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DOMENICALI CEO LIBERTY MEDIA, LA F1 RITROVA UN SIGNORE


(24/9/2020) – Di Stefano Domenicali, neo CEO di Liberty Media (si attende solo l’ufficialità), si era fatto recentemente il nome anche in relazione ad un clamoroso ritorno a Maranello. La nomina a successore di Chase Carey, quale capo della società proprietaria della F1 è una notizia inattesa, concretizzatasi negli ultimi giorni, ma positiva. Il manager di Imola, 55 anni, assomma molte buone qualità che lo rendono certamente idoneo a questa delicata carica che è stata, in altro ambito societario, di un certo Bernie Ecclestone. Ha esperienza di settore, è amico di piloti e team principal (e giornalisti) ed è reduce dai successi ottenuti alla testa della Lamborghini. Ha scelto di abbandonare la comoda sede di Sant’Agata Bolognese e di ricominciare a girare il mondo: evidentemente il richiamo della Formula 1 è rimasto sempre troppo forte per uno che era arrivato a gestire la mitica Scuderia Ferrari. 

D’altronde, fin da quando era stato bruscamente costretto ad abbandonare la malconcia nave di Maranello e il Gruppo Volskwagen lo aveva prontamente messo sotto contratto all’Audi, la F1 non era scomparsa dal suo radar. I tedeschi, infatti, gli avevano affidato il compito di studiare e attuare lo sbarco nella massima formula con uno dei suoi marchi. Progetto concreto ma naufragato a causa dello scandalo “dieselgate”. Il link con il mondo delle competizioni, con la pista è stato nel frattempo la responsabilità della Commissione monoposto della FIA, durante la quale, per esempio, ha pianificato il ritorno della F2 e della F3, in luogo di GP2 e GP3, quali categorie propedeutiche alla F1. La cosa curiosa, ora, è che torna a lavorare a stretto contatto con due big che conosce bene: Ross Brawn, braccio operativo di Liberty Media, e quel Jean Todt, presidente FIA, col quale ha condiviso i grandi successi dell’epopea Schumacher fino ad avvicendarlo a capo della Gestione Sportiva quando il francese ha detto stop, nel marzo del 2008. Quell’anno vinse, a tutt’oggi, l’ultimo titolo della Ferrari, il Costruttori. Poi toccò alla Brown GP, che fece masticare amaro tutti, e infine dal 2010 si puntò su Fernando Alonso. Avere in casa il campionissimo, ma assai ansioso e nervoso, e non vincere segnerà le sue sorti.  

Dopo gli anni della prevalenza Red Bull, nonostante reali possibilità di vittoria rossa nel 2010 e nel 2012, e la disgraziata annata 2014, inizio dell’era ibrida e soprattutto del dominio Mercedes, nel 2014 Domenicali è tra i capri espiatori di una situazione ormai ingestibile. Ne fa le spese per primo, avvicendato senza miglioramenti da Mattiacci, ma è l’anno della estromissione dello stesso Presidente Montezemolo, del motorista Marmorini, di Tombazis e di Fry, dello stesso Alonso e del suo ingegnere di pista Stella. Domenicali non ha fatto polemiche, non ha gridato all’ingiustizia (lo era), da signore qual è. Ha ricominciato da un’altra parte ma era solo questione di tempo perché la F1 lo ritrovasse, e in che ruolo! Farà bene? Come gestirà gli anni del cambio regolamentare e del budget cap? Via libera a nuovi team? Una F1 più europea? Lo vedremo. Intanto, un gioioso augurio di ben tornato. 

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