(22/5/2020) – Domani 23 maggio compie 80 anni un grande dell’automobilismo: Gérard Larrousse. Perché grande? Francese di Lione, è stato pilota di rally e di pista, dirigente di importanti Case e Team manager in Formula 1. Un vincente, come si vedrà. Il primo amore sono stati i rally, tanto da debuttare nel 1961, a 21 anni, alla gara casalinga su una Simca Aronde Monthlery. Nel giro di cinque anni, già pilota ufficiale NSU, la prima vittoria al Rally de Lorraine ma anche – come può mancare per un francese – e la partecipazione alle prove per la 24 Ore di Le Mans dove debuttò l’anno dopo (contemporaneamente era diventato pilota ufficiale Alpine nei rally). Ma il suo curriculum racconta di un vero appassionato e di un talento puro, capace di destreggiarsi al vertice sia sugli sterrati che in pista.
UNO DEI PADRI DELL’ERA TURBO RENAULT – Campione di F. France, divenne ufficiale Porsche e nel 1971 conquistò la prestigiosa 12 Ore di Sebring sulla potente 917 di Stoccarda. Ma è nel 1973 che tocca il cielo con un dito, vincendo la 24 Ore di Le Mans in coppia con Pescarolo: per lui anche la Legion d’Onore. Perché non provare la f1, a quel punto? Debutta al GP del Belgio a Nivelles su una Brabham, ma sarà la sua unica apparizione. Poi si avvicina alla Renault e regala alla Regie la prima vittoria di un motore Turbo alla 1000 KM del Mugello. Intanto crea il team ELF Switzerland e vince gare e campionato in F2 prima di essere nominato nel 1976 Direttore Competizioni della Renault. Sarà lui a fondare la divisione Renault Sport, con progetti ambiziosi: Le Mans e la F1. La maratona francese viene vinta nel 1978 con l’equipaggio Jassaud-Pironi, la Formula 1 viene “sconvolta” con l’epocale entrata in scena del motore Turbo (e le gomme Michelin radiali). Anche il progetto Renault 5 Turbo è suo, come pure la decisione di diventare fornitori del motore, a partire dalla Lotus nel 1982. Finita l’esperienza alla Renault resta nel Circus come DS Ligier ma è solo l’atto precursore di qualcosa di più grande: la creazione di un proprio team, insieme al socio Calmels (poi arrestato per uxoricidio). 30 anni fa, nel 1990 il miglior risultato con il terzo posto di Aguri Suzuki al GP del Giappone, ma nonostante il cambio di motorizzazioni (Ford-Lamborghini-Hart) e nuovi ingressi societari (Venturi in primis) le sorti della scuderia non decollarono mai fino alla cessazione (falliti anche i tentativi di fusione con la AGS e la DAMS). La medaglia della Legion d’honneur, ricevuta nel 1973, ci sta tutta.