(23/3/2020) – Per Jaime Alguersuari, che oggi compie 30 anni – buon compleanno! – resterà sempre l’interrogativo: dove sarebbe arrivato questo pilota spagnolo di grande talento se le cose non fossero “precipitate” in modo così repentino e inaspettato? La domanda è più che giustificata perché aveva tutte, ma proprio tutte le carte in regola per provare a seguire le orme del connazionale Alonso, l’idolo che aveva risvegliato la passione iberica per la Formula 1. Era riuscito a far parte della famiglia Red Bull ma è stato l’inizio della sua fine agonistica. Amava le corse, la F1, ma ne è stato fagocitato. Lì, nessuno spiraglio per l’amicizia, per virtuosismi vari. Non poteva funzionare: Jaime è latino al 100%, sincero, aperto, puro, creativo. Aveva la musica dentro e a quella vera passione è tornato. Oggi va per discoteche perché è un apprezzato DJ, nome d’arte DJ Squire, ma bazzica anche la TV e infatti ha condotto il reality “Generacion S” su TVE.
IL PILOTA PIU’ GIOVANE – La conversione a U di questo ragazzo, che è stato il più giovane esordiente in F1, GP d’Ungheria 2009, a soli 19 anni, è impressionante. Nipote di fotografo sportivo e figlio di ex motociclista, è stato subito vincente nei kart per poi trasferirsi- era un ragazzino – in Italia: terzo in F. Junior e primo in F. Renault. Non fu un fuoco di paglia: a 18 anni si impose nella F3 britannica che, allora, valeva ancora un pass per la F1. Infatti alla Red Bull si accorsero di questo exploit e, come detto, a 19 anni lo spagnolo già inserito nello Junior Team si ritrovò in pista a Budapest con la Toro Rosso in sostituzione del giubilato Bourdais. Fu una stagione di apprendistato ma arrivò la conferma per il 2010 che si rivelò piuttosto deficitaria di risultati eclatanti. Il punto di non ritorno nel 2011 contrassegnato da due buoni settimi posti e 26 punti conquistati ma le voci sul suo riguardo che lo tormentarono per lungo tempo si concretizzarono. A fine stagione, liquidati su due piedi lui e il compagno di squadra Buemi! Una vera doccia fredda. Impietosa. Tutti ricordiamo l’aspra reprimenda di cui Alguersuari fu vittima e che ha avuto un peso nel decretare la fine della storia: in Corea del Sud l’inflessibile Helmut Marko non gli perdonò l’ostruzione per molte curve al pupillo Vettel su Red Bull. Non ci fu nulla da fare per invertire la situazione.
LA…REINVENTATE – Per qualche tempo, Alguersuari l’ha vissuta male, molto male. E’ un ragazzo profondo. Cercò di capire, di esaminarsi. E la risposta arrivò. “Ho sentito l’odio. L’odio dei giornalisti che potevano inventare cose di me, di alcuni piloti, di persone che non mi sorridevano. Cose uccidono il talento”. E ancora: “In F1 non puoi avere un’opinione” oppure “Se non sei pronto e vai in un mondo capitalista sei un burattino, non sai chi sono i tuoi amici, stai vivendo una bugia”. Il risentimento, la voglia di vendetta, era anche per il Team che lo aveva scaricato senza tanti complimenti. Poi il tempo ha lenito le ferite. “Pensavo: queste persone sono i miei nemici, ma poi ho realizzato che grazie a loro sono arrivato in F1” e “Con il senno di poi è stata la cosa migliore che mi è successa”. Ha provato ancora con le monoposto: la Formula E stagione 2014/2015, ma la cosa è finita con un misterioso svenimento a Mosca che ha indotto la FIA a ritirargli la licenza. Nel mese di ottobre 2015 l’annuncio del ritiro dalle corse, ha lasciato Londra ed è tornato nella sua solare Spagna, in pace e rinnovato. “Nulla accade per caso nella vita.Il mio destino non era nelle gare. Alcuni potrebbero pensare che ho fallito, in realtà io mi sento un privilegiato”. Una storia davvero particolare, intensa, che si può rivivere leggendo il suo libro “Reinvéntate. De la Fórmula 1 a la música” (“Reinventarsi” – Come sono passato dalla Formula 1 alla musica).