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HAPPY BIRTHDAY / DANNY SULLIVAN, I 70 ANNI DI MISTER SPIN AND WIN. DOPO LA TYRRELL F1, INDIANAPOLIS!

(9/3/2020) – Happy birthday a Danny Sullivan, oggi 70 anni! Ok, forse non troppi di voi conoscono bene questo pilota americano del Kentucky che ha avuto il suo picco di notorietà nella seconda metà degli anni ’80, ma potete considerare che non è da tutti iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della 500 Migliadi Indianapolis ed aver corso anche in F1 (Tyrrell). Solo 10 piloti sono riusciti a fare entrambe le cose, da Jim Clark fino ad Alexander Rossi. Certo, Sullivan ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del motorsport con il trionfo del 1985 sul catino dell’Indiana e poi la vittoria nel campionato americano CART del 1988 e poco più di un timbro di presenza nel campionato mondiale di F1 1983, ma bisogna considerare le circostanze del suo sbarco in Europa.

NEL 1983 ALLA TYRRELL CON ALBORETO – Dopo l’esordio nella CanAm e il debutto nel 1982 in Indycar arrivò già 31enne – ben sostenuto a livello di sponsor personale – alla corte di Ken Tyrrell a far coppia con Michele Alboreto. Nel 1983 le monoposto furono completamente rivoluzionate dopo il campionato precedente funestato dalle morti di Villeneuve e Paletti e dal tragico incidente di Pironi. Niente più minigonne, niente effetto suolo, monoposto quasi tutte “a freccia”. Quell’anno la lotta per le posizioni di vertice riguardò solo le turbo Brabham (Piquet si laureò campione), Renault (con Prost) e Ferrari (con Arnoux). Briciole e frattaglie per tutti gli altri. Alboreto “salvò” la stagione della Tyrrell con la grande vittoria a Detroit (GP Usa-Est) e poi un sesto posto a Zandvoort, mentre Sullivan colse solo un pur egregio quinto posto a Montecarlo, tra l’altro pista non certo congeniale al “way of drive” americano. In classifica finale, 17° a pari punti con De Angelis su Lotus. L’anno successivo l’italiano passò alla Ferrari e il lungagnone di Louisville – è alto 1.82 – tornò in Patria, il meglio per lui doveva ancora venire.

CAMPIONE CART 1988 – Infatti, dopo una parentesi con lo Shierson Racing, eccolo solo due anni dopo prendersi la più grande delle soddisfazioni: la vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis su una March- Cosworth alla media di 246,200 km/h. Un successo incredibile ai danni di Mario Andretti, caratterizzato da un testa-coda da brivido alla curva 1 subito dopo aver passato l’italo-americano per poi ritrovarsi di nuovo in senso di marcia alla curva 2 senza aver toccato il muretto e senza che il motore si spegnesse!

https://www.youtube.com/watch?v=6AnFp1CWXzw



Un momento passato alla storia che verrà ribattezzato “Spin and win”. Ripetuto più avanti l’attacco, questa volta l’azione riuscì e significò la vittoria. Gloria e dollari per lui che, di bell’aspetto, fu conteso da sponsor, programmi TV (ebbe una parte anche in Miami Vice) e belle donne, ma anche la conquista di una posizione da leader fino alla vittoria della serie a stelle e strisce nel 1988 su Penske-Chevrolet. L’anno dopo non riuscì a difendere il titolo nonostante due vittorie a Pocono e Elkhart Lake, ma toccò ad un certo Fittipaldi anch’egli su Penske… Rimase nella CART fino al 1995 e nel 1991 guidò anche la Lola-Alfa Romeo.


Il nome e la presenza di Sullivan fanno ancora parte del Circus della F1 poichè Jean Todt lo ha spesso nominato commissario di gara.

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