(17/10/2019) – “Qualcuno ha fatto la spia”: così, abbastanza incautamente, l’allora Team Principal della Ferrari Jean Todt riassunse il pasticcio in cui la Scuderia di Maranello era finita al termine del Gran Premio della Malesia, il 17 ottobre 1999, venti anni fa. Sul banco d’accusa il famoso deflettore laterale della F399, trovato di dimensioni irregolari dagli ispettori FIA. A Sepang, in piena lotta mondiale con la Mc Laren-Mercedes , le Rosse avevano letteralmente annichilito le frecce d’argento con una formidabile doppietta Irvine – Schumacher che, ad una gara dal termine del campionato, consolidava le ambizioni iridate dell’irlandese. Tra l’altro, quella gara segnò il gran ritorno di Kaiser Schumi alla fine della convalescenza post incidente di Silverstone. E che ritorno! Pole position e poi, cavallerescamente, leadership in pista ceduta al compagno di squadra in lizza per il titolo. Scattato in testa, Schumacher per due volte – a seguito dei pit-stop – cedette anche platealmente la testa della corsa a Irvine e, nel contempo, si incaricò di fare da sbarramento agli assalti prima di Coulthard, che lo passò con decisione, e poi di Hakkinen. Il primo però dovette ritirarsi per il calo della pressione del carburante, il secondo, piuttosto innervosito, dall’azione difensiva di Schumacher alla fine terzo solo grazie ad un errore di Herbert su Stewart. Sorrisi e tripudio rosso, dunque.
FINO AL TRIBUNALE FIA – Ma, come detto, il brutto venne subito dopo. L’ineffabile verificatore FIA Jo Bauer ispezionò e sanzionò le Ferrari: deflettore oltre le dimensioni regolamentari, piloti squalificati, mondiale ad Hakkinen. Apriti cielo! Todt si appigliò alla ininfluenza del dato e al fatto che le monoposto avevano passato le verifiche del giovedì. Inoltre si trattava della versione in pista nel precedente Gp d’Europa al Nurburgring dove nessuno aveva avuto nulla da eccepire (Irvine solo 7°, Salo addirittura ritirato). Qui si apre la spy-story. Quel deflettore aveva già fatto discutere – e alterare – Ron Dennis al Nurburgring ma stranamente non venne esperita alcuna verifica. Cosa che invece si verificò subito dopo il trionfo di Sepang. L’intervento decisivo fu quello del Presidente Montezemolo che strepitò come non mai e, neanche per un momento convinto dell’accusa – fino a portare il caso in appello al giudizio del Tribunale FIA di Parigi (era il tempo di Max Mosley). Vertici, tecnici e legali di Maranello, bisogna dare atto, furono eccezionali nel far emergere e affermare una diversa prospettiva della rilevazione di Bauer che cambiò le carte in tavola ribaltando il verdetto negativo di prima istanza. Ristabiliti i valori in pista, non restava che giocarsi ottimisticamente tutto a Suzuka ma questa la racconto tra due settimane.