Categorie
Senza categoria

F1 2020, ECCO PERCHE’ TUTTO DIPENDE DALLA GRAN BRETAGNA

(16/3/2020) – Il campionato di F1 2020 è un rebus. E’ la stagione del 70° ma proprio in Gran Bretagna dove tutto iniziò il 13 maggio 1950, tutto potrebbe bloccarsi. Vediamo perché. Dopo i tentennamenti di Melbourne e il precedente annullamento del GP di Cina, è stato finalmente deciso di “saltare” anche le altre due tappe, in Barhain e l’attesissimo Vietnam, in attesa di pianificare un nuovo calendario che, secondo Ross Brown, a questo punto potrebbe contare su 16-17 appuntamenti. Purtroppo, al momento, è solo una mera esercitazione di speranza e ottimismo per due motivi: l’impossibilità di prevedere l’excursus dello sconosciuto Covid-19 e, per l’appunto, l’evoluzione del virus in Gran Bretagna. Mi spiego.

 

GB A RISCHIO PICCO – Le notizie sull’espansione del Coronavirus certificano che attualmente Cina (già in

diminuzione), Corea del Sud e soprattutto Italia e Iran sono i Paesi più colpiti. Inoltre si susseguono le chiusure delle frontiere dei Paesi europei. Nessuno, o quasi, ne è risparmiato e, oltre gli Stati Uniti, ora anche Francia, Spagna e Gran Bretagna cominciano a risentirne pesantemente. Proprio quello che potrebbe succedere nella Terra d’Albione è ciò che può rendere impossibile lo svolgimento del campionato di F1 2020. Oltre Manica ci sono le factory di otto Team su 10, Renault compresa – Ferrari e Alpha Tauri sono in Italia – e nell’isola reale la situazione sembra in progressivo peggioramento.
L’altro ieri, il Primo Ministro Boris Johnson, sulla scorta dei pareri degli esperti, ha illustrato una situazione secondo la quale è destinato ad infettarsi il 60% della popolazione in modo da sviluppare la cosiddetta “immunità di gruppo” per poi uscirne tardi ma relativamente bene. Dunque, lì è da attendersi una recrudescenza del contagio e se ora solo un componente del Team Mc Laren è risultato positivo è quasi logico attendersi altri casi tra le fila delle scuderie con sede britannica, a meno che tutti non osservino un rigoroso letargo in casa. Ma le misure di contenimento da parte del Governo sono partite in ritardo e in molti sono davvero preoccupati per l’entità di quello che potrà succedere, per non parlare della possibilità o meno di poter lasciare il Paese, tutt’altro che garantita nel prossimo futuro. Le ultimissime parlano di possibile quarantena di 4 mesi per tutti gli ultra 70enni. Se, per fare un esempio, Halmut Marko che ha 76 anni,  risiede in Inghilterra, beh non potrà più muoversi. Insomma il bandolo della matassa è nelle mani degli eredi di Sheakespeare e quindi più che mai: F1 o non F1, questo è il problema.

 

UNA “COPPA F1 DEL 70°” ? – E’ un quadro, mi rendo conto, pessimistico ma basato sulle curve di attecchimento del virus con le quali stiamo familiarizzando tutti in questi giorni. Si continua a sperare di poter ripartire da Baku, il 7 giugno (i più ottimisti contano in uno straordinario start 2020 di fine maggio a Montecarlo), ma intanto gli organizzatori di Zandvoort, che hanno già fatto il pienone e investito parecchi soldi per la realizzazione di 2 banking in attesa del veneratissimo idolo locale Verstappen, cominciano a dare segni di nervosismo e chiedono una data certa. Anche da Hanoi non si vorrebbe assolutamente rinunciare alla loro prima volta, dopo che i dispendiosi lavori sono stati completati in gran fretta. Purtroppo niente è certo, questa è la verità. Ovviamente nessuno si augura il peggio, ma se le cose dovessero andar male e la situazione normalizzarsi solo in piena estate o oltre – pensate che sono considerate a rischio anche le Olimpiadi di Tokyo previste dal 24 luglio al 9 agosto – non rimarrebbe che rinviare tutto al 2021, spostando al 2022 l’introduzione del nuovo regolamento e delle nuove monoposto ad effetto suolo. Poi, un’idea: sia pur in extremis si potrebbe mettere in piedi una “Coppa F1 del 70°” magari facendo disputare almeno qualche gara e celebrare così l’importante anniversario oltre a non far riempire solo di polvere le monoposto presentate in febbraio. Dove correre? Io direi: Montecarlo, Silverstone (nel 1950 qui si è corso il primo Gran Premio del neonato campionato di F1), Spa e Monza sono le gare storiche e più affascinanti della F1; Hanoi e Zandvoort sono le new entry che potrebbero così validamente testare i nuovi impianti in attesa di tempi migliori. Per tutti.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *