, dopo la morte, delle sorti della piccola figlia Natasha Rindt, oggi 52 anni, che per qualche tempo ha lavorato nell’ambito della FOM. Nina Rindt, che con il campione austriaco, ha composto una delle coppie più iconiche di sempre della F1, oggi è una elegante signora di 77 anni che vive circondata dai ricordi e dai trofei del consorte prematuramente scomparso a 28 anni. Nessuno, in quell’ultimo scorcio di stagione 1970, riuscì a superare Rindt in classifica generale, tanto che rimane l’unico pilota ad aver vinto postumo il titolo mondiale. Non ci riuscirono i ferraristi Clay Regazzoni, che il giorno dopo vinse la gara in un tripudio che fa capire quanto sia sottile in F1 il confine tra la mestizia della morte e l’affermazione della gloria sportiva, né Jacky Ickx che pure vinse ancora due gran premi su tre finali. Un vero personaggio, Jochen Rindt che oggi avrebbe 78 anni: anticonformista, spontaneo, sognatore, talentuoso. 
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GIRLS ENERGICA TOUR, GRAN FINALE AD OSTUNI

(2/9/2020) – L’ultimo appuntamento è per domani 3 settembre presso la sede di Ostuni del GAL Alto Salento, alle ore 18.15. Dopo una cavalcata di quattro giorni, da Firenze a Ostuni, e 1000 km percorsi, Lorena Bega e Valentina Bruno, note influencer nel settore dell’automotive e del turismo motociclistico, descriveranno l’iniziativa “Girls Energica Tour” che le ha viste protagoniste insieme alle performanti moto totalmente elettriche Energica EVA EsseEsse9+ ed Eva Ribelle. Con l’iniziativa, in partnership con il Gruppo Telepass, patrocinato da Legambiente e Save the Planet, si è inteso mettere in risalto il versante elettrico del Paese con il sostegno di Enegan, ponendo anche l’accento su tematiche come l’eco-sostenibilità, la tutela ambientale e territoriale, tramite l’impiego di nove tecnologie.

L’itinerario percorso? Da Firenze proseguendo fino a Bologna, poi dall’Ospedale delle Tartarughe Marine di Riccione al progetto europeo “A pesca di Plastica” con l’adesione anche della Capitaneria di Porto marchigiana, toccando la Via Verde dei Trabocchi e raggiungendo i progetti di mobilità alternativa della Provincia di Bari. Lorena e valentina avranno dunque modo di raccontare le loro impressioni sull’esperienza e nell’occasione è prevista anche la pubblicazione dei dati, certificati da Save The Planet, sul risparmio di CO2 durante il tour.

EVA EsseEsse9+ ed EVA Ribelle, moto di serie siglate dal brand modenese, consentono di raggiungere i 200 km/h. L’assistenza tecnica e logistica è stata curata dalle concessionarie Elettricorse di Ginestra Fiorentina, polo toscano della mobilità sostenibile e GPOne di Milano. L’arrivo delle motocicliste è previsto per le ore 18.30; alle ore 19 sarà offerto ai presenti un aperitivo di benvenuto da parte di alcune aziende locali.
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MONZA E MUGELLO: TIFOSI VIRTUAL E CARO BIGLIETTI

(2/9/2020) – Appassionati virtualmente presenti a Monza domenica 6 settembre, appassionati abbastanza facoltosi al Mugello il 13. L’emergenza Covid-19 non consente ancora di aprire i cancelli degli autodromi ma si è creato qualche spiraglio pur con qualche polemica relativamente al “Gran Premio di Toscana Ferrari 1000”. I 2880 biglietti in vendita sui circuiti ufficiali (2000 spettatori, 880 riservati ai Ferrari Club) che si è calcolato possano far assistere in sicurezza alla storica gara numero 1000 della Ferrari potranno essere acquistati sborsando una cifra che va dai 188 ai 1200 euro. Troppi? Ricordiamo che l’autodromo toscano è di proprietà della Ferrari stessa.
MONZA VIRTUAL – Per quanto riguarda Monza, su alcune selezionate tribune dell’Autodromo Nazionale Monza verranno installate delle silhouette a grandezza naturale che riproducono dei divertenti busti di tifosi. Ciascuna immagine è composta dal vero volto di un fan, riprodotto da una fotografia, e da una t-shirt a scelta con i colori del paese d’origine del tifoso o con motivi legati alla gara italiana. L’iniziativa, realizzata con il supporto tecnico e creativo di Up and Go, azienda di allestimenti ed eventi di Villasanta, è stata chiamata Face For Fan e permetterà a migliaia di tifosi di partecipare in remoto, acquistando una sagoma personalizzata che sarà posta in una delle tribune del Tempio della Velocità. Per creare la propria silhouette a grandezza naturale, basta collegarsi al sito www.monzanet.it da smartphone. Occorre poi selezionare il vestito preferito tra quelli disponibili e scattarsi un selfie con la fotocamera del cellulare. Una volta inseriti i dati e elaborato il pagamento, la sagoma viene stampata e collocata su un seggiolino di una delle tribune individuate. Il ricavato netto dell’Autodromo Nazionale Monza derivato dall’iniziativa Face For Fan sarà infatti interamente devoluto in beneficienza – obiettivo di partenza è la raccolta di 100mila euro – alla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e all’associazione Brianza per il Cuore di Monza.
MUGELLO…GRAND PRIX – Torniamo al Mugello ed ecco il link del circuito con l’indicazione di tutti i prezzi dei biglietti, acquistabili solo per ogni singolo giorno di manifestazione:
https://mugellocircuit.com/it/gran-premio-della-toscana-ferrari-1000/prezzi

L’emergenza sanitaria, ovviamente, obbligherà comunque al rilevamento della temperatura corporea al momento dell’ingresso in Circuito. Chi presentasse sintomi influenzali oppure una temperatura uguale o superiore a 37,5°C verrà posto in un’area “isolamento” in prossimità dell’ingresso e sottoposto a nuova misurazione a distanza di tempo. Se anche la seconda misurazione dovesse rilevare una temperatura superiore o uguale a 37,5° C non sarà autorizzato ad entrare. Da tener presente inoltre che l’ingresso nell’autodromo sarà consentito esclusivamente con la propria autovettura o moto mentre non sarà possibile accedere con autobus, camper, roulotte o furgoni. Parcheggi gratuiti sono previsti in prossimità di ciascuna tribuna. I titolari dei biglietti Tribuna Centrale (settori Poltronissima, Centrale Silver, Centrale Bronze) dovranno servirsi dell’ingresso Palagio; i titolari dei biglietti Tribuna 58 dovranno servirsi dell’ingresso Arrabbiata; i titolari dei biglietti Materassi dovranno servirsi dell’ingresso Luco. Non sarà possibile entrare o uscire da altri ingressi oltre a quelli sopra citati. Buon gran premio!