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Mese: Febbraio 2020
(29/2/2020) – Terminati gli ultimi test, i Team F1 hanno spostato tutto il materiale da Barcellona, perm preparare la trasferta di Melbourne (coronavirus permettendo). Chi esce vincitore, tempi alla mano, dalla doppia sessione spagnola? Gli interrogativi, per la verità, superano le certezze. La Ferrari ha mantenuto o no la promessa di mostrare tutto il potenziale della SF1000? La Mercedes, sì dotata del DAS, ha davvero problemi di affidabilità? E la Red Bull deve ancora stabilire la filosofia prestazionale della nuova monoposto firmata da Newey? Racin Point, fuoco di paglia o rivelazione 2020? Renault in netto crescendo o ha già toccato l’apice? La Mc Laren e l’Alfa Romeo hanno deluso? Potrei continuare ma come vedete le domande e i dubbi abbondano. Allora facciamo una cosa, affidiamoci al raffronto dei tempi 2019 – 2020, che se non possono dare responsi certi sono certamente indicativi.
Qualche esempio (il raffronto complessivo potete farlo voi). Nel 2019 la Ferrari aveva iluso con il miglior tempo di Vettel (1.16.221) che quest’anno è addirittura nono col tempo di 1.16.841, cioè peggiore di oltre sei decimi. L’altro ferrarista, invece, nel 2019 era terzo con 1.16.231 mentre questa volta arretra al quarto posto col tempo di 1.16.360, anche in questo caso peggiore. Non un bel segnale, in ogni caso. Partiamo ora dai tempi 2020. La Mercedes? Bottas è stato il migliore con un ottimo 1.15.732 che migliora nettamente il suo 1.16.561 del 2019; il compagno Hamilton si è attestato su un discreto 1.16.410 più o meno simile all’1.16.224 della passata stagione. Molto atteso Verstappen: suo miglior crono (secondo assoluto) 1.16.269 mentre nel 2019 si era fermato sull’1.17.791 però con le C3. Vediamo la sorpResa (ma non troppo) Racing Point: Perez 1.16.634 fortemente meglio dell’1.17.791 2019; migliora anche Stroll per quanto in misura minore rispetto al più esperto messicano: 1.17.118 contro 1.17.556. Sensibile il progresso della Renault: Ricciardo 1.16.276 contro 1.17.114 (Ocon non c’era nel 2019). Ci si aspettava molto da Mc Laren e Alfa Romeo, ma insomma… Dunque, Sainz 1.16.820 rispetto a 1.16.913 del 2019; Norris 1.17.537 rispetto a 1.17.84. Raikkonen 1.17.091 contro 1.17.239; Giovinazzi 1.17.469 contro 1.17.639. Insomma, piccoli miglioramenti, ma c’è da lavorare ancora. E la ex Toro Rosso oggi Alpha Tauri? Prendiamo Kvyat (nel 2019 Gasly era partito con la Red Bull e Albon dal team di Faenza): per il russo 1.16.914 contro 1.16.898. Ambiguo. Piccolissimi scostamenti da un anno all’altro per la Haas: Magnussen 1.17.495 contro 1.17.565; Grosjean 1.17.037 contro 1.17.096. Chi ha tutto il diritto di sorridere è Russell che ha stampato un 1.16.871 di tutto rispetto se confrontato con l’1.18.130 (la Williams nel 2019 si aggregò agli altri in ritardo). Infine Kubica, nel 2019 ultimo con la citata derelitta Williams col tempo di 1.18.993 mentre quest’anno si è potuto divertire con l’Alfa segnando il tempo di 1.16.942 (12° assoluto).
Ok, prendiamo con le pinze questo raffronto valido a livello statistico ma passibile di più considerazioni. In ogni caso, direi che il buon giorno si vede dal mattino e per qualcuno l’orizzonte presenta già qualche nube di troppo…
(28/2/2020) – Oggi Mario Andretti compie 80 anni, auguri di buon compleanno a questo grandissimo pilota, campione dei due mondi dell’automobilismo: eroe negli Stati Uniti, implacabile oltre Oceano alla conquista (riuscita) del titolo di F1. Gli States gli hanno dato ricchezza e notorietà ma non azzardatevi a considerarlo americano a tutti gli effetti, verreste bacchettati. Il sangue che scorre nelle vene, per Mario, è tutto. Ed è italiano. La straordinaria storia di Andretti è ben nota tanto che più volte gli è stato proposto di farne un film. Sarebbe bellissimo ma lui, fino ad ora, ha risposto picche per non vederla inevitabilmente troppo romanzata per esigenze cinematografiche, come per esempio i pur riusciti Rush e il più recente Le Mans 66. La storia è quella di un ragazzo istriano nato appena cinque mesi dopo lo scoppio della seconda Guerra Mondiale, figlio di papà Gigi, che gestiva ben sette fattorie, e mamma Rina. Un fratello gemello, Aldo, e la sorella maggiore Anna Maria. Poi il nonno materno Piero Benvegnù, proprietario di un hotel e di un ristorante, e lo zio sacerdote Don Quirino Ghersa.
Questa la famiglia Andretti, queste che seguono le tappe di una vita, di una carriera, di un destino.
1945 – Quando aveva cinque anni la natìa Montona viene ceduta alla Jugoslavia comunista di Tito e nel giro di tre anni tutte le proprietà requisite per pochi soldi.
1948 – Rifugiato in un campo profughi di Udine, poi a Lucca (della città toscana è ora cittadino onorario)
1954 – E’ a Monza con due amici appassionati di auto per vedere il Gran Premio di F1 e tifare il suo idolo: Alberto Ascari (assiste anche al passaggio della Mille Miglia). Conosce la 500 Miglia di Indianapolis anche per la presenza di un altro suo idolo, Bill Vukovich. Scocca la scintilla: quello che vuole fare è diventare pilota.
1955 – Emigra negli Stati Uniti, a Nazareth (Pennsylvania) dove viveva uno zio materno.
1959 – Per la prima volta in pista al volante di una Hudson (pure il fratello che successivamente è protagonista di un brutto incidente che lo tenne sei giorni in coma e segna la fine della sua carriera).
1961 – In gara con le ruote scoperte nella Oen Wheel Racing. Il 25 novembre di quell’anno sposa Dee Ann (scomparsa l’anno scorso).
1964 – Passa alle Sprint Car USAC e debutta in IndyCar.
1965 – Il 7 aprile diventa cittadino americano. Prima partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis su Brawner-Hawk Ford, è terzo (Rookie dell’anno) dietro Jim Clark, su Lotus, e Parnelli Jones. Nell’occasione avvicina Colin Chapman e gli esterna il suo desiderio di corre per lui, un giorno. “Quando ti senti pronto, chiamami”, gli dice il geniale inglese. Intanto vince la serie USAC davanti al mitico Foyt.
1967 – Grandi affermazioni alla 500 Miglia NASCAR di Daytona e alla 12 Ore di Sebring. Pronto per la F 1.
1968 – Tentato esordio in F1 con la Lotus a Monza. “Tentato” perché si qualifica bene il venerdì, riparte per gli States dove partecipa alla Hoosier Hundred, torna in Italia in tempo per la gara della domenica (!) ma viene fermato perché il regolamento impone una sosta di 24 ore tra una gara automobilistica e l’altra. Il “vero” debutto, allora, avviene a Watkins Glen ed è subito pole position, anche se in gara la frizione lo tradisce.
1970 – Rivince la 12 Ore di Sebring su Ferrari insieme a Vaccarella e Giunti.
1969 – Vince la 500 Miglia di Indianapolis. L’operazione, con il sostegno STP di Andy Granatelli, parte con una Lotus 64 4wd ma in prova va a muro e allora “ripiega” sulla Hawk. In quell’anno è anche per la prima volta pilota ufficiale Ferrari alla 24 Ore di Daytona (2°) e alla 1000 Km di Monza.
1970 – Rivince la 12 Ore di Sebring su Ferrari insieme a Vaccarella e Giunti.
1971 – Prima vittoria in F1, GP del Sudafrica al volante della Ferrari.
1972 – Primo con la Ferrari 312PB alla 6 ore di Daytona e di Watkins Glen, alla 12 Ore di Sebring e alla 1000 Km di Brands Hatch. Grande idillio con il compagno di volante Jacky Ickx.
1976 – E’ in F1 con il Team americano Parnelli che però annuncia a sorpresa il ritiro. A Long Beach avvicina per la seconda volta Colin Chapman e getta da subito le basi di un sodalizio importante che già a fine anno, in Giappone, riporta la nera Lotus sul gradino più alto del podio, al termine della celebra gara-duello bagnata tra Hunt e Lauda al Fuji.
1977 – Al volante della wing car Lotus 78 vince quattro gran premi, tra cui l’agognata Monza. Diventa il pilota da battere.
1982 – Dopo due annate deludenti con le troppo avveniristiche Lotus e una stagione amarcord con l’Alfa Romeo, nel 1982 il Drake, “orfano” di Villenueve e di Pironi, gli chiede di guidare la 126C2 a Monza. il cuore prevale su ogni altra considerazione. Stacca una strepitosa pole position ed è terzo in gara. Corre anche l’ultimo GP stagionale a Las Vegas, ultima sua apparizione in F1.
1977 – Al volante della wing car Lotus 78 vince quattro gran premi, tra cui l’agognata Monza. Diventa il pilota da battere.
1978 – E’ campione del mondo di F1 con la Lotus 79. Il giorno più bello nel giorno più brutto: a Monza la matematica certezza del titolo ma accade l’incidente mortale del compagno di squadra Peterson.
1982 – Dopo due annate deludenti con le troppo avveniristiche Lotus e una stagione amarcord con l’Alfa Romeo, nel 1982 il Drake, “orfano” di Villenueve e di Pironi, gli chiede di guidare la 126C2 a Monza. il cuore prevale su ogni altra considerazione. Stacca una strepitosa pole position ed è terzo in gara. Corre anche l’ultimo GP stagionale a Las Vegas, ultima sua apparizione in F1.
1994 – E’ in Indycar e a Toronto gareggia per la 400^ volta in carriera. Ha vinto la serie americana per quattro volte.
2000 – Disputa, a 60 anni di età, la 24 Ore di Le Mans (nel 1983 ci aveva provato insieme al figlio Michael e Alliot e nel 1988 anche col nipote John, recentemente scomparso)
(25/2/2020) – E’ un inizio di stagione apparentemente complicato per la Ferrari. Nei primi test di Barcellona, la SF1000 sembra aver dato qualche grattacapo di troppo. Vedremo. Nel contempo, il Circus della F1 già si interroga, sensatamente o per tattica, sulla convivenza dei due piloti di Maranello: Vettel e Leclerc che, al di là di sorrisi di circostanza e pacche sulle spalle, si giocano la supremazia interna già a partire da Melbourne…
L’anno scorso, come ci si ricorderà, Mattia Binotto aveva assegnato quasi naturalmente i gradi di capitano prima guida a Vettel perchè il neo-arrivato Leclerc, per la prima volta in un top-team, aveva tutto l’interesse a crescere senza scossoni o premature pressioni. Già nel gran premio inaugurale in Australia, però, il frizzante monegasco aveva accettato obtorto-collo di rallentare una volta agganciato il compagno di squadra. Quarto e quinto, alla fine, a quasi un minuto dalla Mercedes di Bottas… Charles è cresciuto poi molto velocemente e il dualismo si è fatalmente acuito, basti ricordare l’accordo sulle scie “tradito” da parte di un Leclerc sbarazzino nelle qualifiche di Monza, le polemiche di Singapore, gli acri team radio di Sochi, fino al patatrak inguardabile di Interlagos. Tutto per arrivare davanti in classifica finale – per la cronaca, Leclerc quarto con 264 punti, Vettel quinto a 240 – e vedersi attribuire lo status di prima guida 2020.
ORDINI DI SCUDERIA POSSIBILI – Un risultato Leclerc l’ha ottenuto: alla vigilia della nuova stagione Binotto ha annunciato che non si parte con un numero 1 e un numero 2 prefissati e che “chiarezza e trasparenza” dovranno essere le parole d’ordine, gara per gara. Di più: “Tutti sappiamo – ha detto – che la squadra ha la priorità, quindi potrebbero esserci ancora ordini di scuderia tra i piloti. Charles ha condotto una stagione fantastica nel 2019. E’ stato allo stesso livello di Sebastian alla fine dell’anno, anche con i risultati. Ha dimostrato costanza, decisione, di saperci fare. Penso che sia giusto che inizino la stagione 2020 allo stesso livello ma la Ferrari verrà sempre prima di qualsiasi interesse individuale”. Si vedrà se la realtà della pista renderà questo proposito così sereno come appare. Molto viene rimesso al senso di responsabilità dei piloti: “Ora si conoscono molto meglio e vanno d’accordo. – aggiunge il Team Principal rosso – Sono contento del grado di comunicazione, del grande contributo alla macchina e a tutta la squadra. Non ho molto da dire singolarmente a loro in vista della nuova stagione, perché capiscono perfettamente come devono comportarsi sin dall’inizio”.
LE PREVISIONI DEGLI “ALTRI” – Altri importanti attori del Circus F1 non sembrano al proposito molto ottimisti anche se, per esempio Helmut Marko, hanno tutto l’interesse a seminare zizzania: “Saranno sicuramente veloci – valuta l’uomo forte Red Bull – ma forse potrebbero avere qualche problema nella gestione dei loro piloti. Leclerc ha fatto si che Vettel perdesse il suo status di numero uno. Anche se è un quattro volte campione del mondo non sarà facile per lui come lo era quando era con noi, perché la sua auto non è dominante e quindi dovrà lasciare la sua zona di comfort “. Più o meno dello stesso avviso Nico Rosberg che ai microfoni di RTL inquadra così la situazione: “Non sarà facile per Vettel che non ha avuto buone stagioni negli ultimi anni. Ora quello che deve fare è riconquistare la fiducia della squadra, soprattutto nelle prime gare”. Uno che di queste cose se ne intende è Alain Prost, ieri 65 anni, passato alla storia anche per l’esplosivo contrasto con il compagno di squadra Senna. Ai microfoni della RAI ha subito individuato il probabile punto debole: “Secondo me la Ferrari avrà una stagione difficile – ha detto – perché sono sicuro che la macchina andrà molto bene ma quando c’è una posizione non chiara con i piloti diventa difficile la gestione della squadra che deve decidere se c’è un pilota numero uno o no per battere Hamilton e quest’anno anche Verstappen che sarà molto forte. Ad un certo punto bisognerà prendere una decisione”.
(24/2/2020) – Oggi è il compleanno di Luca Ghiotto che compie 25 anni e la buona notizia è che nel 2020 sarà ancora impegnato con le monoposto, in F2. Il pilota veneto di Arzignano aveva deciso, dopo quattro anni nella formula cadetta, di passare alle vetture GT finalizzando un accordo con Aston Martin per disputare il GT World Challenge Europe. Niente male. Alla fine, però, il richiamo delle ruote scoperte è stato più forte e ha risposto positivamente alla chiamata del team debuttante Hitech Grand Prix. Tenterà di vincere e convincere con il solito obiettivo: la Formula 1. E’ ancora in tempo, se solo qualcuno pensasse bene di concedere a questo talento tricolore una chance concreta.
Correrà insieme al russo Nikita Mazepin, primi test dall’1 al 3 marzo a Shakir. Reduce dalle quattro vittorie, due pole, nove podi e il terzo posto finale 2019 con il Team NI-Virtuosi, la sua permanenza, dicevo, in F2 è una buona notizia perchè tiene viva la fiamma italica che al momento conta nella massima serie il solo Antonio Giovinazzi che però, a sua volta, è chiamato ad un’annata da copertina se vorrà mantenere con sicurezza il posto. C’è bisogno di uno stabile nucleo italiano pronto a proporsi con la forza dei risultati ai Team Principal della F1. Sono passati troppi anni prima che il pugliese dell’Alfa Romeo Racing avesse la possibilità di provarci e non ne devono passare così tanti altri prima che ciò riaccada. Luca Ghiotto è la “carta” più valida già per il prossimo anno.
Ha iniziato con i kart nel 2008, ha fatto esperienza in varie categorie (F. Abarth, F. Renault, World Series 3.5, GP3, GP2 e F2), ha vinto molte corse e ha anche provato la F1. Nell’agosto 2015, la Williams lo convocò per i test d’agosto all’Hungaroring, egregiamente portati a termine. In F1 poteva cercare di entrarci nel 2015 quando sembrava in procinto di far parte del Red Bull Junior Team ma al termine della stagione, conclusa con la mancata vittoria del titolo GP3 solo all’ultima gara, a sorpresa Helmut Marko decise altrimenti. Vani tutti i tentativi del veneto di far recedere il rigido manager austriaco dalla decisione che poteva veramente mettere ko un giovane in fase di decollo. Per fortuna non è successo e Luca è ancora lì e, se il Team Hitech lo supporterà a dovere, potrà certamente dire la sua perchè è sempre carico e motivato. Poi, se tutto va bene, un consiglio: faccia come ha fatto Brendon Hartley lasciato a piedi dalla Porsche nel 2017: telefoni a Marko e chieda sommessamente: “Se avete bisogno, io sono qui”. Vedi mai che…
(22/2/2020) – L’analisi a freddo sui responsi della iniziale tre giorni di test a Barcellona non può non tenere conto, ovviamente, delle mille variabili che coinvolgono i primi vagiti delle F1 2020. Tutti i team hanno provveduto essenzialmente ad acquisire la maggior mole di dati possibile per proporre dal 26 al 28 febbraio prossimi, nel corso della seconda sessione di test collettivi, il pacchetto più vicino a quello che sarà messo in pista a Melbourne nel week end del 15 marzo. Quindi occorre attendere ancora prima di rispondere a due domande che si sono prepotentemente imposte e dalla cui risposta dipende l’esito del prossimo campionato del mondo: con l’introduzione del mirabolante DAS la Mercedes ha ipotecato il titolo? La SF 1000 è una monoposto troppo conservativa?
QUI FERRARI – E qui passiamo alla risposta alla seconda domanda: la Ferrari ha peccato di sostanziale conservatorismo? A Barcellona la SF 1000 non ha impressionato, tutt’altro. Ma, come detto, è impossibile capire quanto ci sia di vero, di cronico e di preoccupante nelle basse velocità fatte registrare, nel sottosterzo lamentato dai piloti e nella affidabilità ballerina, dopo lo stop motore che ha bloccato in pista Vettel. Una cosa è sicura: c’è da lavorare e, comunque, Binotto ha annunciato la ricerca della prestazione durante le prossime prove. Attenderemo. Però è un peccato che la Ferrari non riesca a proporre anch’essa soluzioni che un tempo l’hanno glorificata anche in fatto di inventiva. Basti pensare all’emulsionatore acqua-benzina escogitato da Forghieri o, per dirne una minima, alle pinze freni dei tempi Brown-Byrne posizionate in basso sui dischi alla ricerca del baricentro estremo. Gli ultimi geni della F1, Aldo Costa e Allison vestivano la casacca rossa della Ferrari e sono stati allontanati…. Nello stesso tempo, tuttavia, si potrebbe lodare Maranello per come abbiano saputo lavorare bene lo scorso anno in fatto di maggiore potenza del motore e come molti abbiano copiato la soluzione aerodinamica con pance alte e bocche sottili delle Rosse. Ma è stato fatto dopo i 30 secondi beccati in Australia 2019 e una prima parte di campionato davvero deludente. Insomma, la Ferrari ha eccelso in emergenza e in ritardo mentre dovrebbe – non mancano gli uomini, i mezzi, i capitali – non dico dettare la linea ma sicuramente essere in prima linea. Alla luce di tutto questo, la prossima tre giorni diventa davvero rilevante per capire chi ha sbagliato, chi non ha osato o ha osato troppo e chi non potrà permettersi nemmeno un minuto di riposo.
P.S. Naturalmente qui si fanno i conti senza l’oste, alias Red Bull!
(20/2/2020) – Terre di Canossa, la seconda gara di regolarità per rilevanza internazionale dopo la 1000 Miglia, si avvicina (16-19 aprile). Nel 2020 questo viaggio straordinario attraverso le millenarie strade di Matilde di Canossa, Regina d’Italia nel XII Secolo, festeggia l’edizione numero 10 e Canossa Events lo fa con la dedica al tema del Medioevo, il periodo storico caratterizzante il territorio attraverso il quale la carovana di splendide vetture. La gara, limitata a un massimo di 100 vetture per mantenere i più alti standard di ospitalità e il suo unico mix di lifestyle, panorami, ricercata enogastronomia e sfide al centesimo, si svolge su un percorso di circa 600 km complessivi e prevede 6 prove di media e 71 sfidanti prove a cronometro.
IL PROGRAMMA – Il giovedì, dopo le verifiche sportive nel centro storico di Salsomaggiore Terme, la serata di gala si svolgerà per la prima volta nella cornice del Castello di Tabiano, costruito dalla famiglia Pallavicino nel X Secolo. Venerdì, dopo le prove in circuito a Varano, i partecipanti valicheranno gli Appennini attraverso il passo della Cisa, per poi attraversare il centro di Pontremoli sostando per il pranzo all’interno dei fastosi saloni del Castello di Filattiera. La giornata proseguirà con la discesa verso il Tirreno e, guidando sulle strade delle incantevoli Cinque Terre, si giungerà nello storico Arsenale Militare di La Spezia, dove le auto sfileranno al cospetto degli storici vascelli della Marina Militare Italiana. Il Golfo dei Poeti, celebrato da poeti di ogni epoca, accoglierà gli equipaggi al cospetto del Castello di Lerici nel cuore del meraviglioso borgo marinaro, fino a concludere la giornata a Bocca di Magra e poi a Forte dei Marmi.
Lucca rappresenta il cuore della tappa del sabato, con l’imperdibile passaggio nel centro storico e la sfilata sulle antiche mura, patrimonio UNESCO, normalmente chiuse al traffico e aperte unicamente per il passaggio delle meravigliose auto storiche di solo due eventi: il Terre di Canossa e la Mille Miglia. Dopo aver affrontato le curve del Monte Serra, si sfilerà al cospetto della Certosa di Calci e poi via, sulle strade del Circuito del Montenero, teatro delle epiche sfide tra Nuvolari, Varzi e Moll. Il percorso passerà anche per uno dei tratti più spettacolari della Via Aurelia, reso famoso da Vittorio Gassman, alla guida della sua Lancia Aurelia B24, nel grande film Il Sorpasso. Il tempo per rilassarsi a Forte dei Marmi e sulla spiaggia più bella della Versilia e poi, domenica, la chiusura in bellezza: un tuffo nei verdi territori della Garfagnana e le impegnative curve del Passo delle Radici anticiperanno la bandiera a scacchi di fronte alla storica Rocca del Boiardo nel cuore di Scandiano.
Terre di Canossa è l’unico evento del settore a porre grande attenzione all’ambiente. L’organizzazione, da alcuni anni, ha infatti volontariamente adottato il protocollo CarbonZero, che impone l’adozione di tutte le misure utili alla riduzione dell’impatto ambientale e calcola le emissioni residue di gas climalteranti, che vengono azzerate con la piantumazione di alberi nell’Appennino Tosco-Emiliano.
(19/2/2020) – Mancava solo l’Alfa Romeo Racing ORLEN e, dopo il test-camouflage di Fiorano, ora è pubblica anche la livrea della nuova F1 C39 progettata e sviluppata con il coordinamento del direttore tecnico Jan Monchaux. La monoposto 2020 è stata svelata nella pit-lane del circuito di Barcellona dove è stato Robert Kubica – un po’ a sorpresa – a battezzarla ufficialmente in pista prima di dei titolari Raikkonen e Giovinazzi. Segno evidente della considerazione che il Team ripone nel pilota polacco reduce dalle delusioni Williams. Con loro c’è anche la collaudatrice Tatiana Calderon. Un anno molto importante per l’Alfa Romeo Racing ORLEN che dovrà, contemporaneamente, abitare i piani alti delle classifiche, realizzare la vettura 2021 e, probabilmente, gestire il mercato piloti con il finlandese a ottobre 41enne, l’italiano Giovinazzi in bilico e Kubica che se dovesse mostrare di essere di nuovo in palla e motivato….
Il Team Principal Frédéric Vasseur, pone i paletti: L’obiettivo non è cambiato: le nostre prestazioni di domani devono essere migliori di quelle di oggi. Siamo un team in crescita e dobbiamo ancora migliorare sotto ogni aspetto. Si tratta di un progetto aperto, senza scadenza, che richiede l’impegno e la dedizione di tutti noi. Stiamo facendo progressi, abbiamo già compiuto un enorme passo avanti rispetto a dove eravamo all’inizio del 2018, ma dobbiamo proseguire con determinazione su questa strada”. Jan Monchaux, spiega la filosofia 2020: “La C39 è un’evoluzione naturale della vettura dello scorso anno, sebbene non presenti molti punti in comune con la versione precedente. Abbiamo apportato ulteriori migliorie all’auto ma, a parte forse i cerchi e le gomme e alcuni componenti interni, tutte gli altri elementi visibili sono stati modificati. Si tratta del consueto processo di miglioramento costante, ma il risultato è una macchina totalmente nuova. Ci aspettiamo di ottenere risultati migliori rispetto alla stagione passata, di fare un passo avanti e speriamo di conquistare una posizione predominante a metà schieramento”.
110 ANNI ALFA ROMEO, LE CELEBRAZIONI – Ma il 2020 è anche il 110° anniversario di fondazione dell’Alfa Romeo, e andrà degnamente celebrato. Il nuovo look della C39 è già un esercizio in tal senso. Il tema della nuova livrea, sviluppato dal Centro Stile, è denominato “Speed-Pixel”: un’evocazione grafica della velocità e del tempo – viene spiegato – che riflette anche la tecnologia avanzata della vettura. Facendo un confronto con il passato, si nota anche il ritorno a un design Quadrifoglio semplificato; inoltre sulla copertura del motore è presente la scritta Alfa Romeo ingrandita che si sovrappone al logo principale. Il posto d’onore naturalmente è riservato all’iconico simbolo dell’Alfa Romeo, che racchiude la croce dell’antico stemma di Milano e il biscione della famiglia Visconti e che rappresenta 110 anni di gloria e vittorie, con lo sguardo sempre proiettato verso il futuro.
Il Marchio intende sorprendere i suoi numerosi appassionati, e non solo, con un ricco calendario di iniziative. Viene annunciato inoltre un inedito piano editoriale con la storia mai raccontata di Alfa Romeo anche attraverso punti di vista che esulano dal perimetro del mondo dell’automobile e toccano ambiti più eterogenei: curiosità, aneddoti, fatti correlati allo sviluppo storico e sociale d’Italia. Giorno focale ovviamente il 24 giugno – giorno di fondazione – e sarà il Museo Storico Alfa Romeo a ospitare club e appassionati. Il prezioso spazio che custodisce le più significative creazioni del Marchio e che rappresenta un ponte tangibile tra le epoche e le generazioni sarà il luogo dove chiunque potrà esprimere e condividere la propria passione, in un ideale soffio sulle 110 candeline. Poi Alfa Romeo farà parte di numerosi appuntamenti DOC, dalla rievocazione della 1000 Miglia, (13-16 maggio) al Festival of Speed di Goodwood (9-12 luglio) dove sarà l’ospite d’onore e riceverà il tributo al suo compleanno al parco che circonda Goodwood House e durante il mitico Run Up of the Hill.
(17/2/2020) – Ultime presentazioni F1. La Williams ha tutto o niente da perdere? E la Racing Point come gestirà il passaggio ad Aston Martin? La presentazione delle rispettive nuove monoposto solleva interrogazioni e, comunque, speranze di ben figurare.
WILLIAMS FW43 – La nuova FW43, svelata oggi sul web e già in pista a Barcellona con Russell – l’altro pilota è il deb canadese Latifi – rappresenta indubbiamente uno spartiacque per lo storico Team. La disastrosa stagione 2019, che ha fruttato l’allontanamento di Paddy Lowe, l’abbonamento all’ultima fila dello schieramento e la dipartita di Kubica verso lidi più accoglienti, non può e non deve essere ripetuta. Ne va dell’onore della squadra capace di vincere nove titoli costruttori e sette piloti (è il terzo team di maggior successo) e infatti Claire Williams, che molti notabili del motorsport britannico hanno più volte invitato a lasciare la guida del Team, nel presentare la nuova stagione fa leva sullo spirito combattivo degli uomini chiamati a risorgere quasi dalle ceneri. “Tutti – ha detto la figlia di Sir Frank – continueranno a combattere fino a quando non torneremo dove vogliamo essere. Quest’anno segna un nuovo inizio per la squadra. Abbiamo trascorso del tempo ad affrontare le nostre aree di debolezza e ci siamo assicurati di disporre delle persone, delle strutture, delle procedure e delle risorse giuste per fornire auto competitive”.
Il progettista Doug McKiernan è chiamato ad un compito non invidiabile per quanto motivante: “Il concetto principale alla base della FW43 è che si tratta di uno sviluppo continuo della FW42, senza modifiche al concetto fondamentale del layout. L’indicatore più importante che siamo sulla strada giusta sarà il livello di correlazione che abbiamo tra il kit di strumenti che usiamo per progettare l’auto e ciò che ci dicono i dati della pista. Abbiamo avuto buoni riscontri nella galleria del vento e ottenuto miglioramenti ragionevoli nel raffreddamento. Inoltre abbiamo fatto buoni progressi sui problemi meccanici che ci hanno colpito nel 2019 tra cui i freni e il peso complessivo della vettura, sui quali continueremo a focalizzarci durante la stagione “. Piuttosto discutibile, per la verità, appare la scelta di ripartire dalla base FW42 ma il capo ingegnere, Adam Carter, spiega la filosofia che renderà la stagione un continuo aggiornamento: “La decisione di conservare parte dell’architettura di base dell’FW42 significa che sono state investite meno risorse nello sviluppo di nuovi concetti, ma a sua volta questo ha reso possibile una maggiore ottimizzazione del lavoro del team di progettazione, cosa evidente sia nel packaging che nei dettagli dei componenti. Conservare alcuni parametri chiave, ha consentito un programma di sviluppo ininterrotto sull’aerodinamica al fine di massimizzare l’efficienza delle risorse e confermare il nostro recente record di affidabilità”. Auguri!
RACING POINT RP20 – Oggi è stata la volta anche della nuova Racing Point RP20, presentata in Austria, a Mondsee, quartier generale del title sponsor BWT. Colpisce soprattutto il rosa ancora più preponderante sulla carrozzeria e l’ancor più ingrandito logo, obliquo, BWT. E’ l’ultima volta poiché, come noto, dal 2021 il Team assumerà l’ennesima denominazione: quella che fu la Jordan, poi Midland, poi Spyker, poi Force India fino all’attuale Racing Point frutto di una cordata di salvataggio nordamericana capitanata da Lawrence Stroll, dall’anno prossimo diventa Aston Martin che a sua volta abbandonerà il connubio con Red Bull. Per fare questo, Stroll senior ha messo sul piatto oltre 200 milioni di euro (182 milioni di sterline) che significano circa il 20% della casa inglese che ha bisogno di navigare in acque più tranquille. Il palcoscenico della F1 potrebbe essere l’ideale ma servono i risulutati. Un buon viatico potrebbe essere la RP20, la monoposto 2020 affidata a Sergio Perez, fresco riconfermato per un triennio, e Lance Stroll, il figliuolo del patron sempre sul confine tra l’exploit e l’oblio. Il progettista Andy Green sembra aver fatto ancora un buon lavoro ma da quelle parti forse il “pericolo” più grande è il dispendio di attenzioni: c’è da mantenere una acquisita rilevanza sulla griglia, attuare un rivolgimento societario e allestire la monoposto completamente nuova del 2021. “L’obiettivo principale – ha infatti sottolineato l’ungherese Otmar Szafnauer, Team Principal del Team – è essere competitivi con questa vettura”. Ci riusciranno?
(17/2/2020) – “Colpo di scena” ieri sera alla trasmissione di Rai 2 “Che tempo che fa”: l’annunciatissima presenza del Team Ferrari ha dovuto fare i conti con…l’assenza di Charles Leclerc! Sì, in studio a Milano c’erano Mattia Binotto e Sebastian Vettel ma mancava il pilota monegasco poi apparso in collegamento da casa sua (?). Cosa era successo? La tempesta Dennis che sta flagellando il Nord Europa non ha permesso il decollo dell’aereo che doveva portare il giovin rampollo in Italia per unirsi ai colleghi! Gli appassionati hanno dovuto attendere fino alle 22.30 per assistere all’omaggio di Fabio Fazio e della Rai alla Scuderia di Maranello che si accinge a disputare il nuovo campionato del mondo di F1 e a siglare la partecipazione numero 1000 ai Gran Premi. Certo che quando c’è di mezzo Leclerc ci si deve sempre aspettare di tutto, non per niente durante la trasmissione è stato ricordata la sua “insubordinazione” nell’aver effettuato, all’insaputa e contro le regole Ferrari, un lancio col paracadute… Il programma, poi, è filato come sempre tra battute, filmati, propositi e omaggi vari. Uniche dichiarazioni di settore, quelle molto caute di Binotto: “L’anno scorso ci siamo ripresi solo verso la fine, il gruppo deve crescere, deve imparare dal passato. Tutti i cicli hanno bisogno di tempo per consolidarsi”.
Curiosi due filmati di repertorio scovati dalla Rai e dedicati ad entrambi i piloti (“A volte mi fanno un pò tribolare”, ha chiosato Binotto). Una gara di go-kart vinta da un biondo Vettel bambino che riceve solo la stretta di mano molto formale della sorella. “In Italia non sarebbe stata la stessa cosa”, ha giustamente chiosato il pilota tedesco resosi conto della “freddezza” di quelle circostanze! Un Leclerc anch’egli bambino (6 anni) e per la prima volta su un kart, invita invece gli automobilisti, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza, a rispettare il codice della strada e a divertirsi in pista. Il ferrarista ha poi ricordato che a Montecarlo prendeva il bus per andare a scuola alla fermata posta proprio sul rettilineo di arrivo del mitico GP di casa. L’operazione simpatia della Ferrari è indubbiamente riuscita, con tanto di filmato storico e dono finale al conduttore (un modellino di Ferrari SF90 in edizione limitata), ma ora è tempo di partire per Barcellona, primo probante test della SF1000. Charles, questa volta prendi l’aereo in anticipo!
(15/272020) – E dunque addio Scuderia Toro Rosso e ben arrivata Alpha Tauri, la nuova denominazione in omaggio alla omonima linea di moda. Dopo la festosa cerimonia di ieri sera all’Hangar-7 di Salisburgo, la nuova F1 AT01 ha già percorso i primi chilometri nella soleggiata Misano, sul circuito intitolato a Simoncelli ed il più vicino, con Imola, alla storica sede di Faenza (rimarrà almeno quella?). La monoposto, che ha perso il colore blu, è ora quasi tutta bianca come pure le tute dei due eccitati piloti, Danil Kvyat e Pierre Gasly, entrambi sul podio una volta nel 2019. Grande raffinatezza della linea e scritta Honda che spicca in rosso: sono gli aspetti che saltano all’occhio, ma a Faenza si usufruisce ben volentieri della stretta parentela con la Red Bull ed infatti da Milton Keynes hanno ereditato un ghiotto pacchetto che comprende cambio, idraulica, la completa sospensione posteriore ed anche quella anteriore ma senza wishbones. Le prospettive paiono edificanti e il Team Principal Franz Tost non si nasconde: l’obiettivo dichiarato è il quinto posto. Gasly, dopo l’avvilente defenestrazione dalla Red Bull, ha dimostrato di saperci fare ma è il 2020 il suo anno, quello durante il quale si guadagnerà o meno il gettone di presenza stabile e giustificata nella massima formula. Kvyat è risorto ed ha piazzato un colpaccio nel 2019 ma la sua permanenza è sempre sotto esame e, d’altronde, alla ormai ex Toro Rosso è bene sapere che è così.
LE ULTIME PRESENTAZIONI F1 – L’elenco delle presentazioni è quasi completato. L’Alfa Romeo Racing Orlen si è già semi-mostrata a Fiorano nella sua livrea a “pelle di serpente” e un cuore rosso che richiama il logo del Biscione, ideati dal centro Stile Alfa Romeo, e con il dolce ritorno emiliano di Kimi Raikkonen ai primi chilometri – 33 giri per l’esattezza – del 2020. Presentazione ufficiale e completa nella pit-lane del circuito Montmelò di Barcellona il prossimo 19 febbario, insieme alla Haas che ha però già mostrato le prime immagini della nuova vettura. Nel frattempo, lunedì sarà la volta…dell’ultima volta della Racing Point, dal 2021 Aston Martin, che si svelerà in quel di Mondsee, in Austria, casa dello sponsor BWT. Sempre lunedì l’attesa Williams del necessario, vitale riscatto verrà presentata solo sul web. Quindi, tutti in pista in Spagna per la doppia sessione di test collettivi e parola al cronometro, prima del responso più attendibile, quello del week end di gara, Melbourne, Australia, 13-15 marzo.
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LA NUOVA ALFA ROMEO RACING ORLEN A FIORANO |