(14/9/2020) – Dopo il pazzo Gran Premio d’Italia, anche il folle (sportivamente parlando) Gran Premio di Toscana al Mugello ha riservato suspence, incidenti e spaventi. Senza penalty, solo una cosa non cambia: la superiorità delle Mercedes e, soprattutto, l’imbattibilità di Lewis Hamilton che ha raggiunto quota 90 vittorie (95 pole) e, credo proprio, inflitto la bastonata finale alle velleità e al morale di Valtteri Bottas, secondo. E l’attesissima Ferrari, vogliosa di celebrare il gp numero 1000 con effetti speciali? Ce l’hanno messa tutta e sicuramente è andata meglio di Monza – il che è tutto dire – ma lottare ora con le Williams è davvero il gradino più basso che si potesse raggiungere. Enzo Ferrari, figuracce del genere non le sopportava e preferiva ritirare le macchine per una salutare pausa tecnica. Complimenti, infine, ad Alexander Albon, finalmente sul podio – Verstappen, ritirato, è decisamente in un momento no – dopo averlo sfiorato due volte. Ma approfondiamo i temi del GP.
HAMILTON ANNICHILISCE BOTTAS – Dicevo di Bottas. Nonostante, lo scatto iniziale in testa e tutte le ripartenze e safety car, il finlandese, alla fine, è stato piegato per l’ennesima volta e vede il titolo allontanarsi inesorabilmente. Dice bene quando afferma di voler continuare a combattere, ma il confronto è ormai improponibile. Se Bottas ha qualcosa da dire sul comportamento della squadra, la dica (ieri reclamava pneumatici diversi da Lewis, inascoltato), altrimenti renda onore al compagno di squadra e confessi che lo strombazzato “piano B” per batterlo non ha funzionato (se mai c’è stato). Purtroppo, questa è la realtà che magari sarebbe stata diversa se avesse osato di più in un paio di gare dove ha preferito alzare il piede anziché combattere corpo a corpo con Hamilton. Rosberg lo fece, è stata dura, si è beccato reprimende dal Team ma ha saputo fiaccare l’ego di Lewis e alla fine batterlo e portarsi a casa il titolo. Onore, comunque e ci mancherebbe, all’inglese lanciatissimo verso il record di Michael Schumacher. E’ al massimo della maturità, non sbaglia praticamente mai e riesce a restare concentratissimo nonostante il parallelo impegno contro il razzismo. Ieri è salito sul podio con una maglietta con un messaggio forte: “Arrest the cop who killed Breonna Taylor”.
FERRARI 1000 E UNA NOTTE FONDA – La Ferrari non ha potuto onorare il GP numero 1000. Lo ha fatto mediaticamente sabato sera a Firenze e lì si è fermata. Grazie ai ritiri dei vari Verstappen, Stroll, Sainz, Ocon è riuscita a racimolare qualche punticino ma la pena, francamente, è profonda. Da più parti, ora, si comincia a chiedere di capire perché, a differenza degli altri concorrenti (nuove panche per la Racing Point, nuovo musetto per la Mc Laren), la Scuderia di Maranello non sforni qualche novità. Per l’ennesima volta, il pilota di riferimento Charles Leclerc – che ha regalato per qualche giro (terzo) il sogno del podio – è sbottato: “Così non va, dobbiamo fare qualcosa”. Ma qualcosa non si fa (almeno non si vede). Perché? Lo vogliono sapere gli addetti ai lavori e i tifosi ma Binotto è più realista del re: c’è poco da fare. Per il 2021 è stato annunciato un nuovo motore ma quale migliore occasione – non c’è corsa al titolo – per testare ora in gara soluzioni anche innovative per il futuro? Si punta tutto sulla nuova power unit? Avviso che intanto stanno crescendo moltissimo Renault, Mc Laren e la futura Aston Martin che, tra l’altro, avrà in Sebastian Vettel un pilota decisissimo a sverniciare la macchina dalla quale è stato estromesso con poco eleganza, come noto. Chissà se almeno l’1 novembre a Imola, all’Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari, si possa rialzare la cresta.
RENAULT OK CON RICCIARDO – Mentre la Red Bull segna il passo con l’antagonista principe Verstappen, nonostante in qualifica avesse fatto pensare di poter seriamente insidiare le Mercedes, si avvicina sempre più al podio la Renault che ieri lo ha davvero sfiorato con il prode Ricciardo. Alonso ha di che gongolare, pensando al prossimo anno con la tuta azzurra Alpine. Sfortunato Stroll, uscito di pista per un cedimento ma meritevole di un podio mentre Perez ha fatto del suo meglio da divorziato in casa (per lui niet novità come Lance). Non hanno battuto colpo invece due protagoniste di Monza, Mc Laren e AlphaTauri. Carlos Sainz è stato coinvolto nel maxi tamponamento dopo l’uscita della safety car e se l’è cavata con un grosso spavento (altrettanto dicasi per il povero Giovinazzi). A proposito, assolutamente da rivedere il restart in pieno rettilineo: la linea deve essere arretrata! Norris ha vivacchiato a centro classifica punti. La Scuderia di Faenza, invece, dopo il flop qualifica con il fresco vincitore di Monza, Gasly, ha dovuto alzare bandiera bianca con l’inebetito francesino subito out coinvolto nel primo crash e consolarsi con il settimo posto del redivivo Kvyat. Da rivedere a Sochi entrambe. Kimi Raikkonen ha sperato in un risultato d’eccezione e a 40 anni lotta ancora come un leone ma i limiti dell’Alfa Romeo più i 5” di penalità lo hanno tenuto arretrato (oltre che fatto incazzare) anche se può “festeggiare” due preziosi punti. Voto minore alla Haas che, tra incidenti e scarsa competitività, farebbe bene per la prossima stagione a rivoluzionare parecchio il suo pacchetto piloti e tecnici.