Categorie
Senza categoria

ECCLESTONE, BINOTTO, HAMILTON: CHI E’ LEADER IN F1?

(17/3/2020) – Le vicissitudini sportive e umane del Gp d’Australia di Formula 1 hanno portato prepotentemente a galla la parola e il significato leader. Per esempio l’ex boss del Circus, quel Bernie Ecclestone che alla vigilia dei 90 anni ormai non ha alcun pelo sulla lingua, ha dichiarato di non ritenere l’attuale Team principal Ferrari Mattia Binotto un leader. “E’ un ingegnere”, ha precisato per poi aggiungere: “In Ferrari c’è bisogno di una persona in grado di far  intendere che quando si dice una cosa, poi questa viene fatta senza forse e senza discussioni”. E per marcare la differenza tra uno e l’altro ha tirato in ballo niente meno che Flavio Briatore. “Lui sarebbe perfetto, avrebbe fatto ciò che ha sempre alla Benetton o alla Renault: portare con sè le migliori menti dagli altri team”. Forse non è proprio questo tipo di azione al primo posto del manuale del buon leader ma serve a far capire l’orientamento di un vecchio Capitano (e probabilmente di molti altri) abituato per anni – efficacemente, bisogna dire – a navigare tra mille marosi.
Allora, vediamo un po’. Da vocabolario, leader significa “capo di un partito, di un movimento d’idee, di un’organizzazione, di un gruppo”. Insomma, un solido punto di riferimento, un sicuro portatore di ideali e valori, un decisionista votato al progresso personale e del suo gruppo. Binotto non è così? E chi lo è, oggi, in Formula 1? Lascio ad ognuno le considerazioni del caso. Chissà, forse il team principal del Cavallino “paga” anche il sostanziale immobilismo/mutismo (almeno pubblicamente) di fronte alle parole di Verstappen che l’anno scorso accusò la Ferrari, alle prese con gli alti e bassi della potenza del suo motore, di barare. Oppure, Ecclestone docet, di non aver saputo gestire la crescente concorrenza tra Vettel e Leclerc, sfociata nella doppia auto-eliminazione di Interlagos.

HAMILTON, LEZIONI DA CAMPIONE – Chi, invece, in questi delicati frangenti si è distinto per carisma, ragionevolezza e autorità è Lewis Hamilton. A 35 anni e con 6 titoli mondiali in saccoccia, oltre ad aver dimostrato di aver raggiunto una eccellente maturità in veste di pilota, sembra aver assunto la guida morale della F1. A Melbourne, mentre i grandi capi vacillavano tra la scelta di correre o meno, lui non aveva dubbi sulle motivazioni dell’empasse e durante la conferenza stampa del giovedì lo ha esplicitato con parole chiare: “Il denaro regna sovrano”. Una posizione che ha avuto il suo impatto. In queste ore sul suo profilo Instagram il pilota Mercedes sta addirittura dando lezioni di auto protezione e anche di vita: Voglio rassicurare tutti voi a mantenere la calma, a non farsi prendere dal panico e a ricordare di condividere un po’ di gentilezza e prendersi cura delle persone che hanno bisogno di aiuto. Non dimenticate che il lavaggio delle mani è la cosa più importante che puoi fare per proteggere te stesso e gli altri dal coronavirus. È molto più di un semplice risciacquo, devi assicurarti di usare acqua e sapone e lavarle per almeno 20 secondi“. Il comportamento del campionissimo risalta anche dalle recenti dichiarazioni a Square Mile in merito ad un suo possibile futuro sbarco nella Formula E: L’unica ragione che potrebbe spingermi è per ragioni etiche perché la sostenibilità è qualcosa di cui sono molto, molto consapevole ed è difficile per me, in questo momento, nel voler essere una parte del cambiamento positivo per il nostro clima”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *