Categorie
Senza categoria

VALENTINO ROSSI, 10 ANNI FA L’INCIDENTE AL MUGELLO

(5/6/2020) – C’è poco da fare: l’incidente di Valentino Rossi dieci anni fa durante la seconda sessione di prove libere della MotoGp 2010 al Mugello, in un modo e nell’altro, ha cambiato le sorti della carriera del centauro di Tavullia. Sbalzato dalla sella della sua Yamaha tra le curve Biondetti 1 e 2 e poi atterrato pesantemente, si ritrovò con la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone destri. Rossi ammise l’errore: aveva dato gas con le gomme ancora fredde. Melandri – i rapporti non erano idilliaci – lo accusò di aver fatto “un errore da principiante”. Ma fu anche sfortunato: la dinamica della caduta causò lo schiacciamento della gamba col corpo. Un infortunio serio, quattro ore di operazione al CTO di Firenze e un recupero prodigioso. Quattro gare di stop e poi il rientro in Germania, il ritorno alla vittoria in Malesia e un accettabile terzo posto in classifica finale. Ecco il video dell’incidente:

https://www.youtube.com/watch?v=vsizLwehunk

DALLA DUCATI A MARQUEZ, STAGIONI DIFFICILI – Rossi era campione in carica da due anni e vero super-man della categoria dopo i primi successi nella categoria regina con la Honda e le grandi ed emozionanti stagioni con l’amata Yamaha. Al termine di quel campionato 2010, il passaggio alla Ducati che ha segnato l’inizio di un periodo non più felice. Due anni tristi e scorbutici alla Casa di Borgo Panigale e poi il ritorno alla Yamaha, la moto dei suoi sogni. Ma titoli mondiali non ne sono arrivati più. Secondo nelle stagioni 2014-2015-2016, ma erano già gli anni di Marc Marquez e come non dimenticare l’antipatico finale di stagione 2015? In Malesia, con il compagno di squadra Jorge Lorenzo quale rivale per l’assegnazione del titolo, Rossi fu protagonista del “famoso” calcio a Marquez accusato di favorire smaccatamente il connazionale nella contesa italo-spagnola. Penalizzato nell’ultima gara, nonostante una grande rimonta, non riuscì a contrastare Lorenzo che si aggiudicò il titolo. Negli anni successivi, è scivolato progressivamente indietro in classifica, ultima vittoria Assen 2017. Questo, in estrema sintesi, il dopo Mugello 2010: vent’anni di passione messa a dura prova da tanti fattori. Alla vigilia, si spera, dell’inizio del campionato 2020, a 41 anni suonati ci si chiede cosa farà l’ex Peter Pan che sa di aver già perso il posto nel main team Yamaha 2021 a favore dell’emergente Quartararo. Per ora naviga tranquillo al largo delle Marche sul suo yacht con la compagna Francesca Sofia Novello ma ha detto e ribadito che a breve renderà noto il suo futuro. Forse prima che i motori ricomincino a rombare.
Categorie
Senza categoria

FORMULA 1, ULTIME NOTIZIE. TRA UN MESE SI RIPARTE DALL’AUSTRIA

(5/6/2020) – Formula 1, ultime notizie: tra un mese esatto, il 5 luglio, si parte. Le luci rosse si spegneranno e il mondiale 2020 avrà ufficialmente il suo via con il doppio appuntamento di Spielberg. Un campionato inedito, anche paradossale con lo start in estate inoltrata in Austria, dove ad oggi gli italiani della Ferrari non potrebbero entrare per il blocco dei confini, i suoi 8 appuntamenti certi, o quasi, e…poi si vedrà. Insomma, il Coronavirus ha prodotto anche qui i suoi ingenti danni e ne vedremo presto le conseguenze. Anzi, la pausa forzata di quasi quattro mesi dopo lo sbarco in Australia ha già sovvertito o almeno dato uno scossone a certezze, assetti e ragionamenti. Ecco la situazione squadra per squadra, a cominciare da Mercedes, Ferrari, Rec Bull, Renault e Mc Laren.

MERCEDES – Martedì e mercoledì prossimi il Team si ritroverà a Silverstone prima con Bottas e il giorno dopo con Hamilton, che guideranno una vecchia W09 del 2018. L’obiettivo dichiarato è solo quello di collaudare i protocolli anti Covid19, obbligatori dall’Austria per poter riprendere tutto. Anche la squadra pluri-campione del mondo ha vissuto settimane tribolate in attesa di un “responso” da Stoccarda, che è arrivato ed è positivo, sul mantenimento dell’impegno in F1 negli anni a venire. Presto, però, dovranno essere risolte le spine contrattuali di Hamilton, che tramontata l’idea Ferrari dovrebbe ribadire il suo legame, e di Toto Wolff, neo azionista dell’Aston Martin, che forse ambisce ad un ruolo dirigenziale ma non più al muretto. Per il resto, si riparte dal DAS e da un vantaggio tecnologico non indifferente.

FERRARI – A Maranello hanno deciso di affrontare la stagione senza equivoci e la questione contratto Vettel è stata risolta subito con l’addio al tedesco e l’ingaggio di Sainz. Giusto, sbagliato? Troveremo un Seb più o meno agguerrito del solito? Leclerc, a questo punto, è il pilota di riferimento e c’è da sperare che sappia indirizzare al meglio i tecnici per quanto riguarda l’evoluzione della SF1000 che nel frattempo è stata sottoposta a diverse rivisitazioni per ovviare a quei difetti che ne avevano limitato le prestazioni durante i test pre campionato a Barcellona. Funzioneranno? Anche la Ferrari ha in animo di organizzare un test di sgrossamento con una Rossa datata: a Fiorano?


RED BULL – La Red Bull guarda con molto ottimismo al doppio gran premio inaugurale in Austria. L’aria di casa ringalluzzisce Marko & C. memori della bella vittoria del pupillo Verstappen l’anno scorso (ricordate il ruota-a-ruota con Leclerc?). Proprio l’olandese è la carta che fa dormire sonni tranquilli a Milton Keynes, convinti come sono di poter dare filo da torcere a Ferrari ma anche e soprattutto alla Mercedes, per quanto si sia rimasti spiazzati dall’introduzione del DAS da parte dei tedeschi. Ma state certi che il progettista Newey ha avuto tempo di studiare qualche diavoleria delle sue per controbattere la novità. Piuttosto, Horner dovrà valutare la prossima composizione della squadra poiché voci ricorrenti danno Vettel come disponibile al ritorno e il management di Bottas molto attivo per proporre il finlandese che evidentemente sente traballare il posto sulla freccia d’argento. E Albon? Dovrà fare del suo meglio, con anche Gasly voglioso di tornare a meritare il volante Red Bull.

MC LAREN E’ data come la squadra del futuro. A Woking si stanno muovendo bene: il DS Seidler è razionale e metodico, Zack Brown pensa di concentrare al massimo le attenzioni sulla F1 e l’accordo sull’adozione del motore Mercedes dal 2021 potrà garantire qualche cavallo in più; infine l’ingaggio di Daniel Ricciardo garantisce l’apporto di un top driver vincitore di gran premi. Con Sainz in partenza, Lando Norris resta una validissima carta: a 21 anni si è già imposto per le sue buone qualità complessive e si sta preparando per ripetersi. Qualche giorno fa è sceso in pista a Silverstone con una vecchia F3 del  suo ex team Carlin e, sempre per cominciare a riabituare il corpo alle sollecitazioni della guida, ha annunciato intense sessioni in pista con i kart. L’interrogativo: quale trattamento sarà riservato al futuro concorrente Sainz? (Lo spagnolo, non per niente, ha già chiesto di poter usufruire di tutti gli aggiornamenti tecnici…)

RENAULT – Intanto pare si vada avanti, e questa è già una notizia. La situazione della Renault, società partecipata dallo Stato francese, resta però precaria per via del freno commerciale inferto dal Coronavirus. Né, per la verità, i risultati di questi ultimi anni in F1 giustificano toni trionfalistici. L’1 luglio, il capo della Renault diventa a tutti gli effetti l’italiano Luca De Meo e ovviamente il suo orientamento sarà importante. Ricciardo ha già deciso di andare via nel 2021, direzione Mc Laren-Mercedes, ma i francesi differentemente dalla Ferrari prendono tempo per la sua sostituzione. Il candidato principe è niente meno che Fernando Alonso che sarebbe così al suo secondo rientro in Renault dopo quello del 2008 dettato dall’impossibile convivenza con Hamilton alla Mc Laren. Per alleviare il “peso” del suo ingaggio si parla di un contratto articolato anche per il dopo pista con un ruolo dello spagnolo alla Toto Wolff. Quel che è certo, però, è che la Renault necessita di un deciso upgrade tecnico o tutto sarà vano.
Categorie
Senza categoria

FERRARI F1, ULTIME NOTIZIE

(3/6/2020) – Ferrari, ultime notizie: i lavori sono già ripresi da qualche tempo in vista, finalmente, del via al tribolato campionato di F1 2020. Per la Scuderia di Maranello, tra budget cap e idea America, si tratterà di una stagione dai mille risvolti ed è il caso di fare proprio questo numero perché, tanto per cominciare, se tutto va bene raggiungerà quota 1000 gran premi disputati (ora è a quota 991). La SF1000 presentata a febbraio a Reggio Emilia (sembrano passati anni!), è stata rivisitata in molti aspetti, tanto che si parla di una versione B, e si spera che in Austria possa fornire prestazioni migliori di quelle registrate nelle due sessioni di test a Barcellona. In diversi arrivarono addirittura ad ipotizzare una sorta di pretattica da parte della Ferrari, tanto i riscontri cronometrici si rivelarono deludenti rispetto alle aspettative. Ma nel frattempo a Maranello si è pensato molto, forse troppo, al futuro.

INCOGNITA VETTEL – Con Sebastian Vettel la stagione entrante verrà affrontata da divorziati in casa mentre tante attenzioni saranno già riservate al pilota 2021 Carlos Sainz e il massimo delle pressioni dovrà invece “sopportarle” Charles Leclerc. Un bel mix di situazioni da gestire… Tutti a chiedersi: come si comporterà il tedesco? Come l’ultimo Raikkonen che nel 2018, ricevuto il benservito, non volle saperne di agevolare l’amico-team mate a Monza? Non penso arriverà a questo ma nemmeno che gli si possa dire di fare da secondo al “predestinato” Leclerc. Appare comunque difficile immaginare che, anche se la maggiore serenità interna gli facesse evitare i troppi errori di cui è stato protagonista e la Ferrarise la giocasse, possa vincere il titolo lui…Non facciamo gli gnorri: Leclerc sarà il favorito e d’altronde, come per ogni pilota che va via gli aggiornamenti e i segreti tecnici si diraderanno gara dopo gara. Seb non ha ancora preso una decisione sul suo futuro e non sono affatto da escludere colpi di scena magari in base all’evolversi del campionato. La Ferrari ha giocato molto d’anticipo ma la Mercedes, che ha confermato il suo impegno in F1, può permettersi di aspettare ancora un po’. Credo sia l’unica chance alla quale possa e voglia guardare il quattro volte campione del mondo, tutte le altre (forse ad eccezione della Renault), potrebbero riservargli un tramonto non da campione e non penso Seb desideri questo. Ha una bella e numerosa famiglia e un ottimo conto in banca: gli mancano solo le vittorie alle quali era ben abituato, quindi…







SAINZ NON E’ IL SECONDO DI LECLERC– La Ferrari ha puntato sulla gioventù. Finito il tempo dell’ingaggio dei campioni affermati – in ultimo da Prost a Schumacher, da Alonso allo stesso Vettel – è il momento del vivaio Ferrari Driver Academy e dei giovani. Una scelta lungimirante ma non scevra da rischi. Leclerc, subito blindato fino al 2023, hafatto vedere di avere carattere e velocità ma deve crescere ancora e, come detto, quest’anno dovrà dimostrare di avere le spalle larghe perché tutto l’onore e l’onere di essere di fatto la prima guida è su di lui. Se la SF1000 non dovesse rivelarsi all’altezza di Mercedes e Red Bull, saprà mantenere la calma? E se invece avesse successo, oltre agli impegni extra (vedi Armani e Lelouch), saprebbe mantenere la concentrazione necessaria? Interrogativi ai quali solo il tempo potrà rispondere. Poi toccherà a Sainz, 26 anni il prossimo 1 settembre, neanche più tanto giovane per gli ultimi standard anagrafici della Formula 1. Sei anni dopo Alonso, un altro spagnolo a Maranello. Carlos è però altra cosa rispetto al suo idolo. Intanto non è titolato come l’asturiano e diversamente da lui, fino a prova contraria, lo definirei una forza tranquilla. Quello che ci vuole in qualsiasi team, fermo restando però che il madrileno sta migliorando di stagione in stagione e nelle formule propedeutiche si è sempre distinto, fino al titolo World Series by Renault nel 2014. Qualcuno ha già parlato di “buon secondo” ma dategli una monoposto competitiva e vedremo. E’ inutile andare alla Ferrari solo per timbrare il cartellino. Sappia Carlos che a fare i miti scudieri, a Maranello, non c’è molto da guadagnarci. Vedi, per dirne alcuni, Regazzoni, Capelli o Massa.
Categorie
Senza categoria

ANNIVERSARY / A 50 ANNI DALLA MORTE DI BRUCE MC LAREN, IL MITO (E IL TEAM) SOPRAVVIVE

(1/6/2020) – Domani ricorre il 50° anniversario della morte di Bruce Mc Laren, perito a 32 anni in un malaugurato incidente avvenuto mentre provava a Goodwood una vettura Can Am M8D che portava il suo nome. Era il 2 giugno 1970 e, a distanza di cinque decenni,il Team Mc Laren milita stabilmente in F1, vanta 8 titoli Costruttori, 12 mondiali Piloti, 182 vittorie in un Gran Premio e, nonostante non possa ancora rivaleggiare con Mercedes, Ferrari e Red Bull, sta tornando attrattivo. Quanto all’intraprendente neozelandese di Auckland, è sempre una figura iconica , presente nella International Motorsports Hall of Fame. Un mito, per chi ama le corse, il motorsport.

 

BRUCE MC LAREN, PASSIONE E INGEGNO – Andiamo subito ai primordi di questa avventura. Bruce Mc Laren fu pilota e, un po’ alla Brabham (che lo notò nel 1957 avviandolo al professionismo), progettista ma anche valente manager (tanto è vero che commercializzò anche monoposto di F2, Can Am, F. Indy, F.5000). Il team Mc Laren vide la luce il 2 settembre del 1963 con l’intento di preparare delle Cooper Climax per la serie australe Tasman Series. Piloti: lui e l’americano Timmy Mayer che, purtroppo, perì in corsa. Il fratello, Teddy Mayer, diventerà il proprietario del team dopo la scomparsa del fondatore, prima a sua volta di cedere le redini a Ron Dennis a valle del varo della Mc Laren International nel 1980 La storia in F1 è ben nota, ma la prima Mc Laren da corsa è stata la biposto M1A per la serie Can Am, dove il neozelandese sublimò le sue ottime qualità e le potenti Mc Laren spopolavano. La F1 è arrivata nel 1966, poi le prime soddisfazioni con il motore Ford Cosworth, il connazionale Hulme e…il riconoscibile colore arancione (o papaya se volete) che ancora predomina nell’attuale livrea. Tre vittorie per lui: USA 1959 che, a 22 anni, gli consentì di essere il più giovane vincitore di un gran premio, Argentina 1960, il suo anno migliore, al termine del quale si classificò secondo; Monaco 1962 (tutte su Cooper) e infine Spa 1968, la prima vittoria al volante di una monoposto col suo nome. Terzo nel mondiale 1969, Il destino non ha voluto che riuscisse a cogliere i migliori frutti del suo ingegno. La semina, negli anni, ha prodotto raccolto: niente male per il ragazzino al quale i medici avevano diagnosticato l’impossibilità di continuare a camminare poiché affetto dalla malattia Legg-Calvè-Perthes e che aveva cominciato ad interessarsi di motori nell’officina del padre Leslie.