NEL 1983 ALLA TYRRELL CON ALBORETO – Dopo l’esordio nella CanAm e il debutto nel 1982 in Indycar arrivò già 31enne – ben sostenuto a livello di sponsor personale – alla corte di Ken Tyrrell a far coppia con Michele Alboreto. Nel 1983 le monoposto furono completamente rivoluzionate dopo il campionato precedente funestato dalle morti di Villeneuve e Paletti e dal tragico incidente di Pironi. Niente più minigonne, niente effetto suolo, monoposto quasi tutte “a freccia”. Quell’anno la lotta per le posizioni di vertice riguardò solo le turbo Brabham (Piquet si laureò campione), Renault (con Prost) e Ferrari (con Arnoux). Briciole e frattaglie per tutti gli altri. Alboreto “salvò” la stagione della Tyrrell con la grande vittoria a Detroit (GP Usa-Est) e poi un sesto posto a Zandvoort, mentre Sullivan colse solo un pur egregio quinto posto a Montecarlo, tra l’altro pista non certo congeniale al “way of drive” americano. In classifica finale, 17° a pari punti con De Angelis su Lotus. L’anno successivo l’italiano passò alla Ferrari e il lungagnone di Louisville – è alto 1.82 – tornò in Patria, il meglio per lui doveva ancora venire.
CAMPIONE CART 1988 – Infatti, dopo una parentesi con lo Shierson Racing, eccolo solo due anni dopo prendersi la più grande delle soddisfazioni: la vittoria alla
Un momento passato alla storia che verrà ribattezzato “Spin and win”. Ripetuto più avanti l’attacco, questa volta l’azione riuscì e significò la vittoria. Gloria e dollari per lui che, di bell’aspetto, fu conteso da sponsor, programmi TV (ebbe una parte anche in Miami Vice) e belle donne, ma anche la conquista di una posizione da leader fino alla vittoria della serie a stelle e strisce nel 1988 su Penske-Chevrolet. L’anno dopo non riuscì a difendere il titolo nonostante due vittorie a Pocono e Elkhart Lake, ma toccò ad un certo Fittipaldi anch’egli su Penske… Rimase nella CART fino al 1995 e nel 1991 guidò anche la Lola-Alfa Romeo.