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PILOTI F1 2020: TANTA EUROPA MA SENZA BRASILE, USA E GIAPPONE

(3/2/2020) – Alla vigilia del campionato mondiale di F1 del 70° analizziamo, come faccio da un po’ di tempo, la composizione geografica dell’esclusivo parterre 2020 dei 20 piloti – a proposito di palindromi… –  che vi prenderanno parte. Ebbene, ancora una volta la F1 parla europeo con ben 15 drivers del vecchio continente in lizza. Credo che la missione di Liberty Media sia ancora lunga per assicurare alla massima espressione dell’automobilismo quella globalità  tanto conclamata – se tale non deve essere soltanto nella scelta dei paesi disposta ad ospitarla – ma nei fatti piuttosto limitata quanto a passaporti.

A farla da padrone sono i britannici con 4 rappresentanti: oltre al campionissimo Hamilton, ecco Norris, Albon e Russell. Chiara e dichiarata la “discendenza” di questa bella nidiata dovuto proprio all’epopea del sei volte iridato che ha motivato e spronato i giovani british, per dire quanto sia importante avere un esempio da emulare. A seguire, quatta quatta, c’è la Francia che oltre ad aver ritrovato un posto fisso in calendario con il circuito del Paul Ricard, propone il tris composto da Grosjean, Gasly e il ritrovato Ocon. La Finlandia è sul terzo gradino del podio immaginario insieme al ritrovato Canada. Gli scandinavi scendono in pista con l’eterno Raikkonen, che va verso i 41 anni e l’eterno (?) incompiuto Bottas, all’ennesima sfida interna con Hamilton; i nord-americani si avvalgono invece di Stroll, alla prova del nove, e del deb Latifi, neo vice campione F2. Poi gli altri: Germania (Vettel), Principato di Monaco (Leclerc), Olanda (Verstappen), Spagna (Sainz), Australia (Ricciardo), Russia (Kvyat), Messico (Perez), Italia (Giovinazzi) e Danimarca (Magnussen) devono “accontentarsi” di un solo pilota. Spicca l’esiguità della pattuglia tedesca che un tempo, sulla scia dei trionfi di Schumacher, era assai più nutrita e che, anzi, ora è quasi a rischio estinzione se Vettel dovesse mai decidere di ritirarsi (nel caso, in rampa di lancio c’è Schumi junior).

Se la Germania piange, non ridono altri Paesi che continuano ad essere “colpevolmente” assenti determinando un vuoto veramente poco digeribile in fatto di tradizioni, storia, appeal. Quali? Facile: Brasile, Giappone, Stati Uniti! E ci aggiungo anche Austria! Hanno tutti il Gran Premio ma non riescono a “partorire” più campioni da inneggiare. Cosa ne è dell’eredità di Fittipaldi, Piquet, Senna, Barrichello e Massa? Pedro Piquet cerca di decollare in F2 e Sergio Sertte Camara ormai guarda all’America. Di Phil Hill, Gurney, Andretti? Di Rindt, Lauda, Berger? E’ il tanto appassionato Giappone dei Hashemi, Nakajima, Aguri Suzuki, Kobayashi e…della Honda? Dopo l’estemporaneo deb nelle prove libere di Suzuka 2019 con la Toro Rosso, Naoki Yamamoto (31 anni) può solo sognare mentre in F2 con Carlin proverà a farsi notare Yuki Tsunoda dopo la deludente esperienza di Matsushita. Che dire, vedremo!

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