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MASERATI IN DUBAI, SHOWROOM ALLA GRANDE

(7/11/2019) – Maserati ha aperto ufficialmente a Dubai un nuovo showroom dal design innovativo, con la più grande area espositiva del mondo. Con 3644 mq dedicati alla Casa del Tridente,  Al Tayer Motors Maserati, è stato costruito secondo i nuovi standard del marchio, è quattro volte più grande del precedente showroom ed è progettato per fornire agli appassionati del marchio italiano che lo visiteranno un’atmosfera accogliente e lussuosa. Il nuovo showroom si estende su 5 piani con due livelli sotterranei per il parcheggio e una suite di consegna per i clienti che ritirano le loro auto. Include anche una lounge con un bar italiano e un’area di personalizzazione, dove i clienti potranno ordinare la propria auto scegliendo e combinando campioni di vernici esclusive, pelli di altissima qualità, finiture interne in legno e materiali high-tech. L’intero primo piano è dedicato al programma Maserati Certified Pre-Owned.
Ogni auto viene sottoposta a 121 controlli, ad un completo ricondizionamento della carrozzeria e completamente revisionata secondo gli standard di fabbrica prima della consegna ai clienti. Ciò garantisce che l’auto sia come nuova e in grado di offrire la stessa esperienza di guida emozionante, caratteristica distintiva di ogni veicolo Maserati. Tecnologie ecocompatibili sono state utilizzate per i sistemi di acqua, condizionamento e illuminazione. L’illuminazione a LED utilizzata in tutta la struttura contribuisce a ridurre i costi energetici, mentre la tecnologia dei sensori di movimento aiuta a ridurre il consumo di energia spegnendo le luci durante periodi di inattività e accendendole quando vengono rilevati movimenti o livelli di luce ridotti nell’area. I materiali isolanti all’avanguardia riducono l’energia consumata dal sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC). Lo showroom Al Tayer Motors Maserati a Dubai è aperto dalle 8.00 alle 20.00 da sabato a giovedì. Il venerdì lo showroom è aperto dalle 16:00 alle 20:00.
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FERRARI DIVERSIFICA IL BRAND: ARMANI, LO CHEF BOTTURA, ENTERTAINMENT

(6/11/2019) – Dopo l’accordo di collaborazione/sponsorizzazione con Luxottica datata inizio 2017, con tanto di marchio Ray Ban sulle monoposto rosse, la Ferrari ha annunciato un nuovo accordo con il Gruppo Armani che produrrà  una selezione di capi e accessori a marchio Ferrari. La notizia è stata diffusa nel corso della presentazione dei risultati nel terzo trimestre del 2019 che è stata anche l’occasione per illustrare, da parte dell’AD Louis Camilleri, le strategie finalizzate al nuovo obiettivo di Maranello: diversificare. Come? Lo ha detto sempre Camilleri: “Contaminazione tra abbigliamento e intrattenimento” (ricordo che Ferrari ha già lanciato i Parchi a tema di Portaventura nei pressi di Barcellona e di Abu Dhabi).  In 7/10 anni, è il calcolo del CEO che ha preso il posto di Marchionne, viene stimata una redditività del 10% con il Made in Italy a fare da filo conduttore del nuovo corso.

ROCCO IANNONE

A tale fine Rocco Iannone, originario della Calabria, 35 anni, è stato appena nominato Brand Diversification Creative Director, e dovrà sviluppare, riportando a Nicola Boari, la creatività, il design e l’immagine di tutte le collezioni di abbigliamento e di accessori a marchio Ferrari, prodotti direttamente e in licenza. Già Fashion Degree all’Istituto Marangoni di Milano, negli ultimi due anni Rocco Iannone è stato Direttore Creativo di Pal Zileri; in precedenza è stato Head Men’s Designer per Giorgio Armani e Designer per Dolce & Gabbana. Allo scopo sarà aperto un nuovo ufficio a Milano con nuove assunzioni ad hoc.

Abbigliamento ma non solo: a fine 2020 il mitico ristorante Cavallino – che trasuda storia tante le volte che Enzo Ferrari i suoi manager e piloti vi hanno pranzato e cenato più o meno segretamente – avrà una nuova insegna: Osteria Francescana, con lo chef stellato Massimo Bottura a dettare il menu. Anche i Ferrari store e la piattaforma e-commerce saranno presto ricontestualizzati in alto. Oggi il valore di mercato dei prodotti a marchio Ferrari si stima intorno agli 800 milioni di euro”, ha precisato Camilleri, annunciando nel contempo un dimezzamento degli attuali accordi di licenza e un taglio del 30% delle categorie di prodotto. Insomma, una bella svolta. Vi piace?

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CRASH E SPAVENTI FERRARI

(4/11/2019) – Ad Austin Sebastian Vettel si deve esser preso un bello spavento quando un braccio della sospensione posteriore destra della Ferrari SF90 ha ceduto all’improvviso mettendo fine alla sua gara con la Rossa numero 5 ormai ingovernabile. Fosse accaduto in una curva ancora più veloce o in pieno rettilineo l’incidente sarebbe stato più serio. Sono cose che, purtroppo, possono accadere in uno sport che mette a durissima prova tutte le componenti del mezzo a disposizione e in passato ciò ha causato anche crash mortali. A Maranello la cura dei pezzi e dell’assemblaggio è leggendaria ma, come detto, l’automobilismo è uno sport stressante per i materiali e i piloti Ferrari hanno subito qualche altro spavento da cedimento. Ne ricordo alcuni.

Fa ancora discutere l’eventualità che l’incidente di Niki Lauda nel 1976 al Nurburgring, con il conseguente drammatico rogo, sia stato determinato dalla rottura di una barra di collegamento tra il motore e il telaio che causò la fatale sbandata della 312T2. Tesi accreditata dal pilota stesso e dal suo capo-meccanico Ermanno Cuoghi ma decisamente smentita dal direttore tecnico Forghieri. In quello stesso anno, comunque, la rottura di una sospensione si verificò nel corso del Gran Premio del Canada. Fu constatata solo a fine gara e infatti Lauda, solo ottavo a Mosport, lamentò – come Vettel nelle prime battute ad Austin – scarsa maneggevolezza della vettura- anche se riuscì a terminare il gran premio ma senza prendere punti. Un episodio rivelatosi determinante dopo l’epilogo del Fuji. Leggi anche post  https://motor-chicche.blogspot.com/2016/08/nurburgring-1976-errore-di-lauda-o.html

Nel 1980 Gilles Villeneuve era ben deciso a far suo il titolo mondiale con la Ferrari dopo averlo sfiorato l’anno prima e aver lealmente supportato il compagno di squadra Jody Scheckter poi divenuto campione. Il Gran Premio d’apertura in Argentina – era il 13 gennaio – rese però subito evidente quanto la Ferrari, con la penosa T5, avrebbe penato quell’anno. Solo ottavo in qualifica, al 37° giro il canadese finì spedito e con una certa violenza tra le reti di contenimento. Tutti a pensare ad una ennesima esagerazione dell’aviatore e invece si verificò ben presto che aveva ceduto di schianto un braccetto della sospensione anteriore sinistra che aveva reso la monoposto senza più direzionalità. Nessuna conseguenza per il pilota, per quanto sconcertato dall’accaduto. https://www.youtube.com/watch?v=vf9UVNv_URM

Beh, anche il famoso incidente di Michael Schumacher a Silverstone nel 1999 fu causato da un cedimento. Come ben noto, al termine del lungo e velocissimo rettifilo che porta alla Stowe la F399 guidata dal tedesco, in quel momento in accesa disputa con il compagno di squadra Irvine, non ne volle sapere di curvare a destra ma puntò come un missile impazzito verso la pila di gomme barriera limite della pista. Cosa era successo? Perché – ci si chiese – Michael non sterzò? A quella velocità, impossibile ogni manovra di salvataggio, soprattutto senza il supporto pieno dei freni. A Maranello verificarono poi che si era infatti allentata una vite dello spurgo del freno posteriore con conseguente perdita di pressione. Schumacher, fratturato ad una gamba, dichiarò: “Mi sono spaventato. Sono fortunato ad essere vivo”.

Un episodio che forse non molti ricordano: nel gennaio 2011 Luca Badoer se la vide davvero brutta. Il collaudatore della Ferrari, impegnato nei test pre-campionato a Barcellona, fu infatti protagonista di un terrificante incidente al volante della F1-2000 con gomme Bridgestone e può considerarsi un vero miracolato. Nonostante il botto, nessun danno, al netto dello spavento ovviamente. Al termine del lungo rettilineo in discesa del Montmelo, l’esperto pilota veneto diventò, come si usa dire, solo passeggero della monoposto a sua volta divenuta ingovernabile. La Rossa campione del mondo, impazzita, finì addirittura oltre la sede della pista, su una stradina di soccorso, e probabilmente i soccorritori  pensarono di dover accertare un triste epilogo del crash. Fortunatamente le radiografie esclusero conseguenze ma le cause dell’incidente non poterono essere accertate con pienezza a parte “un cedimento nella parte posteriore” ufficializzato dalla Ferrari stessa.
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POST USA GP / HAMILTON SALE AL SESTO TITOLO, LA FERRARI SCENDE DAL PODIO

(4/11/2019) – Il Gran Premio degli Stati Uniti suscita diversi stati d’animo, al di là del risultato eccezionale per la Mercedes, buono per la Red Bull e clamorosamente anonimo della Ferrari. Innanzi tutto congratulazioni a Lewis Hamilton, sei volte campione del mondo: uno in più del grande Fangio, solo uno in meno della leggenda Schumacher. Una vittoria personale e di squadra, cosa, quest’ultima, che curiosamente Verstappen ha sottolineato più volte nelle interviste (per sminuire Lewis o sferzare la propria?). Ma quello che mi va di considerare è soprattutto ciò che ha detto papà Hamilton e cioè che si tratta di una nuova tappa di un lungo percorso partito da zero e che ha portato il ragazzino di Stevenage alla gloria sportiva appartenuta ai più grandi dell’automobilismo. Avviso ai naviganti: Lewis ha già dichiarato di essere focalizzato sul lungo termine, con il 2021 quale inizio di una nuova sfida. L’inglese, 34 anni, non è imbattibile: Rosberg lo ha dimostrato e Bottas sa essergli spesso superiore ma ritengo sia il pilota con la più potente forza mentale unita ad una esperienza/astuzia sopraffina che lo mantengono costantemente al top. Non so se il binomio Verstappen-Honda potrà contrastarlo. L’olandese a Austin è stato veloce ma non c’è stato niente da fare contro le frecce d’argento e credo anche il 2020 non sortirà grandi novità in questo senso nonostante gli sforzi dei motoristi nipponici.


FERRARI DOUBLE FACE – La contendente principe, ora e nel futuro prossimo, resta la Ferrari ma quella vista in America – bene in qualifica, missing in race – lascia alquanto sconcertati così come le dichiarazioni di Binotto e Leclerc: “Non abbiamo spiegazioni”. Vettel ha addirittura abbandonato per la rottura improvvisa di un braccio della sospensione posteriore destra e, come a Sochi, ha dovuto mestamente parcheggiare a lato la sua Rossa. La Ferrari aveva abituato bene negli ultimi tempi ma questa involuzione repentina fa sorgere dubbi e domande: si è fatto un passo indietro nella comprensione delle finestre di utilizzo degli pneumatici? Stanno già testando in gara elementi per la prossima stagione? Il super motore è stato depotenziato dopo le richieste di controllo da parte degli avversari? Si pasticcia con il set-up? Una cosa è certa: alla Ferrari, così come per gli altri, dovranno avere una monoposto perfetta fin dalla prima gara del prossimo anno perché presto tutti dovranno concentrarsi sulla new car 2021 e quindi chi partirà subito forte e meglio, secondo me, manterrà il vantaggio fino alla fine. Interlagos e Abu Dhabi, a titolo ormai assegnato, serviranno per gettare le basi giuste e per il morale.


 

RICCIARDO E’ SEMPRE RICCIARDO– Come sempre, tocca commentare il mondiale “degli altri”, staccati dai tre top team. Detto bene di Albon all’ennesima rimonta, stessi meriti vanno al duo Mc Laren con Norris, questa volta davanti a Sainz, ma soprattutto  all’indomito re delle staccate Ricciardo, grande sesto posto, che fa capire perché la Renault abbia deciso di salutare Hulkenberg (martedì l’annuncio sul suo futuro). E’ ufficiale: Perez, anche in Texas a punti, è la salvezza della Racing Point se si pensa che tra l’altro il messicano è partito dalla pit lane per l’increscioso “salto” delle verifiche. Stroll solo tredicesimo. Giornata grigia per la Toro Rosso con Gasly attardato e Kvyat che, per la verità, si dimena troppo e infruttuosamente (vedi penalty di 5”). Purtroppo, per la serie note dolenti, tra le quali la Williams è imbattibile – per loro prima finisce quest’anno disgraziato meglio è – vanno annoverate anche le prestazioni della Haas e dell’Alfa Romeo Racing, in netto ribasso. Il Team americano non è stato profeta in patria, tra l’altro con l’ennesimo incidente abbastanza inspiegabile di Grosjean in prova, mentre il Biscione si è difeso discretamente in qualifica ma è progressivamente affondato in gara. E se Raikkonen scuote sconsolato la testa, la situazione è critica.