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HAPPY BIRTHDAY / JODY SCHECKTER, I 70 ANNI DELL’ORSO FERRARISTA

(29/1/2020) – Oggi Jody Scheckter compie 70 anni, buon compleanno! Happy birthday! L’ex pilota sudafricano di East London, ormai lontano dal mondo delle corse, conserva un posto speciale nel cuore dei ferraristi per vari motivi. E’ uno degli appena nove campioni mondiali della Ferrari in 70 anni di F1 – un club molto esclusivo, non c’è che dire –, ha formato una indimenticabile coppia, legata da vera amicizia, con il mitico Gilles Villeneuve, è stato un pilota completo ma sempre molto umile e, infine, per ben 21 anni il suo nome è rimasto a galla quale ultimo iridato di Maranello prima dell’era Schumacher.

Ma la domanda che oggi ci si può porre è: Jody, tanto introverso nella vita quanto spericolato nei primi anni in pista (anche per via di quella sua predilezione per vetture sovrasterzanti), può essere considerato uno  dei migliori piloti della storia della F1?

Scheckter, dico io, è storia della F1. Per i motivi che ho già elencato ma anche per altro. In diversi e importanti capitoli del libro della F1 dei suoi anni, infatti, lui c’è. Per un motivo o per un altro c’è. Allora ricordiamo in ordine cronologico alcuni momenti salienti della sua esperienza che hanno costituito nel contempo momenti fondanti, lieti e meno lieti, della massima formula, dopo che giusto 50 anni fa divenne campione sudafricano di F. Ford e quindi si trasferì in Europa.  

  • Nel 1973 a Silverstone, appena 23enne, innescò la nota pazzesca carambola multi-monoposto in pieno rettilineo con De Adamich fratturato e ancora oggi piuttosto arrabbiato con il pilota allora alla Mc Laren.
  • Nel 1974 Ken Tyrrell puntò su di lui (e Depailler) per sostituire Stewart, al passo d’addio, e Cevert, morto al Glen: ad Anderstorp arrivò la prima vittoria (a Brands Hatch la seconda).
  • La terza emozionante vittoria, l’anno seguente, 1975, la conquista sulla pista di casa, Kyalami.
  • Nel 1976 è stato il terzo incomodo nella lotta Hunt-Lauda ma soprattutto il primo a vincere con una monoposto a sei ruote, la Tyrrell P34, ancora ad Anderstorp, GP di Svezia.
  • Al GP di Argentina 1977 spicca la vittoria con la Wolf, alla sua prima gara, un vero exploit. Una scelta, quella di accasarsi con il costruttore austro-canadese, che sembrava penalizzante e che invece si rivelò azzeccata: Scheckter si classificò infatti secondo in classifica finale, dietro solo Lauda alle ultime prodezze con la Ferrari.
  • Nel 1979 diventa pilota Ferrari, si laurea campione a Monza e iscrive per sempre il suo nome nell’albo d’oro della F1.
  • Nel 1980 “riesce” a non qualificarsi al GP del Canada ma, ormai demotivato, in agosto aveva già annunciato il suo ritiro.

 

Può bastare? Oggi Jody, recente colpito dalla perdita della figlia Ila, è dedito alla sua fattoria nell’Hampshire inglese dove alleva bufale e produce ottime mozzarelle e derivati. Torna spesso in Italia, per carpire i segreti di maestri casari tricolori ma anche per ritrovare grandi amici come Piero Ferrari, Mauro Forghieri e alcuni meccanici superstiti di quell’epoca della quale lui, modestamente, sottolinea soprattutto un fatto: “Sono rimasto vivo“.

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