(30/9/2019) – La Ferrari di nuovo al top, vedi Spa-Monza-Singapore, anche a Sochi aveva tutte le carte in regola per sbaragliare il campo. Le qualifiche del Gran Premio di Russia, con Leclercancora in pole e Vettel da quelle parti, avevano infatti confermato il trend, ma…qualcosa è andato storto. Proprio ieri ho pubblicato un post sulla opportunità che ai piani alti di Maranello, in questo rush finale di campionato, si punti su uno dei suoi due piloti, anzi, direi galletti dopo gli ultimi avvenimenti. Come detto, la matematica concede(va) ancora delle chance e poi mai dire mai. Invece, clamoroso al Cibali… I piloti delle Rosse, in testa alla gara fin dallo start, hanno passato i giri iniziali a “bisticciare” col muretto box su chi dovesse vincere e alla fine tra i due litiganti ha goduto Hamilton, anzi la Mercedes ! Le frecce d’argento hanno fatto doppietta, con Bottas secondo, e pure giro d’onore in parata. Trattamento che riservano, vedi Gran Premio d’Italia 2018, quando vogliono “umiliare” chi doveva mazziare e invece è stato mazziato. Questa, in sintesi, la cronaca della gara che ha avuto il suo apice nello stop della rossa numero 5 – problema ad uno dei motori ibridi per Vettel – che ha determinato l’ingresso della Safety car e il pit stop in souplesse per Hamilton che da quel momento è stato imprendibile per Leclerc nonostante il tentativo finale dei nuovo con le soft. Ricapitolando per la Ferrari : gara persa, problema affidabilità, piloti sull’orlo di una crisi di nervi e l’amara scoperta: “Siamo forti in qualifica ma dobbiamo lavorare ancora sul ritmo gara”.
LA MERCEDES GODE DEI VECCHI FANTASMI DELLA FERRARI – Complimenti allora alla Mercedes che fin dall’inizio del week end russo – dal 2021 a San Pietroburgo? – aveva saggiamente puntato tutto sull’overcut e la strategia ha dato frutto. La Safety Car ha agevolato il tutto ma l’organizzazione Wolff questa volta ha funzionato, dopo qualche debacle di troppo, e Hamilton vede il sesto titolo mondiale più vicino. A Maranello, invece, c’è da discutere ma le posizioni non sembrano molto conciliabili al di là dei toni bassi in pubblico alla ‘va tutto bene. L’accordo alla partenza era che Leclerc doveva “tirare” Vettel ma il tedesco, convinto di non aver usufruito della scia e di aver sorpassato subito il monegasco grazie ad una migliore partenza, non ne ha voluto sapere di cedere il passo. Binotto & C. hanno così pensato di chiamare prima Leclerc per il pit-stop e solo dopo alcuni giri, forse troppi e su insistenza del quattro volte campione del mondo, anche Vettel. Il tedesco ha però dovuto parcheggiare la sua SF90 con tutto quello che ne è conseguito. Insomma, dopo il mezzo pasticcio in qualifica a Monza e le tensioni di Marina Bay ci risiamo e pare che nessuno dei due, il giovane Charles in particolare, voglia concedere nulla all’altro. L’ho detto ieri, la storia insegna: così ci si fa male. Ricordate, tanto per stare sul recente, lo sfacelo di Monza 2018 per il distruttivo testa a testa Raikkonen-Vettel, con il finlandese fresco non riconfermato? Da lì, la fine di ogni speranza di vittoria del mondiale per il tedesco. Arrivabene ha perso il posto anche per questo. Nel 2019 il titolo è ormai lontano ma a quanto pare siamo alle solite. Avere due piloti vincenti è bello ma poi è terribilmente difficile gestirli. Ai suoi tempi, Todt non prendeva in considerazione nemmeno l’ipotesi. Alla Mercedes, con Bottas – perdoni il pilota finlandese – si va sul sicuro.