(8/12/2019) – Il tormentone del 2020 è già bello e pronto: Lewis Hamilton sarà pilota Ferrari nel 2021? Il sei volte campione del mondo inglese è in scadenza di contratto e mai come nei primi mesi dell’anno prossimo dovrà ragionare bene – le trattative le conduce lui, non ha un agente – sulla concreta opportunità di indossare la tuta rossa che gli è stata prospettata al più alto livello: John Elkann, Presidente del Cavallino e a capo di Exor la “cassaforte” di casa Agnelli. Hamilton ha più volte fatto capire di essere allettato dall’idea di timbrare il cartellino a Maranello, comprese frasi sibilline tipo “il rosso è il mio colore preferito”, ed è anche cliente GT della Casa emiliana. Non è solo una questione di soldi (alla Mercedes guadagna 50 milioni di dollari a stagione). Qui parliamo di possibilità di vincere in pista, di accumulare gloria, di fare veramente storia della F1. Da questo punto di vista, la bilancia propende nettamente dalla parte della Mercedes dove sono sì, ben consapevoli della possibilità di poter perdere il pilota di punta, ma anche di godere di un vantaggio tecnico che anche quest’anno si è dimostrato grande e ben difficilmente sarà scalfibile nel 2020 e forse oltre. Secondo logica, a meno che Ferrari o Red Bull non sfornino qualcosa di incredibilmente avanzato e che l’annunciato “piano segreto” di Bottas serva veramente a batterlo, Hamilton potrà centrare il settimo sigillo iridato e uguagliare così Kaiser Schumacher quota 7 titoli. Resterebbe l’incognita 2021, anno di entrata in vigore delle nuove regole e monoposto che secondo alcuni rivoluzioneranno i valori in campo.
Hamilton in questi giorni è molto diplomatico e attribuisce estremo valore ai legami solidi e collaudati con gli uomini Mercedes – Toto Wolff in primis, ma il Team principal resterà a sua volta? – e alla perfetta organizzazione del Team di Brackley. Dall’altra parte ci si dibatte tra alti e bassi, errori fin troppo frequenti e una “ristrutturazione” post Marchionne che si sta rivelando complicata. In più c’è un giovane Leclerc molto più osso duro di Bottas, per dire (dando per scontato che il deludente Vettel lasci il campo alla scadenza del suo contratto). La scelta di Lewis, 35 anni a gennaio, sarà di cuore. La Ferrari ha fatto la sua: per tornare a vincere – non succede con i piloti dal 2007 e Costruttori dal 2008! – ci vuole anche il pilota migliore. La stessa strategia, d’altronde, applicata da Gianni Agnelli quando diede il via libera – “non è costato un pezzo di pane…” chiosò l’Avvocato – all’ingaggio di Michael Schumacher, da Cesare Fiorio quando ad inizio anni ’90 fu ad un passo dal portare a Maranello Ayrton Senna, e dal compianto Niki Lauda quando convinse l’inglese molto legato a Ron Dennis a lasciare la Mc Laren e avviare un ciclo alla Mercedes. Se la Ferrari dimostrerà nel 2020 costanza di rendimento al top e sarà in possesso di un progetto intrigante per il 2021 l’affare, statene certi, si farà. Lewis cerca l’abbraccio caldo e ineguagliabile dei tifosi Ferrari sparsi in tutto il mondo e sogna di concludere la carriera dalle stesse parti dove hanno impresso indelebilmente la loro orma gli Ascari, Fangio, Hawthorn, Phil Hill, Surtees, Lauda, Scheckter, Schumi, Raikkonen campioni del mondo ma soprattutto di intensa e indimenticabile popolarità che solo la Rossa sa donare.