Categorie
Senza categoria

FIA MOTORSPORT GAMES DI SCENA A ROMA

(31/10/2019) – Signori, ecco a voi le Olimpiadi del Motorsport. Da oggi al 3 novembre a Roma è di scena la prima edizione dei FIA Motorsport Games: tre giorni di sport, corse ed emozioni nella Capitale e sulla pista dell’Autodromo “Piero Taruffi” di VallelungaIl programma odierno prevede le auto protagoniste dei FIA Motorsport Games esposte dalle ore 8.00 a Piazza del Popolo, nel cuore della Capitale, per spostarsi poi alle 13.30 in parata fino a Piazza Arco di Costantino, dove è in programma alle 18.00 la cerimonia di inaugurazione alla presenza della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, del Presidente FIA, Jean Todt, e del Presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani. Da domani i motori romberanno sul circuito di Vallelunga per decretare i vincitori.

Sono 18 team provenienti da 45 nazioni del mondo che si contenderanno le 6 medaglie d’oro in palio. Gli italiani faranno il tifo per Federico Sceriffo nella Drifting Cup, Gianluca e Giorgio Roda nella GT Cup,Enrico Bettera nella Touring Car Cup, Paolo  Gallo ed Emma Segattini nella Karting Slalom Cup e Stefano Conte nella Digital Cup.

L’evento, organizzato dalla Federazione Internazionale dell’Automobile, si traduce per la prima volta in realtà in Italia grazie all’impegno dell’Automobile Club d’Italia e del suo presidente Angelo Sticchi Damiani. “Si tratta – dichiara Sticchi Damiani – di un implicito riconoscimento dello straordinario sforzo compiuto, in questi anni, dall’ACI nella promozione dello sport dell’auto nel nostro Paese e nella ricerca e formazione dei nuovi talenti, che i vivai della Federazione portano dal Kart alla Formula 1. Uno sforzo che non solo ha consentito di inserire Roma tra le 12 capitali mondiali nelle quali si disputano gli innovativi campionati di Formula E, ma che – lo scorso settembre – ci ha portato a chiudere un accordo storico con F1, per garantire l’inserimento, per i prossimi cinque anni, del Gran Premio d’Italia nel calendario del Campionato del mondo di Formula 1, e il fatto che il GP si correrà nel ‘Tempio della velocità’: quel Monza Eni Circuit che è non solo il più antico ma anche il più veloce e più spettacolare circuito di tutto il motor sport”.

Per info e programma della manifestazione: https://www.fiamotorsportgames.com/it/
Categorie
Senza categoria

ANNIVERSARY / GREG MOORE, 20 ANNI FA L’INCIDENTE MORTALE

(31/10/2019) – Sono passati 20 anni: era il 31 ottobre 1999 quando Greg Moore trovò la morte in un violentissimo incidente nel corso della gara CART sull’ovale di Fontana, in California. Il pilota americano di New Westminster aveva solo 24 anni e vantava già cinque vittorie e altrettante pole positions nel massimo campionato a stelle e strisce. Un week end davvero segnato per lui: cominciò con una caduta nel paddock mentre girava in motorino. L’ok a gareggiare gli venne dato solo previa apposizione di un tutore alla mano destra. Partito ultimo per non aver disputato le qualifiche, Moore iniziò una bella rimonta ma al nono giro il fattaccio nello stesso punto in cui poco prima era volato fuori pista Hearn senza conseguenze.

Per Greg, invece, la dinamica fu fatale: perso il controllo, a oltre 300 km/h, la monoposto cominciò a sollevarsi sull’erba bagnata fino ad impattare tremendamente sul muretto interno di cemento praticamente in posizione parallela alla barriera. Il pilota, straziato all’interno dell’abitacolo, dopo una serie infinita di cappottamenti e la vettura spezzata in due tronconi, riportò danni ferali alla testa e alle ossa del collo e a nulla valsero gli immediati soccorsi e il trasporto all’ospedale. Era il secondo incidente mortale in quel 1999 americano, dopo il decesso di Rodriguez a Laguna Seca. Moore era un talento: a 18 anni si impose quale pilota più giovane ad aver vinto una corsa Indy Light, categoria che nel 1995 dominò letteralmente. L’esordio in CART a 20 anni con il team Player’s Forsythe Racing e nel 1996 contese il titolo di Rookie of the year ad Alex Zanardi col quale iniziò una competizione anche off-track a tratti aspra. Nel 2000 Moore avrebbe corso con la Penske e probabilmente la sua stella sarebbe brillata a lungo ma il destino pose fine in maniera cruenta alla carriera e alla sua vita. (sotto il video del crash)

 

https://www.youtube.com/watch?v=Nz0oEcYNFkM
Categorie
Senza categoria

LA LUNGA RINCORSA DI OCON, DALLA FERRARI ALLA RENAULT

(30/10/2019) – Cinque anni fa, era fine ottobre 2014, il pilota Renault 2020 Esteban Ocon si trovava al volante di una Ferrari e girò sul circuito di Fiorano. Un segreto che viene a galla? No, solo il ricordo di una giornata memorabile per il giovane  francese  – allora aveva solo 19 anni – che fresco di titolo europeo di F3 usufruì del previsto test premio con la mitica Rossa. Per la cronaca, si trattava della F10 guidata anche da Alonso. Sullo storico tracciato privato della Ferrari, Esteban stupì tutti per precisione ed efficacia e magari l’allora capo della Ferrari Driver Academy, Baldisserri, avrebbe volentieri allungato il rapporto con un simile talento. Ma la cosa finì lì e le strade si separarono. Esteban, dopo un fugace test con la Lotus, ha dovuto sempre rincorrere un volante, un contratto, un sedile stabile nella massima formula. La forza di volontà non gli fa difetto e nel 2020, finalmente, per lui inizia la prova della verità. Renault punta sul pilota francese sulla macchina francese. Abiteboul ha dichiarato di volerlo “affamato”. Un impegno da far tremare i polsi: la monoposto giallo-nera purtroppo sta soffrendo, dovrà inoltre vedersela con un manico come Ricciardo e i grandi capi della Regie stanno riflettendo sull’effettiva utilità della presenza in F1, finora deficitaria. Sarebbe davvero il colmo se Ocon, una volta raggiunto l’obiettivo di tanti sacrifici, dovesse essere “sacrificato” sull’altare delle politiche industriali.

Dopo aver messo in saccoccia anche il titolo GP3 2015 ai danni di Luca Ghiotto – la sconfitta costò all’italiano il disamoramento della Red Bull –  nel 2016 Ocon entrò in orbita Mercedes nel DTM e cominciò a riassaggiare la F1 grazie a test con la Force India (2015) e la Renault della quale divenne terzo pilota (2016) nonché in virtù della sostituzione di Haryanto alla Manor (2016). Infine due anni difficili alla Force India, con due quinti posti (Spagna e Messico) nel 2017 quali miglior risultati ma una convivenza sempre più aspra con il compagno di squadra Perez. Ruotate, spintoni, roba inguardabile. Il peggio doveva arrivare con la crisi della scuderia indiana poi rilevata l’anno scorso da papà Stroll che, ovviamente, ha promosso il figlio Lance in seno alla costituenda Racing Point. Indovinate che ne ha fatto le spese? Esteban ha comunque vissuto un 2019 di buon apprendistato nel box Mercedes che alla fine lo ha “liberato” per fargli cogliere l’occasione Renault. Il suo tempo è ora: Sono molto orgoglioso di diventare un pilota Renault. Sono cresciuto ad Enstone, prima con la Lotus nel 2010 e poi con Renault, e sono davvero lieto che un team con grandi ambizioni mi abbia affidato l’opportunità di dimostrare le mie capacità in F1. È una responsabilità che prendo molto sul serio: la fiducia che ripongono in me per aiutare la squadra a crescere è una pressione molto positiva e io non vedo l’ora di dare il meglio di me stesso”. In bocca al lupo!

Categorie
Senza categoria

EICMA, HELMO MILANO LANCIA IL CASCO REPLICA VITTORIO BRAMBILLA

(30/10/2019) –Un double decker inglese al posto di uno stand tradizionale: è in questa maniera che Helmo Milano festeggerà il suo decimo compleanno in occasione di EICMA, il Salone del motociclo in programma a Rho dal 5 al 10 novembre. La scelta del tradizionale rosso bus inglese vuole essere un omaggio alle café-racer, una tipologia di moto che si sposa perfettamente alla gamma dei caschi jet Helmo Milano. Per questo è esposta la “special” preparata dai F.lli Brambilla di Monza, su base Kawasaki Z400.

Le soprese però non finiscono qui. Helmo Milano Oltre a due bellissimi inediti, all’EICMA l’azienda milanese espone altri prototipi prossimi ad essere inseriti in gamma e la rassegna sarà determinante per scegliere la livrea che riceverà i maggiori consensi. Un jet Helmo Milano Audace Monza, è stato la base per realizzare il casco Helmo Milano Replica Vittorio Brambilla, completamente arancione. Lo stesso colore della “special” su base Kawasaki Z400 preparata dai F.lli Brambilla, Carlo, Roberto e Lella, proprietaria della moto. Figli di Vittorio Brambilla, pilota di F.1 vincitore del GP d’Austria nel 1975, ma prima ancora motociclista di razza. Non molti sanno che vinse il Trofeo Cadetti/Juniores classe 175  nel 1958 con una Parilla, mentre nel 1969 con l’Aermacchi ottenne il terzo posto nel Campionato Italiano Classe 350cc dietro a Pasolini (Benelli) e Milani (Aermacchi), ma davanti ad Agostini (MV) e corse a Imola il GP della Nazioni nella classe 500. Sempre nel 1969 ottenne il suo traguardo più prestigioso, quale pilota della squadra ufficiale Moto Guzzi che stabilì a Monza diversi record di velocità con il prototipo V7 Record derivato dalla V7 Special e progenitore della V7 Sport.  Brambilla fu anche 3°nel Bol d’Or  del’71 in coppia con Mandracci, sempre  su Moto Guzzi. Per celebrare la cinquantesima ricorrenza dei record stabiliti a Monza, Helmo Milano e i F.lli Brambilla hanno avuto l’idea di realizzare un casco speciale, Helmo Milano Replica Vittorio Brambilla, sulla base del modello Audace Monza. Audace come è stato Vittorio. Il casco è completamente arancione, come quello originale e come la sua March-Ford Cosworth di F.1 sponsorizzata Beta Utensili.

Per ulteriori informazioni: Helmo Milano, Oltremoto S.r.l., Via Paolo Giovio 15, 20144 Milano, Tel. 02.43919153, info@oltremotoitalia.itwww.helmo-milano.it

Categorie
Senza categoria

POST MEXICO GP / MERCEDES QUOTA 100, FERRARI TROPPO PRUDENTE

(28/10/2019) – Gran Premio del Messico: vittoria Mercedes (numero 100!) o ha perso la Ferrari? Hamilton, a quota 83 vittorie, vede ormai il sesto titolo ma Vettel, pur buon secondo, non aveva lo stesso sorriso del Giappone a parità di piazzamento, né al box del Cavallino c’era aria di festa. Perché? Tutti erano consapevoli che, dopo la prima fila tutta rossa, la vittoria era possibile ma questa volta le strategie messe in atto si sono rivelate prudenti e perdenti. In sostanza: Hamilton ha osato l’undercut ed è passato presto alle hard che contrariamente a quello che si pensava hanno tenuto alla grande, mentre con Vettel, più a lungo in pista con le “gialle”, si è tergiversato qualche giro di troppo consentendo così  all’avversario inglese di allungare quel tanto che si è rivelato alla fine decisivo. Peggio con Leclerc: doppia sosta – di nuovo gialle poi bianche – che non ha sortito effetto, anzi. Tanto che il monegasco alla fine ha riassunto così la sua esperienza messicana: “Devo imparare a essere più incisivo con le strategie, come Seb”. Certo, non ha aiutato rimanere invischiati nella lotta tra doppiandi Sainz-Gasly (vedi Vettel), né perdere tre secondi la box per uno pneumatico che non ne voleva sapere di essere fissato (vedi Charles) ma il punto, hanno ammesso tutti, non è questo. Al muretto è prevalsa la prudenza e non ha pagato e in più la Mercedes gode ancora di un certo vantaggio in fatto di passo gara, come d’altronde era emerso nei long run delle prove libere. Quindi è positivo il fatto che comunque Vettel sia riuscito almeno a rintuzzare il deciso attacco di Bottas, ma…

E Verstappen? Continua a deludere, dà l’impressione di aver un po’ mollato psicologicamente. Sia in Giappone, dove la Honda contava su una prestazione memorabile, sia in Messico, dove comunque è stato protagonista in qualifica, l’olandese ha preteso troppo già alla prima curva e ne è rimasto “scornato”. Una grande rimonta, certo, fino alla sesta posizione – dietro il compagno di squadra Albon, molto concreto – ma sembra essere tornato agli atteggiamenti alla “o la va o la spacca” dei primi ardori che mal si conciliano con le aspettative del Team. Soffre nel non essere della partita mondiale, lascia trapelare una certa scontentezza, magari strizza l’occhiolino a Mercedes e Ferrari in ottica 2021. Si vedrà. Complimenti se li merita il sempre redditizio Perez che, dopo la delusione dello scorso anno, sulla “caliente” pista di casa ha strappato con i denti una buona settima piazza che, tra l’altro, marca la differenza con il volenteroso ma più lento compagno di squadra Stroll, dodicesimo. Una boccata d’ossigeno anche per la Renault a punti con Ricciardo (8°) e Hulkenberg (10°): serviranno, almeno così si spera, per difendere ai piani alti della Regie la partecipazione finora assai deficitaria al campionato di F1. Bene il ritrovato Gasly (9°) sulla Toro Rosso, più in difficoltà Kvyat (11°). Infine le note negative: su questo versante, a far compagnia alla derelitta Williams, sembrano essere precipitate l’Alfa Romeo Racing e la Haas entrambe in preoccupante e inspiegabile decadimento prestazionale. Forse non è un caso che ciò si stia verificando parallelamente alle voci, più o meno forti, sul loro futuro che oscilla tra un passo indietro dell’Alfa Romeo e un ripensamento complessivo degli americani quest’anno alle prese con i problemi legati al main sponsor.

Pochi giorni e sarà già GP USA. A Austin, quindi nella sua adorata America, Hamilton potrà probabilmente apporre il sesto sigillo iridato ad una carriera formidabile. Un campione dal grande talento, eclettico, smart e, sì, anche fortunato. Ma è la fortuna dei forti dentro, di chi crede in se stesso. Nel suo mirino c’è Michael Schumacher: nel 2020 potrebbe eguagliare il record di sette mondiali che appartiene al tedesco simbolo degli anni 2000. Lewis è il Re assoluto dell’era ibrida. Gli manca un’emozione rossa.

Categorie
Senza categoria

TRIBUTO A CARLO ABARTH, NEL 40° DELLA MORTE

(24/10/2019) – Il 24 ottobre 1979, 40 anni fa, a Vienna la morte di Carlo Abarth. Un mito. Un grande appassionato che seppe trasformare un’innata attitudine in una realtà che ancora oggi unisce generazioni di clienti, fedeli alla sua filosofia: massime prestazioni, cura artigianale di ogni prodotto e costante affinamento tecnico. Oggi un ultimo tributo: gli viene intitolata una strada nel quartiere Mirafiori a Torino. Austriaco, padre di Merano, ben presto lasciò spazio alla sua natura: velocità, tecnica, competizioni, record. Ragazzo, in sella ad una moto sidecar sfidò, battendolo, il treno Orient Express sui 1.370 km della tratta Vienna-Ostend. Per dire…




La leggenda nasce il 31 marzo del 1949 quando Carlo Abarth fonda la Abarth & C. con il pilota Guido Scagliarini. La prima vettura prodotta è una 204 A, derivata da una Fiat 1100, che è entrata nella storia dell’auto il 10 aprile 1950, quando Tazio Nuvolari l’ha utilizzata per correre e vincere la sua ultima gara, la Palermo-Monte Pellegrino. L’anno della marmitta Abarth, l’inizio del boom economico, il lancio della 500 Tuning che segna l’inizio della collaborazione con la Fiat che nel 1971 acquisterà la Casa. La  storia dello Scorpione, questo il simbolo scelto che è anche il suo segno zodiacale, si è arricchita continuamente di record sportivi e industriali, dando vita a quell’inimitabile personalità che sulle strade di ogni giorno ci fa immediatamente distinguere una vettura Abarth.


Fino all’ultima 695 70° Anniversario equipaggiata con il nuovo Spoiler ad Assetto Variabile, frutto del lavoro degli ingegneri Abarth nella galleria del vento di FCA ad Orbassano, che migliora le prestazioni aerodinamiche della vettura: aumenta la tenuta nel misto veloce e la stabilità alle alte velocità in una sola parola, aumenta le “performance” dell’automobile. Il nuovo Spoiler ad Assetto Variabile è quindi un tributo al “concetto di performance” del fondatore che andava ben oltre la ricerca di pura potenza, velocità massima ed accelerazione. Il suo pensiero infatti era rivolto alla ricerca della performance a 360° gradi e quindi alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni tecniche innovative. Proprio questa continua ricerca lo ha reso noto come uno dei pionieri e visionari nel campo dell’elaborazione. Ha cambiato il mondo delle auto sportive.

Categorie
Senza categoria

LUTTO PER SCHECKTER: E’ MORTA LA FIGLIA ILA

(22/10/2019) – Ad inizio settembre Ila Scheckter, figlia di Jody, era nei box di Monza per celebrare, insieme a tutta la famiglia, il 40° anniversario del titolo mondiale piloti conquistato proprio sul circuito brianzolo dal famoso papà al volante della Ferrari T4. Oggi è stata diffusa la notizia della morte della ragazza, 21 anni. Da due anni era afflitta da un tumore al cervello per il quale si era già sottoposta ad un delicato intervento chirurgico e, come reso noto dalla famiglia, è deceduta nel sonno, nella serata di giovedì scorso. Ila era una dei quattro figli che Jody ha avuto dalla moglie Claire: oltre lei, Hugo, Freddie e Poppy. Dalla prima moglie, Pamela,  due maschi: Toby e Thomas. Una notizia tristissima, condoglianze a Jody.

Ecco il comunicato rilasciato dalla famiglia:

La famiglia Scheckter ha il cuore spezzato ed è totalmente devastata nell’annunciare la scomparsa di Ila.

A Ila è stato diagnosticato un tumore al cervello due anni fa completamente, improvvisamente e successivamente è stato sottoposto a importanti interventi chirurgici al cervello. Negli ultimi mesi, aveva sviluppato un’epilessia che le ha causato un’ansia estrema e la paura delle convulsioni. Ha perso la battaglia con la dipendenza nel tentativo di intorpidire la paura e i sentimenti che la hanno sopraffatta. Ila ha trovato molti amici meravigliosi e ha avuto così tanto sostegno dalla compagnia di Narcotici Anonimi.

Ila era un personaggio più grande della vita in molti modi: divertente, stravagante, scandaloso, bello, intelligente, compassionevole, empatico, leale e con un sorriso che poteva illuminare una stanza. Ma era anche piena di insicurezza e ansia. Ha visto il bene in tutti gli altri ed è riuscita a toccare il cuore di così tante persone in modi che non ha mai realizzato. Mentre era amata da così tanti, ha lottato per sentire quell’amore. Ma è stata adorata da così tanti e le effusioni di amore per la famiglia da amici e persone le cui vite ha influenzato hanno significato molto per noi.

A settembre, nonostante fosse davvero malata, coraggiosamente ha deciso di unirsi ai suoi genitori, quattro fratelli e una sorella minore a Monza per il 40 ° anniversario del Campionato mondiale F1 di Jody. Era l’ultima volta che tutta la famiglia era unita e insieme hanno celebrato questo traguardo.

Ila è morta nel sonno giovedì sera a casa a causa di un sospetto sovradosaggio accidentale, dopo aver preso la coraggiosa decisione di andare in terapia la mattina successiva. Ila voleva essere pulita, sana e felice e avere una vita lunga e decisa. Si era recentemente iscritta all’Università di Westminster per studiare Psicologia del Counselling poiché voleva essere in grado di aiutare gli altri con la loro salute mentale.

A soli 21 anni, Ila è stata tolta dalla nostra vita troppo presto e il dolore che la nostra famiglia prova per la sua perdita è insopportabile. Ila è in pace, non soffre più la paura di ulteriori interventi al cervello: svegli, convulsioni, chemioterapia, radiazioni ecc.

Si prega di rispettare la nostra privacy e la sofferenza per la perdita di una figlia, sorella e zia molto amate. Più vanti ci sarà un funerale di famiglia privato e un servizio commemorativo per celebrare la sua breve vita.
Categorie
Senza categoria

MALESIA 1999, VENTI ANNI FA IL DEFLETTORE FERRARI DELLA DISCORDIA

(17/10/2019) – “Qualcuno ha fatto la spia”: così, abbastanza incautamente, l’allora Team Principal della Ferrari Jean Todt riassunse il pasticcio in cui la Scuderia di Maranello era finita al termine del Gran Premio della Malesia, il 17 ottobre 1999, venti anni fa. Sul banco d’accusa il famoso deflettore laterale della F399, trovato di dimensioni irregolari dagli ispettori FIA. A Sepang, in piena lotta mondiale con la Mc Laren-Mercedes, le Rosse avevano letteralmente annichilito le frecce d’argento con una formidabile doppietta Irvine – Schumacher che, ad una gara dal termine del campionato, consolidava le ambizioni iridate dell’irlandese. Tra l’altro, quella gara segnò il gran ritorno di Kaiser Schumi alla fine della convalescenza post incidente di Silverstone. E che ritorno! Pole position e poi, cavallerescamente, leadership in pista ceduta al compagno di squadra in lizza per il titolo. Scattato in testa, Schumacher per due volte – a seguito dei pit-stop – cedette anche platealmente la testa della corsa a Irvine e, nel contempo, si incaricò di fare da sbarramento agli assalti prima di Coulthard, che lo passò con decisione, e poi di Hakkinen. Il primo però dovette ritirarsi per il calo della pressione del carburante, il secondo, piuttosto innervosito, dall’azione difensiva di Schumacher alla fine terzo solo grazie ad un errore di Herbert su Stewart. Sorrisi e tripudio rosso, dunque.
FINO AL TRIBUNALE FIA – Ma, come detto, il brutto venne subito dopo. L’ineffabile verificatore FIA Jo Bauer ispezionò e sanzionò le Ferrari: deflettore oltre le dimensioni regolamentari, piloti squalificati, mondiale ad Hakkinen. Apriti cielo! Todt si appigliò alla ininfluenza del dato e al fatto che le monoposto avevano passato le verifiche del giovedì. Inoltre si trattava della versione in pista nel precedente Gp d’Europa al Nurburgring dove nessuno aveva avuto nulla da eccepire (Irvine solo 7°, Salo addirittura ritirato). Qui si apre la spy-story. Quel deflettore aveva già fatto discutere – e alterare – Ron Dennis al Nurburgring ma stranamente non venne esperita alcuna verifica. Cosa che invece si verificò subito dopo il trionfo di Sepang. L’intervento decisivo fu quello del Presidente Montezemolo che strepitò come non mai e, neanche per un momento convinto dell’accusa – fino a portare il caso in appello al giudizio del Tribunale FIA di Parigi (era il tempo di Max Mosley). Vertici, tecnici e legali di Maranello, bisogna dare atto, furono eccezionali nel far emergere e affermare una diversa prospettiva della rilevazione di Bauer che cambiò le carte in tavola ribaltando il verdetto negativo di prima istanza. Ristabiliti i valori in pista, non restava che giocarsi ottimisticamente tutto a Suzuka ma questa la racconto tra due settimane.

Categorie
Senza categoria

TARGA PUGLIA ALLA SCOPERTA DELLA VALLE D’ITRIA

(16/10/2019) – Un caldo sole di ottobre, quattro ruote d’epoca sempre fascinose e la splendida Valle d’Itria: questi gli ingredienti di CeleBRiTA’, la terza tappa del Giro di Puglia a bordo di auto d’epoca organizzato dall’A.S.D. Targa Puglia. Lo scorso week end venti equipaggi, provenienti da tutta Italia, hanno dato corpo alla propria passione in una cornice turistica di nicchia all’insegna della lentezza. Le protagoniste: dalle coloratissime Alfa Romeo Duetto alle Fiat Barchetta, dall’Audi TT Cabrio alla Jaguar MK II, passando per la Lancia Fulvia 1,3 HP, la Mazda MX5, la Mercedes 250S e la NSU Ro80. Tra le chicche di questa edizione anche la fiammante Aston Martin DB8Sdi 007 e laMercedes Limousine protagonista di Targa Puglia Kids, iniziativa pensata per avvicinare i ragazzi alla passione automobilistica, ma anche alla cultura del bello e alla valorizzazione del territorio. Esperienza, questa, che nell’occasione ha visto coinvolti cinque ragazzi e che sarà istituzionalizzata per restare una costante dei prossimi appuntamenti di Targa Puglia.

Entusiasta la risposta del pubblico, che ha potuto godere delle bellissime esposizioni statiche delle automobili nelle piazze dei Comuni di Ostuni, Manduria e Castellaneta, come calorosa è stata l’accoglienza da parte dei professionisti del settore della ristorazione e dell’ospitalità, che hanno mostrato ai partecipanti quanto la Puglia sia capace in fatto di ricezione di alto livello. Gli organizzatori rivolgono poi un particolare plauso, in particolar modo, alle Amministrazioni dei Comuni coinvolti, che hanno dimostrato presenza, collaborazione e sensibilità, e ai rappresentanti del Touring Club Italiano e del FAI Puglia, che ha accompagnato il gruppo nella visita delle Chiesa della Madonna della Nova di Ostuni in occasione delle Giornate del FAI di Autunno. Elementi di successo consacrati dalla coesione di un gruppo ormai consolidato, che ha accolto calorosamente le tre new entry di questa tappa. Tra loro anche chi, impossibilitato a partecipare al raduno con la propria auto storica, ha deciso di aderire all’iniziativa “Naviga la Puglia in Barchetta”, grazie alla quale l’A.S.D. Targa Puglia mette a disposizione dei propri soci bellissime Fiat Barchetta per scoprire le bellezze della nostra regione.  


Soddisfatto Michele Perla, Presidente di Targa Puglia, che commenta: «Se dovessi descrivere questa terza tappa in un’unica parola, userei l’aggettivo “radioso”, come il tempo che ci ha accompagnati. Abbiamo vissuto esperienze bellissime, visitato posti incantevoli godendo di un’ospitalità senza pari. La formula delle venti macchine si dimostra ideale per la tipologia di turismo che Targa Puglia cerca. I commenti entusiasti del pubblico e degli stessi partecipanti ci ripagano dello sforzo profuso. Un ringraziamento doveroso agli sponsor che ci hanno supportati nella gestione dell’evento e a tutto lo staff coinvolto». Con CeleBRiTA’ si avvia ufficialmente la seconda metà dell’ambizioso giro della regione progettato dall’Associazione sportiva in ricordo della storica Targa di Puglia del 1931: la successiva e ultima tappa, SA(di)LENTOconcluderà il tour spingendo gli equipaggi alla scoperta della parte più a Sud della Regione: il Salento.

Categorie
Senza categoria

HAPPY BIRTHDAY AL GIOVANE LECLERC E AL GIOVANE VECCHIO RAIKKONEN

(16/10/2019) – Buon compleanno, happy birthday a Charles Leclerc che oggi compie 22 anni e buon compleanno a Kimi Raikkonen che domani 17 ottobre raggiunge i 40 anni! Auguri al giovane e al “vecchio”! Non proprio l’Alfa e l’Omega della F1 poiché c’è Stroll che ha solo 20 anni ma sicuramente punti di un arcobaleno che congiunge due epoche relativamente vicine ma in realtà già molto lontane e diverse. Pensateci: il finlandese ha debuttato nella massima formula nel 2001, in piena epoca schumacheriana. Debuttarono insieme a lui Alonso su Minardi e Montoya con la Williams, per dire.

LECLERC è sbarcato in F1 l’anno scorso con la Sauber e oggi è già alla Ferrari e viene definito il “predestinato”. Le sue prime vittorie, il successo, la freschezza del suo approccio, la carica agonistica che promana ne hanno fatto subito un idolo. Paragonato a Lauda e Villeneuve, deve solo incanalare il suo prorompente talento nel solco dei limiti accettabili per ottenere il risultato che si prefigge e cioè il titolo mondiale. Può farcela, molto presto. Ovviamente essere alla Ferrari è per lui una garanzia ma, come detto, deve imparare a concentrarsi sulla guida e a fidarsi del box. La F1 attuale è questa. Non lascia molto spazio ai funambolismi – lui però ne è capace, vero Verstappen? – ed esige concretezza. Anche spietatezza e il ragazzo, nonostante la giovane età, lo è. Sportivamente, s’intende. Si dice che chi vuole davvero raggiungere un obiettivo deve estraniarsi da tutto quello che lo circonda e avere un unico chiodo fisso. E’ su questa strada perché – lo ha detto – brama dal desiderio di vincere, vincere, vincere. Spero, però, che lasci tempo e spazio alla sua vita, quella di un ragazzo monegasco, amante dell’Italia, tutto sommato buon viveur.

RAIKKONEN ha sorpreso tutti l’anno scorso quando ha personalmente contrattato il suo ingaggio allAalfa Romeo Racing per due anni! Altro che ritiro dopo il giubilamento della Ferrari. Lo ha detto: “Finchè sentirò di poter dare qualcosa vado avanti” e questo va rispettato sebbene molti giovani rampanti abbiano rosicato per il venir meno di un ambito sedile… Quest’anno, l’ex ferrarista ha dato una bella mano a Vasseur nel mettere fieno in cascina almeno nella prima parte di campionato. Ora sembra soffrire un po’ ma è prodigo di consigli ai tecnici e valgono sicuramente tanto. Già ci si chiede: e l’anno prossimo smetterà, a 41 anni? E’ nell’Albo d’oro dei campioni del mondo, è al top nei vari ranking, una bella famiglia con i figli che cominciano a crescere molto. Ha altre passioni: i rally (ci riproverà?), il motocross. Una cosa è sicura: mancherà. E la cosa è alquanto strana perché è universalmente Iceman: parla poco, odia i cerimoniali, conferenze stampa comprese; se può evitare qualsiasi cosa, la evita; la calca lo infastidisce anche se incassa con molto savoir faire. Eppure, è amatissimo. Sempre tra i più acclamati e applauditi. Forse proprio perché incarna l’essenza (antica) di questo sport: passione, guida, talento puro, una storia. Alcune sue debolezze le relega nel privato, ed è affar suo.