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ANNIVERSARY / A 50 ANNI DALLA MORTE DI BRUCE MC LAREN, IL MITO (E IL TEAM) SOPRAVVIVE

(1/6/2020) – Domani ricorre il 50° anniversario della morte di Bruce Mc Laren, perito a 32 anni in un malaugurato incidente avvenuto mentre provava a Goodwood una vettura Can Am M8D che portava il suo nome. Era il 2 giugno 1970 e, a distanza di cinque decenni,il Team Mc Laren milita stabilmente in F1, vanta 8 titoli Costruttori, 12 mondiali Piloti, 182 vittorie in un Gran Premio e, nonostante non possa ancora rivaleggiare con Mercedes, Ferrari e Red Bull, sta tornando attrattivo. Quanto all’intraprendente neozelandese di Auckland, è sempre una figura iconica , presente nella International Motorsports Hall of Fame. Un mito, per chi ama le corse, il motorsport.

 

BRUCE MC LAREN, PASSIONE E INGEGNO – Andiamo subito ai primordi di questa avventura. Bruce Mc Laren fu pilota e, un po’ alla Brabham (che lo notò nel 1957 avviandolo al professionismo), progettista ma anche valente manager (tanto è vero che commercializzò anche monoposto di F2, Can Am, F. Indy, F.5000). Il team Mc Laren vide la luce il 2 settembre del 1963 con l’intento di preparare delle Cooper Climax per la serie australe Tasman Series. Piloti: lui e l’americano Timmy Mayer che, purtroppo, perì in corsa. Il fratello, Teddy Mayer, diventerà il proprietario del team dopo la scomparsa del fondatore, prima a sua volta di cedere le redini a Ron Dennis a valle del varo della Mc Laren International nel 1980 La storia in F1 è ben nota, ma la prima Mc Laren da corsa è stata la biposto M1A per la serie Can Am, dove il neozelandese sublimò le sue ottime qualità e le potenti Mc Laren spopolavano. La F1 è arrivata nel 1966, poi le prime soddisfazioni con il motore Ford Cosworth, il connazionale Hulme e…il riconoscibile colore arancione (o papaya se volete) che ancora predomina nell’attuale livrea. Tre vittorie per lui: USA 1959 che, a 22 anni, gli consentì di essere il più giovane vincitore di un gran premio, Argentina 1960, il suo anno migliore, al termine del quale si classificò secondo; Monaco 1962 (tutte su Cooper) e infine Spa 1968, la prima vittoria al volante di una monoposto col suo nome. Terzo nel mondiale 1969, Il destino non ha voluto che riuscisse a cogliere i migliori frutti del suo ingegno. La semina, negli anni, ha prodotto raccolto: niente male per il ragazzino al quale i medici avevano diagnosticato l’impossibilità di continuare a camminare poiché affetto dalla malattia Legg-Calvè-Perthes e che aveva cominciato ad interessarsi di motori nell’officina del padre Leslie.

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