(4/8/2020) – Gran Premio di Germania, Nurburgring, 4 agosto 1985, grande vittoria di Michele Alboreto, l’ultima con la Ferrari. La migliore stagione del pilota milanese, alla fine secondo solo per la fragilità delle turbine Garrett che Enzo Ferrari volle al posto delle più collaudate tedesche KKK che avevano il “difetto” di equipaggiare il motore concorrente TAG Porsche. In ogni caso, chi l’avrebbe mai detto quel giorno di 35 anni fa che quella sarebbe stata l’ultima festa del binomio Ferrari-Alboreto e addirittura l’ultima vittoria in assoluto del driver tanto apprezzato dal Drake? Nessuno, ma così è andata.
ALBORETO, TITOLO 1985 A PORTATA DI MANO – All’epoca, Michele era alla secondo stagione a Maranello. Dopo un anno di apprendistato, per la prima volta in un top team, con qualche bella soddisfazione, il 1985 doveva essere il campionato dell’affermazione. La 156-85 era monoposto matura e potente per sfidare la Mc Laren motorizzata TAG Porsche che l’anno prima aveva monopolizzato la contesa, restringendola ai suoi alfieri Lauda (alla fine vincitore per mezzo punto) e Prost. Proprio il francese costituì l’unico, forte ostacolo alla rincorsa al titolo mondiale, più che mai possibile per un italiano, 32 anni dopo l’ultima affermazione tricolore da parte di un altro milanese, Alberto Ascari. Il campionato, infatti, è vissuto tutto sulla sfida ravvicinata tra il transalpino e l’italiano che proprio in Germania inflisse una dura lezione all’avversario nonostante la partenza dalla quarta fila (Prost in seconda) dettata dalla impossibilità di migliorare i tempi del venerdì per la pioggia che inficiò la sessione decisiva del sabato (in pole clamorosamente la Toleman di Teo Fabi!). In gara, inizialmente dominata da Rosberg su Williams e Senna su Lotus, venne fuori la determinazione del pilota del Cavallino che anche a gomitate – nella foga colpì sia il compagno di squadra Johansson che Rosberg nel sorpasso decisivo – si fece strada fino a conquistare la leadership sempre braccato da vicino da Prost. Un testa coda del francese, a corto di freni, spiano la strada verso la vittoria, la quinta in carriera di Alboreto ma l’ultima con la Ferrari che avrebbe lasciato dopo la morte del Fondatore, tre stagioni dopo, deluso e messo in un angolo.