(13/3/2020) – Incredibile ma vero: la F1 si ferma. In Australia non si corre, il calendario 2020 è stravolto. Ci sono volute ore di incontri e riunioni per prendere una decisione che altre Organizzazioni sportive hanno assunto molto più rapidamente: il rischio contagio da Coronavirus e quindi il rischio salute di tutti gli addetti del Circus, nessuno escluso, e del pubblico è più forte del comprensibile desiderio di andare avanti, a maggior ragione una volta già sbarcati in una delle destinazioni più lontane del campionato. Ma è occorso il primo caso tra le fila della Mc Laren per far deflagrare la bolla nella quale la F1 si era rinchiusa, tra la clamorosa avversione dei top drivers allo svolgimento della manifestazione ormai divenuta pericolosa e paradossale e i lunghi tentennamenti di chi ha la responsabilità di guidare il super carrozzone rombante. C’erano da valutare molti interessi e da raccogliere diversi pareri – Ross Brawn ha detto che la F1 non è regime autocratico – e il fuso orario ha reso più complicate le necessarie consultazioni anche con la FIA. Comprensibile, ma alla fine, solo alla fine – pare che Red Bull, Alpha Tauri e Racing Point fossero per la continuazione – ha vinto il realismo: impossibile proseguire contro la pandemia certificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, contro le ultime notizie “australiane” (il componente del Team Mc Laren, Tom Hanks e signora), contro il sentimento generale che, in tutto il mondo, sta mettendo la salute e la vita davanti a tutto. Il boss di Liberty Media, Chase Carey, ha dichiarato che il quadro della situazione per il quale la F1 aveva deciso di portare armi e bagagli a Melbourne è mutato drasticamente negli ultimi giorni. Cosa succederà adesso? Tranquilli, la F1 sopravviverà. Molti accordi economici salteranno ma si troverà una nuova composizione. D’altronde, ormai, non si stracciano bellamente tanto di contratti debitamente sottoscritti? C’è lavoro per gli studi legali tra penali, concordati e ogni sorta di agreement che sanano tutto, tranquilli.
NUOVE DATE, AGOSTO E DICEMBRE COMPRESI – Ora parliamo da appassionati coscienziosi. Appurato e deciso che non si poteva altro, è certamente un vero peccato che non si corra. Il mondiale 2020, tra l’atro proprio quello del 70°, nasce sotto una cattiva stella ma ci sono tutte le possibilità e le risorse affinchè si abbia un esito sportivo sufficiente per decretare i nuovi campioni. Certo, tutto dipende dall’evoluzione della pandemia da Covid-19 ma se le azioni di salvaguardia intraprese dalle Nazioni – chi più, chi meno per la verità – dovessero raggiungere l’obiettivo di contenere e poi debellare la circolazione del virus è plausibile pensare, e si comincia già a parlarne, ad un posticipo dell’inizio campionato non più a maggio, precisamente al Gp d’Olanda previsto il 3 di quel mese, ma addirittura al 7 giugno in Azerbaijan (piccola possibilità, forse, per Montecarlo il 24 maggio). Dopo lo stop già decretato per il GP di Cina e l’annullamento di quello di Australia, ne farebbero le spese anche le date fissate per il Gp del Barhain (22 marzo), del Vietnam (5 aprile) e di Spagna, primo appuntamento europeo, il 10 maggio. Sembra difficile, se non impossibile, poter recuperare tutto ma per limitare i danni sul tavolo ci sono l’utilizzo del mese di agosto, ormai dedicato alle ferie di tutto il personale F1, e il protrarsi del campionato quasi fin sotto Natale! (d’altronde l’anno scorso si è corso l’1 dicembre). E’ una situazione mai vissuta – a Monza, dopo l’attacco alle TwinTowers di New York nel 2001, ci fu una riflessione sulla opportunità o meno di correre – dopo e in continua evoluzione, speriamo solo che presto sia anche lo sport e la F1 in pista a far capire che il peggio è passato.
Il calendario F1 2020
15 marzo: Australia (Melbourne) XX
22 marzo: Bahrain (Sakhir) ?
5 aprile: Vietnam (Hanoi) ?
19 aprile: Cina (Shanghai) XX
3 maggio: Olanda (Zandvoort)
10 maggio: Spagna (Montmelò)
24 maggio: Monaco (Montecarlo)
7 giugno: Azerbaijan (Baku)
14 giugno: Canada (Montreal)
28 giugno: Francia (Le Castellet)
5 luglio: Austria (Zeltweg)
19 luglio: Gran Bretagna (Silverstone)
2 agosto: Ungheria (Budapest)
30 agosto: Belgio (Spa)
6 settembre: Italia (Monza)
20 settembre: Singapore (Singapore)
27 settembre: Russia (Sochi)
11 ottobre: Giappone (Suzuka)
25 ottobre: Stati Uniti (Austin)
1 novembre: Messico (Città del Messico)
15 novembre: Brasile (Interlagos)
29 novembre: Abu Dhabi (Abu Dhabi)
22 marzo: Bahrain (Sakhir) ?
5 aprile: Vietnam (Hanoi) ?
19 aprile: Cina (Shanghai) XX
3 maggio: Olanda (Zandvoort)
10 maggio: Spagna (Montmelò)
24 maggio: Monaco (Montecarlo)
7 giugno: Azerbaijan (Baku)
14 giugno: Canada (Montreal)
28 giugno: Francia (Le Castellet)
5 luglio: Austria (Zeltweg)
19 luglio: Gran Bretagna (Silverstone)
2 agosto: Ungheria (Budapest)
30 agosto: Belgio (Spa)
6 settembre: Italia (Monza)
20 settembre: Singapore (Singapore)
27 settembre: Russia (Sochi)
11 ottobre: Giappone (Suzuka)
25 ottobre: Stati Uniti (Austin)
1 novembre: Messico (Città del Messico)
15 novembre: Brasile (Interlagos)
29 novembre: Abu Dhabi (Abu Dhabi)