Categorie
Senza categoria

LA TRAGICA MORTE DI PIERS COURAGE, 50 ANNI FA

(19/6/2020) – Ecco un giorno funesto per la F1: 21 giugno 1970. A Zandvoort, 50 anni fa, perdeva tragicamente la vita in un drammatico incidente Piers Courage, 28 anni, forte pilota inglesequell’anno al volante della De Tomaso gestita in pista dalla Frank Williams Racing Cars. Una dinamica fatale, frequente in quelle stagioni purtroppo segnate da tanti altri incidenti su circuiti lontani anni luce dalle condizioni di sicurezza odierne: la sbandata, lo schianto contro un terrapieno, le fiamme, il goffo intervento dei commissari di percorso. Spaventoso il rogo (vedi filmato) reso violento dalla composizione in magnesio del telaio e che non ha lasciato il minimo scampo al pilota britannico. Soprannominato “Porridge”, facoltoso erede della famiglia proprietaria  della  nota marca di birra, ex studente in collegi esclusivi. Bel farsi le ossa sulle quattro ruote partecipò nel 1968 anche alla 24 Ore di Le Mans con una Ferrari e al campionato Tasmania per poi esordire in F1 con la BRM. Si è fatto amare perché veloce e coraggioso come, anni dopo, Villeneuve, si è fatto notare per il suo stile e per la presenza ai box della avvenente moglie Sally Curzon, imparentata con la Casa Reale. Non ha fatto in tempo a dare il suo apporto per la crescita della De Tomaso, dove tutti rimasero attoniti.

 

https://www.youtube.com/watch?v=YK16URa7X10

 

DE TOMASO E LA F1 – La De Tomaso, animata dall’omonimo patron argentino trapiantato nella capitale dei motori Modena, era all’ennesimo tentativo di affermarsi nella massima formula. Nel 1961 con una monoposto derivata dalla F. Junior e due motorizzazioni, Osca e su base Alfa Romeo Giulietta by Conrero. L’anno successivo la 801 su progetto di Alberto Massimino e motore De Tomaso 8 cilindri. Neanche i motori Ferrari 156 e Ford, infine, riuscirono però a risollevare le sorti prestazionali della vettura, assolutamente deludenti. Qualche risultato migliore in F2 nel 1969 rese possibile il ritorno di fiamma, anche grazie alle intuizioni del giovane ingegnere approdato alla corte di De Tomaso, un certo Giampaolo Dallara. A lui fu affidato il progetto della 505, la monoposto della riscossa motorizzata Ford Cosworth che, affidata al talentuoso Courage, diede subito una prima soddisfazione e cioè il terzo posto all’International Trophy a Silverstone. L’inizio campionato 1970, però, non mantenne le promesse: due ritiri (Sudafrica e Belgio), una mancata qualificazione (Spagna) e non classificato a Montecarlo. Quinta prova di campionato, il Gran Premio d’Olanda, e forse i primi frutti degli interventi migliorativi: nono tempo di qualifica per Courage. Pochi giri e lo schianto mortale. Brian Redman e Tim Schenken che presero il suo posto non fecero di meglio e alla fine di quella stagione disgraziata la De Tomaso ripose definitivamente nel cassetto ogni velleità di F1.


Una risposta su “LA TRAGICA MORTE DI PIERS COURAGE, 50 ANNI FA”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *