(13/5/2020) – Cinque anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il 13 maggio di tarda primavera 1950, su un circuito ricavato dal raccordo di alcune piste aeree di atterraggio utilizzate dai piloti della RAF in quel di Silverstone, a nord-est di Oxford, scattava la prima gara del neonato campionato mondiale di Formula 1. Sono trascorsi 70 anni – peccato di non poter celebrare a dovere l’anniversario a causa della pandemia – e quell’esordio si è magicamente rinnovato di anno in anno e trasformato in uno degli appuntamenti sportivi più seguiti al mondo. Storie di uomini e di costruttori, di coraggio, innovazione e progresso. Vita, morte, esaltazione, drammi. Moltissimi hanno tentato di salire sul tram della F1 ma non ci sono riusciti e oggi c’è posto solo per 10 Team e 20 piloti. Ma come fu quel giorno che diede il via a tutto?
Dopo la fine del conflitto mondiale, le gare erano subito riprese a tutto spiano dove possibile. Gran Bretagna, Italia, Germania, Francia e Stati Uniti erano i Paesi pionieri dell’automobilismo con le loro grandi classiche (24 Ore di Le Mans, Mille Miglia, 500 Miglia di Indianapolis), le già leggendarie Case costruttrici e i piloti più ammirati e ardimentosi. Il campionato mondiale di Formula 1 istituì in una maniera organica e su scala mondiale la formula Grand Prix, sperimentata a carattere europeo nella seconda metà degli anni ’30 per iniziativa dell’Automobile Club tedesco (e dominato dalla Mercedes), e poi sopravvissuta a livello di singoli appuntamenti seppure di elevata rinomanza e attrattività. L’idea era di riunire il meglio e premiare il migliore. Ecco perché la 500 Miglia di Indianapolis ha fatto inizialmente parte del calendario, per quanto sempre disertata dai costruttori europei.
Ma torniamo al giorno in cui tutto iniziò, una bellissima giornata di sole e di folla. Era di sabato, secondo la tradizione inglese, e la gara valeva anche come Gran Premio d’Europa. A salutare i 21 piloti, uno per uno, Re Giorgio VI con la figlia futura Regina d’Inghilterra Elisabetta (allora 24 anni) e sua sorella Margaret, poi il Conte Mountbatten e signora, Edwina Ashley. Le Alfa Romeo 158, le mitiche Alfetta, favoritissime nonostante datate 12 anni. Assente la Ferrari: con il passaggio dal motore a compressore a quello aspirato non ancora del tutto pronte o meglio per la ritrosia del Drake a “concedere” le sue auto per un ingaggio ritenuto troppo basso. In pista anche Maserati, Talbot, ERA, Alta. In ogni caso, dominio Alfa Romeo, una delle quali affidata all’inglese Reg Parnell, “omaggio” per la gara di casa. I nomi, qualifiche e gara, li vedete sotto. Farina, all’epoca 43 anni, fu il primo vincitore, grazie anche al ritiro di Fangio per una perdita di olio. Un predominio da quasi hat trick: pole, vittoria, giro più veloce; peccato per quei 7 giri in seconda posizione. Sarà anche il primo campione del mondo.
GRIGLIA DI PARTENZA GP INGHILTERRA 1950:
PRIMA FILA: Farina (Alfa Romeo), Fagioli (Alfa Romeo), Fangio (Alfa Romeo), Parnell (Alfa Romeo)
SECONDA FILA: Bira (Maserati), Cabanteous (Talbot), Martin (Talbot)
TERZA FILA: de Graffenried (Maserati), Rosier (Talbot), Walker (ERA), Chiron (Maserati)
QUARTA FILA: Johnson (ERA), Gerard (ERA), Etancellin (Talbot)
QUINTA FILA: Harrison (ERA), Hampshire (Maserati), Crossley (Alta), Murray (Maserati)
SESTA FILA: Kelly (Alta), Fry (Maserati), Class (Talbot)
Non partito: Bonetto (Maserati)
Fry sostituito in gara da Bernard Shawe-Taylor; Walker da Tony Rolt
ORDINE DI ARRIVO:
1° Nino Farina
2° Luigi Fagioli
3° Reg Parnell
4° Yves Giraud-Cabantous
5° Louis Rosier
2° Luigi Fagioli
3° Reg Parnell
4° Yves Giraud-Cabantous
5° Louis Rosier
6° Bob Gerard
7° Culth Harrison
8° Philippe Etancellin
9° David Hampshire
10° Brian Shawe Taylor
11° Johnny Class