(5/3/2020) – Il campionato F1 2020 deve ancora cominciare (se comincia) ma per qualcuno già sventola la bandiera dell’ultimo giro. Sto parlando del possibile ritiro della Haas dalla quale, alla vigilia di Melbourne e della quinta stagione di miltanza nel Circus, sono arrivati negli ultimi giorni più segnali tutti concordanti: o la va o la spacca. A dirlo in maniera che più chiara non si può è lo stesso patron Gene Haas che a Motrorsport.com ha esternato tutti i suoi dubbi e perplessità.
LE PAROLE CHIARE DI GENE HAAS – Le discriminanti sono gli scarsi risultati e i costi elevati: “Sto solo aspettando di vedere come inizierà questa stagione per noi. Se inizierà bene allora forse ci saranno possibilità di continuare, ma se dovessimo avere un’altra stagione deludente, non sarà così favorevole alla nostra permanenza. Abbiamo fatto 5 anni in F1, ed è stata una prova. Abbiamo provato a vedere come sarebbero andate le cose per poi valutare e decidere se avessimo potuto farne altri cinque. Non sto dicendo che non ci saremo, ma dovremo fare valutazioni. Rimanere per altri cinque anni, penso, sarebbe davvero un impegno molto grande”. Poi ha aggiunto, onestamente: “Certo, la F1 mi ha aiutato. Ci ha dato un sacco di visibilità sul mercato europeo, ma anche in quello asiatico. Abbiamo trovato un sacco di clienti gara per gara. Ha funzionato molto bene. Ma con le nuove regole che entreranno in vigore nel 2021 il grande punto di domanda è legato a quanto ci verrà a costare”. Magari può essere un modo per mettere le mani avanti in sede di ultime trattative per il rinnovo del Patto della Concordia, ma l’intenzione sembra asolutamente risoluta e d’altronde l’impressione è che quest’anno la Haas potrebbe rimanere costantemente a fondo plotone, dati i risultati non proprio brillanti dei test di Barcellona e, credo inarrivabili gli altri, i progressi della Williams e l’alto livello di Alpha Tauri e Alfa Romeo che, a parità di motore, si avvale a mio parere di piloti di più alto valore.
IL FUTURO DI GROSJEAN E MAGNUSSEN – L’aria amara è stata già fiutata dai due piloti. Romain Grosjean, con il team di Minneapolis fin dal debutto, dopo aver sparato a zero sulla F1 con frasi tipo “ “E’ più uno show. Uno sport dovrebbe essere equo, e la Formula 1 non lo è” – per la gioia di Liberty Media – si è poi soffermato su se stesso e senza tanti giri di parole ha preso in esame l’ipotesi ritito: “Credo che la decisione sul mio eventuale ritiro arriverà velocemente nel caso in cui, già a metà stagione, realizzassi di non avere più la stessa passione di sempre. Qualora non mi piacesse più viaggiare per il mondo o lo stare lontano dalla mia famiglia preferirei ritirarmi e provare a fare qualcos’altro. Questo è un mio pensiero, ma penso che possa capitare anche ad altri piloti. Le opportunità sono sempre dietro l’angolo”. Un pò più ottimista il compagno di squadra Magnussen, ben informato però della concreta prospettiva chiusura in caso di abbonamento alle retrovie. Ritiro anche per lui? “Non è qualcosa per cui mi sono preparato, perché non credo che chiuderemo di nuovo al nono posto. Il 2019 è stato un caso unico e credo credo che, se lavoriamo come sappiamo, Gene vorrà continuare. Ciò non significa, però, che avremo le stesse opportunità delle grandi squadre, ma penso che la Haas sia un team che può beneficiare delle nuove regole“.
Se andasse male, però, si aprirebbe un capitolo nuovo. Difficile e penalizzante a tutti i livelli pensare ad una F1 2021 con 9 teamm e solo 18 monoposto in pista. Si può certamente ipotizzare un venire incontro alle esigenze del Team americano – Ecclestone era un maestro in questo, pur di non vedere depauperata la sua creatura e in ottica di sostegno diciamo mecenatistico – ma nello stesso tempo presto potrebbe afffacciarsi un nuovo concorrente che avrebbe il “vantaggio” di poter acquistare molto materiale pronto però in una fase di congiuntura di totale rinnovamento per il quale Haas è in ritardo. Bisognerà fare i conti per bene, in ogni caso.
CAMPOS E SMP ALLA FINESTRA PER IL DOPO HAAS – Ma i nuovi competitor disposti a vedere le carte ci sono, almeno nelle intenzioni. Uno è il Campos Racing Team che lo scorso ottobre ha annunciato la sua disponibilità alla discesa in pista insieme Salvatore Gandolfo in virtù del sostegno sostegno finanziario di un gruppo di investitori inerenti la società Monaco Increase Management (Mim). Si davano già per assunti e al lavoro Peter McCool in qualità di direttore tecnico e Ben Wood progettista. Designati anche i piloti: Pascal Wehrlein e Alex Palou. Per la cronaca, non se ne è saputo più nulla. L’altro Team in odore di F1 già da tempo è di matrice russa. La SMP Racing con un ottimo pedigree in numerose formule, dalle minori al WEC, ma sempre con l’obiettivo di valorizzare e portare avanti piloti russi. Che non mancano e trepidano in attesa dell’occasione propizia (questa): da Mikhail Aleshin e Sergey Sirotkin fino all’ultima grande speranza, quel Robert Schwartzman ora in F2 e pilota Ferrari Driver Academy. I (buoni) rapporti con Maranello già ci sono e la conferma del motore Ferrari oggi sulla Haas sarebbe ben accetto da entrambe le parti…